Capitolo 7.

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"Wow, ti sta benissimo il ciuffo nero."

YoungNam accarezzava lentamente il suo ciuffo mentre Shou, seduto d'avanti a lui, cercava di restare calmo. Il ragazzo non si era posto il problema di quei capelli, anzi, li trovava belli.   

Lui e KangDae avevano velocemente cercato ciò che volevano, correndo poi a casa del più piccolo. Sapevano a cosa fosse dovuto quel ciuffo e non potevano negare di essere preoccupati.

"Bene? Young! I miei capelli hanno cambiato colore, rischio di finire nei guai."

Shou cercò di respirare a fondo per mantenere la calma, non poteva dire al più piccolo a cosa fosse dovuto quel ciuffo e non poteva dire le conseguenze che poteva avere. Si sarebbe preoccupato e non voleva.

KangDae era in piedi in un angolo della stanza, quel continuo tocco lo stava irritano. Non sapeva se quel cambio del colore avrebbe potuto ferire il piccolo e poi lo infastidiva, continuava a parlare di quei capelli dal loro arrivo.

"Moccioso, fermo con queste mani mi stai irritando. Non è un bene il suo cambiamento di capelli, smettila di essere felice."

Sbuffò stendendosi sul letto. Non poteva stare lì a sentire i problemi di quell'angelo, aveva di meglio da fare. Come leggere il libro che avevano trovato sul loro pupillo.

Voleva sapere di più su di lui, sapere la sua vera natura e sapere chi fosse davvero quel ragazzo che aveva protetto e tentato per così tanti anni.

Si chiese come avrebbe reagito l'altro alla notizia della sua vera natura.
Lui stesso era scioccato e ancora non riusciva a credere a quella notizia. Se lui non riusciva a capacitarsene non immaginava il diretto interessato.

"Sei sempre acido tu. Ti faccio persino mettere sul mio letto e mi tratti così."

YoungNam lo guardò male, smettendo di accarezzare i capelli dell'angelo. Non era colpa sua se gli stavano bene.

KangDae lo ignorò mentre Shou sospirò spazientito. Nessuno dei due stava prendendo sul serio la questione e ciò lo innervosiva.

"Devo nascondere questi ciuffo, potete prendermi sul serio?"

YoungNam lo guardò attentamente, alzando poi le spalle.

"Decolorazione?"

KangDae lo fermò.

"Sei scemo?"

YoungNam sbuffo.

"Era un'idea!"

Shou guardò i due litigare in silenzio.
Non sapeva di avere quella parte, ma improvvisamente ebbe voglia di poggiate le mani dietro la testa di entrambi facendole scontrate finché non si fossero zittiti.

Si alzò dal letto e camminò verso bagno situato nella camera. Non voleva perdere tempo dietro a quei due, aveva capito che avrebbero litigato ancora per molto.

Si piazzò d'avanti lo specchio iniziando a sistemare i capelli con le mani, fortunatamente erano pochi quelli neri. Prese la spazzola cercando di sistemarli, ritrovandosi così a spostare il ciuffo di capelli dalla parte opposta della fronte. In quel modo la ciocca nera sarebbe stata sotto le ciocche bianche.

Non gli piaceva molto il ciuffo da quel lato, ma si sarebbe accontentato finché non avrebbe trovato rimedio.
Se l'avrebbe trovato, ovviamente.

Tornò in camera notando i due ancora intenti a bisticciare tra di loro. Sembravano due bambini. E pensare che KangDae dovrebbe essere il più grande dei tre.

"Smettetela di litigare voi due. Rosso vieni con me, dobbiamo fare una cosa."

KangDae si mise seduto sul letto, ignorando le proteste di YoungNam per aver poggiato le ciabatte sulle lenzuola pulite.    

"Ho un nome angioletto, non mi chiamo "rosso"."

Shou ignorò le sue parole, lasciando un bacio tra i capelli di YoungNam. Voleva sapere di più su di lui, non era sicuro di ciò che avrebbe trovato e voleva sentirlo in qualche modo più vicino.

Aveva visto crescere quel ragazzo dopotutto.

"Fai il bravo, va bene? A domani."

YoungNam annuì salutando entrambi. Non capiva perché Shou fosse così affettuoso, ma credette semplicemente che fosse la sua indole da pennuto bianco.

KangDae si alzò pigramente dal letto, avvicinandosi all'angelo. Era ora di occuparsi del loro terrestre non più terrestre.

"Andiamo angioletto."

Shou annuì salutando un'ultima volta YoungNam che, vedendoli sparire, si chiese se uno dei due si fosse accorto del piccolo, quasi invisibile, ciuffo bianco nei capelli di KangDae.

°

"Bene, leggiamo."

Shou prese il libro tra le mani, guardando Kangdae. Non poteva negare di essere abbastanza in ansia, non sapeva cosa avrebbe letto e aveva un po' paura.
Kangdae annuì, pronto a leggere quel libro.

Shou aprì il libro, notando la prima pagina strappata. Quella che avevano trovato in biblioteca, probabilmente.

"Unum, nasce il 25 dicembre 2000. Unico, come la sua nascita. L'unico nato da un demone e un angelo, unico come il suo nome. I suoi genitori sono morti il giorno in cui è stato spedito sulla terra. È stata la loro punizione. Unum è stato punito per conto dei genitori, diventando un angelo caduto. Il suo nome è stato cambiato in YoungNam, per sempre. Per sempre bandito dai due regni."

Shou riassunse ciò che aveva letto in quelle prime pagine. Trovava mostruosa la morte di due persone che si amavano e trovava ancor più brutto che quel bambino fosse stato punito senza centrare niente.

Riprese a parlare.

"Resterà sulla terra finché non proverà il vero amore e solo all'ora verrà riammesso nei nostri mondi, ma dovrà scegliere. Angelo o demone. Bene o male. Verrà seguito come un qualsiasi mortale, avrà la sua guida e il suo tentatore e qualsiasi cosa succederà loro lui stesso la sentirà. E ne soffrirà se servirà."

Chiuse il libro, guardando il demone. Aveva ancora molto da leggere, ma leggendo l'ultima frase sentì un vuoto al petto. Poteva essere la causa della sofferenza di YoungNam.

Non sapeva perché avessero scelto una soluzione tanto stupida, ma si chiese quanto avesse sofferto in quegli anni. Non tanto per lui, ma per il demone.

Lui aveva delle regole ben precise che seguiva sempre, con costanza e determinazione. Il demone invece non seguiva le regole. Faceva sempre di testa sua e si chiese quanto l'altro sia stato male.

"Hey, non guardarmi così. Io non ho mai fatto stare male YoungNam, l'avremmo notato."

KangDae scattò sulla difensiva vedendo lo sguardo accusatorio dell'altro. Non aveva regole è vero, ma non avrebbe mai fatto soffrire il suo pupillo.

Era un demone, ma voleva bene a quel moccioso. Più o meno.

"Le nostre azioni potrebbero avere conseguenze su di lui, KangDae. Però effettivamente non è mai stato male. Siamo entrati in quel reparto, avrebbe dovuto soffrirne, giusto? Ma non l'ha fatto."

Il demone guardò l'angelo, annuendo alla sua domanda.
Effettivamente non aveva provato mai dolori e si chiese se quel libro non avesse cose inventate scritte sopra.

Una cosa era certa però, non avrebbe lasciato un punto interrogativo nella sua testa. Voleva delle risposte.

Note:
È brutto lo so, ma oggi sto un po' girata e non sono riuscita scrivere niente di decente. Nonostante ciò non volevo lasciarvi senza capitolo, spero capiate. Buona lettura bimbi, ci vediamo domani con l'altra storia. 

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