...가시가

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...hanno le spine.

《Sei l'unico a cui ho mai detto ti amo oltre a lei》rivelò il biondino, sentendo le guance scaldarsi per il lieve imbarazzo.

Si asciugò le lacrime con il palmo della mano, invano visto che ripresero a cadere come se niente fosse, per poi riprendere a raccontare tutto il dolore che aveva dovuto affrontare.

《Nonostante passasse tutti i giorni in quel posto orribile le sue condizioni continuavano a cadere in basso, senza nessun miglioramento》

La sua mente lo trasportò alla fine di quel racconto, all'ultimo giorno di vita di sua madre e Jimin sentì una fitta stringergli il cuore; portò una mano sul petto, controllando che battesse normalmente, e prese un grande respiro chiudendo gli occhi.

Riaprendoli si ritrovò di nuovo in quella stanza vecchia e polverosa, l'odore acre ad insinuarsi nel suo naso e un palmo caldo sulla sua guancia: si guardò intorno spaesato, sentendo i brividi percoglierli la schiena e le braccia, alla visione di sua madre.

I capelli corti, il viso pallido, le occhiaie marcate e il corpo scheletrico lo fecero trasalire, finchè non si cullò del suo tatto che tanto sentiva scottare sulla pelle.

《Jimin..?》tentò di chiamarlo con un filo di voce, tossendo per la difficoltà.

《Sì?》

《Promettimi che sorriderai sempre, nonostante ciò che accada》e piccole lacrime le solcarono la faccia.

《Te lo prometto mamma, ti amo》

《Ti amo anche io》

Una macchina iniziò a suonare come un allarme, facendo saltare sul posto il bambino dallo spavento e la mano calda della madre cadde a peso morto verso il pavimento, lasciando andare il suo viso.

Jimin non capì, si voltò a guardare il padre e Namjoon ritrovandoli in lacrime: lei non poteva essersene andata così, gli stava parlando fino a qualche secondo prima, non poteva, non doveva.

《Mamma?!》urlò sentendo il petto appesantirsi e lacrime scendere, riprendendo la sua mano e posandola di nuovo sulla sua guancia; però quest'ultima stava perdendo tutto il suo tepore, gelandosi.

Il fratello si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla per allontanarlo, mentre lui si dimenava dalla sua presa tentando con tutte le sue forze di ottenere una risposta.

《Mamma rispondimi! Mamma!》e continuava a chiamarla anche quando fu trascinato fuori dalla camera con la forza.

Sentiva che tutti gli stessero mentendo: lei stava bene, quel mostro non le aveva fatto niente, stava solo dormendo ma loro non lo capivano.

Namjoon gli prese il polso, sotto i suoi continui tentativi di scappare per poter tornare nella camera.

《Chimmy, mamma non c'è più》e provò a farglielo realizzare definitivamente 《per sempre》

E Jimin lo capì veramente, seppur non volesse accettarlo, urlando dal dolore e cadendo sulle ginocchia, scoppiando a piangere devastato.

La vita non poteva avergli strappato sua madre così facilmente, senza neanche dargli una possibilità per reagire; ma invece era andata proprio così e lui l'aveva compreso al suo funerale, quando la vide senza vita in quella cassa di legno.

La fissava vuoto su una sedia, gli occhi che gli bruciavano per le lacrime che, poco dopo aver finito di scorrere, riprendevano: sembrava che da un istante all'altro potesse alzarsi e rivivere, dimenticando quel brutto sogno; ma non lo fece e non era stato solo un incubo, realizzandolo quando la bara fu sigillata e posta nel cimitero.

Mai più avrebbe rivisto il suo viso, mai più avrebbe sentito la sua voce calda, ma più avrebbe potuto giocare con lei, abbracciarla o anche sorride come solo loro due potevano fare.

《Forse è stata quella l'unica occasione in cui ho visto mio padre piangere》commentò, ricordandosi di come rimase colpito nel vedere l'uomo in lacrime.

Ma il racconto non era finito qui, la cherofobia non era nata con la morte della madre, ma con quello che accadde dopo essa.

《Ho mantenuto l'ultima promessa che le avevo fatto per un po'》

Ed era vero perché anche grazie a Taehyung, che gli era rimasto accanto a consolarlo, e a Namjoon con cui affrontava la perdita, gli era tornato un flebile sorriso.

《P-però mio padre per pagare le spese mediche si era indebitato fino al collo e così finì sulla strada del gioco d'azzardo e dell'alcol》

Sentì un nodo allo stomaco, riuscendo a rivedere - come se fosse di nuovo lì - tutte le scene in cui l'uomo tornava a casa tardi e si metteva ad urlare contro Namjoon, ma il piccolo non riusciva a seguire i loro discorsi da grandi.

《Un giorno tornai a casa con un grande sorriso stampato in volto, uno di quelli che gli ricordava tanto la mamma e che a quanto pare non gli stava bene》

L'uomo, quando lo vide sorridere, si era arrabbiò tantissimo: voleva dimenticare sua moglie, quasi non fosse mai esistita, ma Jimin con quell'espressione gliela ricordava vividamente.

Spinto dall'ira e dall'agressività che erano diventate parti fondamentali nelle sue giornate di bevuta, decise che avebbe dovuto punire il figlio per aver riportato a galla il suo ricordo.

La ragione l'aveva persa ormai da tanto, fra un bicchiere e l'altro, e Jimin rabbrividì sentendo in gola un conato di vomito, ricordando di come l'uomo lo prese a colpi di cintura.

Il bambino indifeso contro quel pazzo si contorceva dal dolore, sentendo la pelle spaccarsi e bruciare ad ogni colpo, e chiedeva pietà piangendo e urlando; ma ciò era nulla di fronte all'animo spietato di quell'uomo che continuava imperterrito.

Neanche Namjoon, venuto a conoscenza di ciò che quella persona spregevole aveva fatto tramite i lividi violacei sul fratellino, era riuscito a fermarlo; aveva finito per essere stato preso a calci anche lui.

《Ma io non mi arrendevo e continuavo a sorridere, n-non potevo spezzare la promessa》

E ogni giorno ne subiva le conseguenze, continuando ad essere malmenato da quel pazzo di genitore che gli era rimasto; era stato anche minacciato e perciò doveva anche coprirsi tutti i segni e non parlarne mai con nessuno.

《Ho iniziato a sorridere meno e così lui ha iniziato a punirmi sempre meno; ogni tanto poteva scapparmi un sorriso, ma subito ne subivo le conseguenze e quindi avevo paura》

E finalmente Jimin riuscì a spiegare al fidanzato, che per tutto il discorso era rimasto in silenzio ad ascoltarlo, tutto ciò che gli era successo e la sua fobia.

《Ma lui utilizza ancora la violenza su di te?》fu la prima domanda che gli pose il ragazzo.

《Raramente, per il resto lo evito》

《Jimin》e il corvino assunse un tono molto più serio e autoritario《devi denunciarlo》

《No!》urlò《Ora non avremmo prove e sopratutto non abbiamo la certezza che affiderebbero la mia custodia a Namjoon... ecco perchè stiamo aspettando che io diventi maggiorenne》

Da una parte la cosa sembrava sensata, ma dall'altra parte Yoongi rabbrividì nel pensare quanti anni avesse dovuto passare in quelle condizioni il suo ragazzo.

Dopo aver risolto - per così dire - la questione, Jimin si voltò e scoppiò a piangere sul suo petto.

L'altro voleva fargli sapere che ci sarebbe stato per sempre, che l'avrebbe sostenuto, che l'avrebbe protetto da quell'uomo spregevole e che l'avrebbe aiutato a superare la sua più grande paura.

Asciugò con due baci caldi le sue lacrime e ne stampò un terzo sulle sue labbra, stringendolo fra le sue braccia sentendo il cuore spezzarsi di fronte ai suoi singhiozzi spaventati.

《Ti amo e ti aiuterò ad affrontare tutto》sussurrò al suo orecchio, lasciandolo sfogare.

"E se non ce la facessi ad affrontare la mia paura?"

∬cнєяσƒσвıα∬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora