Capitolo 23.

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Ogni persona, nel mondo, ha il proprio circolo vizio.

Ad alcuni è più grande e ad altri più piccolo, l'importante è sapere che chiunque ne ha uno. Nessuno escluso. È importante ricordare ciò così da non sentirsi strano.
Ogni persona, nessuna esclusa, ha una piccola ossessione che non può abbandonare in nessuno modo.
Forse alcuni nemmeno lo sanno, ma è giusto sapere che tutti hanno un proprio mondo che nessuno potrà mai capire.

E Shou questo lo sapeva bene.

L'aveva capito ormai da giorni. Credeva che non sarebbe mai entrato in quel circolo vizioso e invece l'aveva fatto.

E la colpa era unicamente di KangDae.

Quel demone lo stava facendo totalmente impazzire. L'avrebbe insultato, ma sapeva che si sarebbe sentito in colpa subito dopo.
Accidenti alla sua dolcezza.

Delle volte quasi rimpiangeva il suo non essere umano, così da essere libero di fare e dire ciò che voleva.

Era seduto sul bordo del fiume Banpo, intento ad ammirare i bellissimi colori che coloravano l'acqua che scorreva come una cascata. I colori erano sul rosso e non poté trattenere un sorriso divertito.

Il rosso continuava a tormentarlo ovunque andasse.

Era notte ormai, ma nonostante ciò la città di Seoul continuava a vivere. Di tanto in tanto passavano delle macchine di lì, probabilmente gli autisti lo credevano pazzo.
Solo un pazzo starebbe lì, in piena notte, da solo, ad ammirare l'acqua.

Per lui era rilassante. Il suono del fiume che scorreva lo faceva calmare.

Aveva avvisato YoungNam della sua uscita, avvertendolo di dove stesse andando per non farlo preoccupare. Sapeva che tra non molto KangDae sarebbe andato a casa sua, per cui era uscito tranquillamente.

Non aveva più affrontato l'argomento "quella notte" con YoungNam. Lui aveva provato varie volte ad aprire quel discorso, ma puntualmente lui si rifiutava di parlarne. Non era pronto a farlo.

Non era pronto a parlare delle lacrime che aveva versato quel giorno, dopo essersi svegliato da solo, così come non era pronto a parlare del suo esserci ricascato.

Si sentiva uno stupido, davvero, ma non aveva potuto farne a meno.
Aveva evitato KangDae per due giorni, ma era stato inutile. Si erano ritrovati insieme e il demone ne aveva approfittato immediatamente per parlargli, consolarlo, stringerlo a se e in qualche modo si era ritrovato nuovamente nel letto con lui.
Non sapeva se era peggio ciò o il fatto che YoungNam il giorno dopo li aveva trovati insieme.

Si era rifiutato di guardarlo per un giorno intero.

Chiuse gli occhi, sospirando. Gli  mancava quel demone pazzo, ma sapeva di non poter andare ovunque fosse. Aveva paura di chiamarlo, non sapeva se avrebbe reagito negativamente e aveva ancora più paura di trovarlo con qualcuno.
Non era sicuro di riuscire a sopportare quella visione.

Aveva così tanti sentimenti in uno stesso momento che non riusciva nemmeno a pensare. Voleva solo restare lì, in silenzio, ripensando ai momenti con lui.
Un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra al ricordo della loro prima notte insieme, era così stupido da parte sua.

Era stata una sera. Per lui era stato uno dei momenti più belli di sempre, ma probabilmente per l'altro non era niente, solo una delle tante avventure che era abituato ad avere.

Era uno dei tanti, nient'altro. Non sarebbe mai stato qualcosa di più se non uno tra mille.

Era una stella, in un cielo notturno, ben lontano di diventare una luna.

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