어떤 비용이라도

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A qualunque costo.

Yoongi si svegliò col fiatone confuso e stordito e, quando provò ad alzarsi le sue gambe cedettero, facendolo cadere sul pavimento.

Subito si guardò attorno spaesato, realizzando di trovarsi nella sua camera, per poi leggere sull'orologio che fossero le due di pomeriggio.

《Mio dio ho dormito per tutto questo tempo?》

Provò a fare mente locale su quello che fosse successo prima che si addormentasse, però il suo unico pensiero restava il fidanzato, mettendo in secondo piano anche le proprie condizioni fisiche che erano abbastanza critiche dato che non riusciva nemmeno a stare in piedi.

Barcollò qua e là nella stanza, sostenendosi sui muri per trovare il suo telefono che sembrava essersi volatilizzato; sentiva il sudore grondargli sulla fronte, gli occhi che quasi non riuscivano a rimanere aperti e le gambe tremare ad ogni passo.

Il suo cellulare era scomparso chissà dove e preso dalla rabbia tirò un urlo esausto, cadendo sul pavimento stremato per via di un giramento più forte.

Quasi il suo cuore scoppiò dalla paura quando sua madre spalancò la porta; si era completamente dimenticato della sua presenza in casa, abituato a rimanere da solo spesso.

《Hey? Ho sentito url- ma oddio Yoon! 》e corse verso di lui, che era ancora per terra con il petto che gli bruciava e l'ansia che cominciava a salire raggiungendo la testa.

Aveva paura che a Jimin fosse successo qualcosa e che fosse stata tutta colpa della sua assenza, poichè non si era fatto sentire per troppo tempo.

Ancora col fiato spezzato, interrotto da ansimi pesanti, provò ad alzarsi di nuovo, fallendo miseramente e sbattendo il fondoschiena sul pavimento freddo ma niente l'avrebbe fermato: doveva andare da lui a qualunque costo.

Sua madre cercò di fermarlo arrivando ad urlargli contro pur di placarlo, però le sue parole erano più silenziose del silenzio stesso, come se riuscisse a sentire solamente le sue paranoie tappargli le orecchie.

Pogiandosi alle pareti e scivolando per i corridoi, arrivò fino al soggiorno in cui prese velocemente le chiavi della sua bici e, constatando che avesse i vestiti del giorno prima dato che era subito crollato nel letto senza neanche cambiarsi, scappò via di casa.

Montò in sella e con le poche forze rimaste pedalò per quasi una mezz'oretta verso casa del biondino, con le lacrime che oramai avevano preso a scorrere annebbiandogli anche la vista oltre alla mente.

Una volta fuori abbandonò sul prato frettolosamente la bicicletta e, sempre combattendo contro la testa che gli girava come una trottola, barccollò fino alla porta dove bussò con prepotenza.

Qualche secondo dopo gli aprì la porta proprio Jimin che rimase inizialmente sorpreso dalla sua visita, ma subito dopo si spaventò viste le sue condizioni: la fronte imperlata di sudore, il suo respiro impazzito, i suoi occhi stracolmi di lacrime e il suo cuore che batteva talmente forte che anche lui poté sentirlo.

Prima di permettergli di pronunciare una qualsiasi parola, Yoongi gli si gettò adosso, stringendolo a sè come mai aveva fatto prima e successivamente stampandogli un bacio sulle labbra, bagnandogli le guance con le proprie lacrime a cui non aveva fatto caso.

Ma poi il fiato gli mancò ancora di più, la sua vista si annebbiò e prima di cadere sentì solo un 《Yoongi?!》venir fuori dalle labbra del suo amato.

[...]

Si svegliò ancor più stordito del primo risveglio, massaggiandosi le tempie con entrambe le mani per il forte dolore.

Gli vollero circa qualche secondo per realizzare che il fidanzato stesse dormendo accanto a lui, stretto al suo corpo con il viso poggiato nell'incavo del suo collo e le sue guance segnate dai solchi delle lacrime.

Gli servirono poi qualche altro secondo per realizzare che fosse in camera sua, che fosse stato tutto reale e non un sogno.

《Scusami se ti ho fatto preoccupare amore》e baciò i capelli color paglia del fidanzato, sentendo la presa aumentare seppur di poco.

Era la prima volta che Jimin lo stringeva dimostrando così tanta preoccupazione e possessione, quasi fosse un bambino attaccato al suo pupazzo preferito.

A rovinare la scena ci fu il vibrare di un telefono, che il corvino ritrovò nei suoi pantaloni: chiamata in corso da Jungkook.

"Ecco dov'era"

《Kook?》

《Grazie a dio!》

《Eh?》

《Sei un coglione mi hai fatto prendere un infarto!》

《Non ho ancora capito》sussurrò, stando attento a non svegliare il ragazzo che si mosse distrattamente, infastidito dal vociare del dispositivo.

《Dove cazzo sei?》

《A casa di Jimin, perché?》

《Tua madre mi ha chiamato preoccupatissima dicendomi che sei scappato e chiedendomi se tu fossi qui》

《Cazzo... e tu che le hai detto?》

《Che stavi qui coglione》

《Grande Kook, sei sempre il migliore》

《Ti conviene scriverle perchè se viene qui e non ti trova non so che scusa usare》

《Lo faccio subito, ti devo un favore》

《Un altro da aggiungere alla lista》

《Ciao Koo》e chiuse la chiamata, scrivendo subito a sua madre che stava bene e rimaneva dal migliore amico.

Un mugolio infastidito arrivò dritto dritto alle sue orecchie e gli fece subito abbandonare l'oggetto per terra per poter regalare attenzioni solo all'altro; si voltò verso di lui, trovando i suoi occhi rossi, viste le lacrime versate, fissi a guardarlo quasi impauriti.

《Scusami amore》fu l'unica cosa che il maggiore riuscì a far uscire dalla propria bocca.

Vide di nuovo le lacrime del biondino minacciare di scendere e prese subito a baciargli le guance, cercando di fermare una sua possibile crisi, non sapendo però che ormai fosse già troppo tardi.

Fu preso alla sprovvista quando sentì sul volto le sue mani gelide posarsi, attirare la sua faccia e stampare un bacio ricolmo di dolore e paura: stava comunicando con le azioni tutta la paura che aveva provato e tentava anche di sfogarle un altro po'.

Le lacrime cominciarono a scendere e quando Yoongi provò ad asciugarle coi pollici sentì il suo cuore cadere in gola imbattendosi nel suo collo ricoperto di graffi, cosa che non vedeva da tempo ormai.

Alcuni di essi erano ancora rossi, altri ancora sanguinanti e tutto lo fece sbiancare di netto, mentre il minore rimaneva immobile, come fosse diventato una statua, aspettando una sua qualsiasi reazione come rabbia.

Tuttavia, per la prima volta, il ragazzo non riuscì a reagire, perdendo per qualche istante la propria lucidità, conscio che la causa di quei segni marcati fosse stato proprio lui.

L'unica cosa che riuscì a fare fu percepire le proprie lacrime scivolare come saette anche sulle sue guance, far sedere il fidanzato sulle gambe e accarezzargli i capelli mentre il pianto di quest'ultimo si tramutava in forti singhiozzi.

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora