해돋이

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Alba.

Il mattino seguente cominciò con uno spavento, perchè al suo risveglio Yoongi non aveva trovato il fidanzato accanto a sè.

Preoccupato si alzò, stropicciandosi gli occhi che cercavano di abituarsi al buio della camera, vagando per la baita fredda alla sua ricerca.

Lo trovò affacciato ad una delle fineste del soggiorno ad ammirare le prime luci dell'alba rosea che riflettevano sulle punte imponenti delle montagne bianche, tenendo tra le mani tremolanti una tazzina di caffè, riconosciuto per via dell'odore.

A grandi falcate lo raggiunse, sistemandosi alle sue spalle e  avvinghiandosi ai suoi fianchi, che tanto pregavano di essere stretti tra le sue braccia, dandogli un bacio sulla guancia subito dopo.

《Buongiorno amore》sussurrò al suo orecchio, per poi pogiare il mento sulla sua spalla ed ammirare con lui quello splendido cielo; dovevano essere sì e no le cinque del mattino vista la lentezza con cui il sole stava sorgendo.

Anche se il panorama era davvero da fiato mozzato, Yoongi preferiva di gran lunga osservare Jimin che ancora doveva pronunciare una singola parola: i brividi del freddo a ricoprirlo come un manto, il naso congelato con la punta come quella di una renna e gli occhi rossi che sembravano pizzicargli eppure non lo dava a vedere.

"Deve aver avuto una crisi e aver pianto"

《Più tardi andiamo con gli altri a fare un giro per negozi? Prendiamo qualcosa visto che domani è Natale》

Il ragazzo - come se avesse ripreso conoscenza - gli annuì e si girò, abbandonando alla finestra tutti i pensieri, stringendosi al suo petto rovente.

《Non è che vuoi dormire un altro po' visto che è presto?》e alla sua risposta positiva lo prese in braccio, andandosi a sedere sul divano di fronte al camino.

Quella mattina la bocca di Jimin assomigliava davvero ad una gabbia e le parole a dei canarini chiusi dentro essa, visto che non ne aveva pronunciata ancora una.

Nel caminetto la legna oramai si era bruciata tutta quanta e rimaneva solo il carbone nero che continuava a bruciare, se pur di poco, scoppietando  rumorosamente ogni tanto.

Prese la sua testolina gialla e la posò sul petto, proprio sul suo cuore che pulsava nella cassa toracica, facendogli ascoltare quel suono che tanto lo rilassava.

E ne aveva davvero bisogno, infatti un incubo lo stava perseguitando da quando aveva aperto gli occhi: aveva rivissuto nuovamente la morte di sua madre.

Con le lacrime agli occhi si accertò che quella non fosse la realtà, ma non volle svegliare il compagno accanto a lui per una delle sue solite crisi; ed ecco perchè si trovava in soggiorno a fissare la natura.

Però una decina di minuti dopo era stato raggiunto dall'altro, che grazie solo alla sua presenza l'aveva rasserenato.

Yoongi, mentre Jimin scivolava in un sonno leggero, continuava ad osservare il suo viso candido, soffermandosi su dei nei sparsi sulla guancia: sembravano formare una costellazione come se fossero tante piccole stelline messe in fila, un qualcosa di così astrale e poetico.

Improvvisamente il biondino arricciò il naso turbato da uno dei suoi pensieri, così gli prese a baciare quelle sue lenticchie marroni con dolcezza, finché non scivolò sulle labbra e non ne stampò un paio.

Una volta che lo vide più calmo si fermò, ma riprese subito vedendo la sua faccia nuovamente imbronciata quando si accorse che non stava ricevendo più quelle attenzioni dolci.

Sembrava il volto imbronciato di un bambino pronto a fare i capricci per non aver ricevuto le caramelle; o anche quello di un angelo che aveva deciso di planare improvvisamente nella sua vita.

Ed era il suo di angelo e niente al mondo glielo avrebbe portato via.

Sentì l'amore scaldargli il petto e prese a baciare ogni punto del suo viso che riusciva a scorgere: dalla fronte, alle guance, al mento, al naso, fermandosi alla fine sulle sue labbra carnose: non era un contatto troppo spinto, al contrario era più un qualcosa di dolce e amorevole, una di quelle sensazioni che ti fa volare le farfalle nello stomaco.

E con il sapore della sua pelle delicata sulle labbra si addormentò assieme a lui, come amavano fare.

[...]

《Ti piace?》

Yoongi e Jimin erano finiti in un piccolo negozietto di artigianato ed più piccolo stava provando un capello bianco dalla lana morbidissima che aveva attrattirato la sua attenzione.

《Mh, carino sì》rispose inclinando la testa di fronte al suo riflesso nello specchio, accarezzando dopo il tessuto dubbioso se acquistarlo oppure no.

I loro migliori amici li avevano abbandonati alla pista di pattinaggio qualche isolato più in là, che non aveva attirato neanche un po' i loro animi cauti, visto l'affollamento di persone.

《Dai su te lo prendo io》

《Non devi...》

《Stai tranquillo, ti dona molto! Ti mette in risalto le guance》 e gliele strinse, lasciandogli un bacio sulle labbra per poi dirigersi alla cassa.

Una volta fuori continuarono il loro giro per le vie accese dal sole che illuminava la loro pelle chiara riflettendo sulla neve sparsa per i marciapiedi.

La mano calda di Yoongi fu avvolta da una gemella al contrario congelata che trasmise quella temperatura bassa a tutto il suo corpo, facendolo rabbrividire.

Le loro dita si incastrarono in una gabbia stretta e, nonostante gli sguardi al quanto riprovevoli dei passanti, non le avrebbero staccate per nessuna ragione.

I due camminarono, fermandosi ogni tanto ad ammirare qualche vetrina dai colori sgargianti, fino a quando si ritrovarono fuori da un minimarket.

《Devo prendere una cosa... mi aspetti qui un minuto?》e Jimin annuì, accomodandosi su una panchina lì vicino.

Si guardò spaesato attorno, perdendosi nei passanti che camminavano impetuosi sulla neve senza esitazione e negli schiamazzi dei bambini divertiti che venivano colpiti da qualche palla di neve.

《Possiamo andare》e passò veramente poco dal suo ritorno.

《Che hai lì?》gli domandò, scrutando con attenzione e curiosità - quella pura che solo i bambini sono capaci di possedere - una bustina verdognola fra le sue mani.

Yoongi fece finta di niente alzando le spalle al cielo e nascondendo il tutto dietro le sue gambe《Lo vedrai》

E con frase ad effetto gli fece alzare un sopracciglio ancor più incuriosito, ma non insistette e lasciò perdere la questione per il momento.

《Che ne dici di prendere qualcosa da mangiare?》

《Non mi va molto》era da quella mattina si era rifiutato di spiegare cosa aveva - non che il fidanzato avesse insistito - e non era nemmeno riuscito ad ingerire qualcosa, se non un bicchiere d'acqua; il collo si era liberato dallo stress, ma lo stomaco ne stava ricevendo le conseguenze.

《Allora torniamo a casa, magari ti fai un bagno caldo..?》

《Va bene》

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora