Lago.
Finalmente dopo un'ora in cui Jimin era riuscito a calmare Taehyung, sconvolto dalla richiesta improvvisa di Jungkook, lo salutò e tornò a casa, o almeno così gli aveva fatto credere recandosi invece in un posto abbandonato da Dio stesso; se avesse voluto rivendicare la sua proprietà su quel luogo l'avrebbe anche potuta ottenere viste tutte le ore spese lì in solitudine.
Il tragitto per arrivarvi era la cosa più stressante per lui, divorato da una sorta di eccitazione nel poter rivedere quel luogo in cui scaricava tutti i suoi problemi e le sue tensioni.
Dopo una decina abbondante di minuti di camminata veloce si fermò davanti ad una fitta radura, composta da alberi di pino e dalla vegetazione che svettavano verso l'alto e creavano una sorta di muro che nessuno si sarebbe mai impegnato ad attraversare; fin da quando aveva scoperto quel posto a Jimin piaceva credere che solo i puri di cuore potessero attraversare quelle radure spinose ed arrivare al cuore di quella semi boscaglia in cui si stava dirigendo superandole.
I suoi occhi scintillarono alla vista del lago, in cui si rifletteva la mezza luna candida, che da sempre senza mai lamentarsi aveva accolto le sue suppliche, i suoi pianti, le sue urla e tanto altro che nessun luogo avrebbe mai potuto dire di aver visto.
L'aveva trovato per caso, dopo essere scappato da casa sua per colpa di una crisi insopportabile in cui Namjoon aveva provato ad aiutarlo, facendolo agitare ancora di più fino ad allontanarsi e rifugiarsi in una radura sperduta; da quel giorno era diventato il suo regno in cui poteva essere sè senza che nessuno impedisse ciò.
Si sedette vicino alle sue sponde riuscendo a scorgere il proprio riflesso nell'acqua non troppo cristallina come era suo solito: d'estate quel bacino era davvero incantato, con l'acqua quasi trasparente e il canto delle cicale accompagnato dalle piccole rane e gli uccellini che creavano una melodia sempre nuova e ammaliante.
Prese una pietra dal terreno e la scagliò contro il suo riflesso con rabbia, non volendo vedere il suo volto che tanto gli ricordava la madre, così puntò lo sguardo verso il cielo scuro della serata che accoglieva poche stelle che sbocciavano come fiori in primavera.
L'aria gelida accarezzava la sua pelle, chiara quanto la la luna quella sera, spostandogli dolcemente i capelli, mentre respirava a pieni polmoni quell'aria pura che profumava di una falsa tranquillità.
Di nuovo infatti i suoi pensieri furono catturati dalla figura di Yoongi, di cui ricordava soprattutto i capelli menta che lo avevano sovvertito inizialmente e lo avevano contemporaneamente in un certo senso attratto; aveva però paura di cosa potesse pensare di lui per colpa dei suoi graffi che si erano subito rivelati.
"Perchè mi fissava? Perchè non ha detto niente?" si chiedeva stringendo la pelle del suo collo tra le dita, mentre il buio inteso cominciava la sua rapida e maestosa avanzata, sorretto dalle poche stelle presenti.
《Mi manchi mamma, qui non ce la faccio più》bisbigliò finchè, in tanto che rivelava al lago e a sè tutti i suoi pensieri più reconditi, non sentì la sua voce incrinarsi e scoppiò in pianto silenzioso.
Velocemente si rialzò, asciugandosi le lacrime con la manica del maglione in un gesto secco e rabbioso e ripulendosi i pantaloni da qualche filo d'erba, volendo tornare a casa sua visto l'orario.
La situazione avrebbe potuto anche peggiorare in qualcosa non terminabile in qualche lacrima e ormai Jimin non era più in grado di affrontare una forte crisi da solo; andava sempre a finire così, con lui che doveva abbandonare tutti i suoi pensieri e tornare a casa.
[...]
Il mattino seguente, a differenza del giorno prima, Jimin si svegliò in perfetto orario e riuscì a fare il tragitto per arrivare a scuola accomoagnato da Taehyung, il quale per qualche motivo a lui sconosciuto era nervoso ed ansioso.
"Probabilmente sarà per Jungkook"
Quando però - forse non per una questione di fortuna - i due ritrovarono proprio lui e Yoongi nel corridoio, vide Taehyung irrigidirsi e addirittura tremare ad ogni passo compiuto nella loro direzione.
《Ciao Jungkook!》
《Ciao Taehyung!》
L'attenzione di Jimin subito sviò dalla loro conversazione - anche se probabilmente sarebbe stato meglio per lui ascoltare - e fu catturata da Yoongi che invece alternava lo sguardo tra lui e le sue converse nere non riuscendo a sorreggere il peso dello sguardo del biondino.
Jimin non riusciva proprio a definire quella persona in nessun altro modo oltre a singolare, proprio perchè era la prima persona che solo fissandolo per qualche istante riusciva ad ottenere la sua attenzione e a stregarlo come il canto delle sirene.
"Starà guardando i graffi? Mi troverà strano? Ha paura di me?"
Tutte quelle paranoie malsane si stavano unendo fra di loro, massacrandolo una dopo l'altra senza dargli tregua ed innervosito dai suoi stessi pensieri, abbassò lo sguardo e strise i pugni, infilanzando le unghie nella pelle sentendo bruciargli i palmi.
Fortunatamente la conversazione tra Taehyung e Jungkook finì in fretta e Jimin, guardando un ultima volta Yoongi il cui volto era tuttavia corrugato, poté finalmente allontanarsi dalla ragione del suo momentaneo squilibrio.
《Ma a te sta bene?》domandò il moro, sopreso di non aver ottenuto nessun tipo di reazione dal suo migliore amico.
《Eh? Cosa?》
《Di uscire tutti e quattro come ho detto a Jungkook, ma mi stavi ascoltando?》
Jimin alzò un sopracciglio, scuotendo rapidamente la testa in segno di negazione e cercando di comprendere le parole ricevute.
《Non ho capito, spiegati bene》
《Ho appena proposto a Jungkook di vederci tutti e quattro, perché non avrei mai retto da solo con lui...》
《Continua》
《E ci ha invitato ad andare al suo appartamento per la serata》e il biondo scosse di nuovo la testa, non riuscendo ad immagazzinare tutte quelle informazioni che stava ricevendo troppo in fretta per i suoi gusti; ripensò a ciò che Taehyung gli aveva detto e finalmente comprese: avrebbe rivisto Yoongi.
《Come scusami? Io non ci vengo》
Taehyung a quel punto cominciò una serie di suppliche, pregandolo durante tutta la giornata scolastica, nonostante la risposta di Jimin fosse rimasta negativa fino a quando esausto non accettò, solo per zittirlo e renderlo felice.
Ironico come non volesse provare sulla propria pelle quell'emozione, ma tuttavia volesse donare in qualche modo quella sensazione, che si annidiava in maniera positiva nello stomaco, a tutte le poche persone che gli stavano a cuore, anche se fosse una condizione molto pericolosa - secondo lui - che avrebbe portato soltanto a più dolore.
La sua cherofobia lo aveva portato addirittura ad invidiare tutte le persone che potessero essere felici senza aver paura delle conseguenze, perché ne era sicuro che vi fossero delle conseguenze nel provare gioia e che queste fossero anche gravi, come delle reazioni collaterali da astinenza di droga.
"La gente la prova perché magari in un brutto periodo, ma dopo la prima volta ne vuole ancora, ancora e ancora, sempre in quantità maggiori.
Ma quando non si può più averla tutto va male, peggio dell'inizio" era il suo pensiero universale sia per la droga che per la felicità."Quindi starò di nuovo con lui" pensò mentre metteva piede fuori dalla scuola.
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∬cнєяσƒσвıα∬ Yoonmin
Fanfic[COMPLETA] / [IN REVISIONE] • Jimin ha la Cherofobia, la paura della felicità, ma una volta conosciuto Yoongi mette in dubbio la propria fobia e tutto ciò che lo spaventa davvero. Sconfiggerà la sua più grande paura assieme a lui o sarà la fobia ad...