너무 늦었 어

86 13 20
                                    

Troppo tardi.

Avvertenza: il capitolo contiene scene di autolesionismo.


I titoli di coda riempirono lo schermo della televisione, accompagnati da una colonna sonora alquanto deprimente.

《Secondo me vuol dire che nonostante i chilometri di distanza loro hanno continuato ad amarsi, perché il legame che gli univa era troppo forte》 sputò Yoongi, dando un senso al finale del film che trovava parecchio insensato.

《Io penso invece che cerchi di dimostrare che prima o poi anche le relazioni, che all'apparenza sembrano indistruttibili, terminino》

Il menta spalancò la bocca, stupito dal pensiero dell'altro praticamente opposto al suo; non capì subito che non era stato il biondino a parlare ma la sua cherofobia.

Tutta la sua visione del mondo era condizionata dalla paura, come per esempio l'obbligo che gli aveva affidato, ovvero il non innamorarsi di lui.

Calò il silenzio e rimasero lì sul divano a fissarsi dubbiosi, mentre il ragazzo si domandava quale fosse la cosa più giusta da fare per entrambi: rivelare i suoi sentimenti che, sì potevano essere definiti acerbi, ma non erano certamente da sottovalutare oppure reprimerli.

《Senti Jimin...》 ma quando ebbe il coraggio di parlargli col cuore tra le mani, qualcuno gli interruppe bussando alla porta.

In un secondo vide tutta la calma del minore svanire, lasciandogli sul volto un espressione mista fra il confuso e il terrorizzato.

"Perchè ha paura?" e la sua testa - giustamente -  continuava solo a riempirsi di domande, senza ricevere mai una risposta vera e propria.

Per sua fortuna alla porta era solo Taehyung che, finito l'appuntamento con il suo fidanzato, si stava rifiugiando dal migliore amico.

I due dialogarono velocemente sull'uscio, non a bassa voce ma Yoongi non riuscì a sentire niente, finché non vide il moro sporgersi verso di lui e salutarlo.

Improvvisamente si sentì un peso e, visto che alla fine aveva raggiunto il suo obbiettivo ovvero aiutare Jimin a studiare, decise che quello era il momento adatto per andarsene; si alzò dunque, dirigendosi alla porta dove i due erano rimasti a dialogare.

《Hey io sto andando via, buona fortuna per domani!》e si congedò.

A quel punto Taehyung, quasi fosse il proprietario, entrò nella casa e si accomodò su una sedia, chiaramente pronto a ricevere spiegazioni: era la prima volta che Jimin avesse dei contatti con qualcun'altro all'infuori del maggiore.

《Esigo delle risposte》

《Cosa ti dovrei dire? Mi ha chiesto di uscire visto che tu e Jungkook eravate impegnati ma io dovevo studiare》

《E quindi?》chiese facendolo sbuffare annoiato, indicando con il capo la tv ancora accesa e i ringraziamenti ancora intenti a scorrere.

《Mi ha aiutato con fisica, abbiamo fatto in fretta e ci siamo visti un film. Tutto qui》

Naturalmente il ragazzo non osò neanche citare quella frase dura che aveva rivolto a Yoongi durante il film, visto che secondo lui l'altro avrebbe dato di matto.

Gli stava bene così, anche se questa potesse essere considerata una pazzia da tutti: ma dopotutto chi mai amerebbe una persona che non potrebbe in nessun modo ricambiare quell'intenso sentimento?

Forse solo un pazzo lo avrebbe fatto, ma lui non voleva sentire questo peso sulla propria coscienza e non voleva creare false speranze.

Sarebbero rimasti solo amici, così che non avrebbero danneggiato nessuno dei due dopotutto.

Mentre rifletteva sulle proprie parole, posò il suo sguardo sul compagno, che pian piano cominciò a sorridere.

《Perchè sorridi?》

《Perchè sono felice per te, sembri più tranquillo da quando l'hai conosciuto》

Jimin arricciò il naso, non rendendosi subito conto di quanto quelle considerazioni fossero veritiere; anche se di poco, stando con il menta stava placando il suo animo sempre in tempesta.

《Vuoi un esempio? Hai molte meno occhiaie e guardati il collo》e a quel punto si alzò, abbasandogli il colletto della felpa e mostrando ad entrambi il suo collo con solo qualche segno rossastro leggero, molti di meno rispetto al normale《non ti stai più graffiando!》

Jimin capì di come stesse cercando di rassicurarlo, tentando di fargli capire che non doveva avere paura ad essere felice, però in questa maniera l'aveva solo spaventato ancora di più.

Il suo dolore, unito al terrore che in qualche modo la felicità potesse di nuovo scorrere nelle sue vene, subito
si tramutò in rabbia e il ragazzo scoppiò a piangere.

《Jimin non piangere, hey è tutto okay》lo rassicurò l'altro, posandogli una mano sulla spalla.

《Vattene via!》urlò invece il minore, scostando con prepotenza il braccio, interrotto ogni tanto dai singhiozzi.

《Dai calm-》

《Vattene!》

Destabilizzato da questa nuova situazione Taehyung fece come richiesto, convinto che il suo migliore amico avesse solo bisogno di tempo per schiarirsi un attimo le idee.

Non avrebbe mai dovuto farlo.

Jimin, ancora tremante dalla paura e con il fiato corto, corse in camera sua e si sedette sul bordo del letto ancora in lacrime, che non cessavano di scendere annebbiandogli la vista, prendendosi successivamente la testa fra le mani.

Sentiva la testa fargli male, come se qualcuno gli stesse prendendo a pugni le tempie seduto sul suo petto, visto che percepiva questo peso che gli impediva di respirare.

Si guardò attorno disperato, volendo mettere fine anche solo per un po' a tutto quel dolore psicologico che lo stava perseguitando: doveva trovare una soluzione, non importava quanto drastica fosse stata, non voleva sentire più niente almeno per un po'.

Come una bestia inferocita si alzò e andò in bagno, mettendo a soqquadro la camera pur di trovare un oggetto che mai avrebbe pensato di usare, per poi uscire di casa e scappare il più lontano possibile.

Arrivò al suo caro lago, col fiatone poiché aveva corso all'impazzata, che sarebbe sempre rimasto il suo posto per sfogarsi e anche quella volta non sarebbe stato da meno.

Non era molto tardi, il cielo si era oscurato da poco, ma tanto nessuno l'avrebbe visto e l'avrebbe fermato.

Quella volta si buttò sull'erba umida, senza neanche salutare con un semplice sguardo le sponde non troppo cristalline del bacino d'acqua, troppo preso dal dolore che non si era affievolito neanche un po'.

Uscì dalla tasca della felpa la lametta del rasoio che aveva rubato dal bagno, passando un dito sulla lama tagliente e rimanendo quasi incantato dalle gocce del sangue che presero ad uscire dal suo polpastrello.

"Sono più tranquillo? Ha davvero ragione Tae?"

Il suo respiro aumentò, rendendogli quasi impossibile respirare correttamente, assieme al suo cuore e alle lacrime: ormai non sarebbe riuscito a fermarsi, era troppo tardi.

Con le mani che tremavano, avvicinò il pezzo di metallo al polso e trattenne tutta l'aria nei polmoni.

Lentamente fece coincidere la lama alla pelle e una scia di sangue cominciò a sgorgare da essa senza sosta, accompagnata dai gemiti di dolore strozzati di Jimin.

E lo rifece sempre più intensamente, sentendogli i polsi bruciare e pulsare, spostandosi anche sull'altro lato, finché non buttò l'oggetto insaguinato sull'erba, osservando le sue mani sporche del proprio sangue.

I tagli freschi a contatto con l'ossigeno presero a bruciare, come se su essi vi fossero fiamme, e quando si coprì con le maniche della felpa il dolore non fece altro che aumentare, portandolo ad emettere un urlo acuto.

Si alzò, le mani ancora insanguinate e chissà con che forza decise di tornare a casa prima che Namjoon arrivasse e si accorgesse della sua mancanza.

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora