Capitolo 5.

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YoungNam era seduto sul letto con Shou. L'angelo teneva delicatamente la sua mano cercando di fargli passare quel dolore che da giorni lo colpiva.

La sua mano destra bruciava ormai da giorni e non riusciva a spiegarsi il motivo. Aveva provato a bagnarla con dell'acqua fredda, aveva provato provato a mettere della pomata e aveva provato a mettere del ghiaccio, ma nessuno di loro sembrava non funzionare.

Non era un bruciore forte, era abbastanza leggero, ma era fastidioso. Sentiva questo continuo pizzichio e non lo sopportava più.

Shou era andato a fargli visita come al solito così ne aveva approfittato per far passare quel dolore. Il ragazzo vestito di bianco si sedette sul letto e accarezzò lentamente la mano dell'altro, vedendolo fare continue smorfie di dolore.

"Non capisco perché non ti stia passando..."

La voce di Shou era evidentemente preoccupata mentre cercava di toccarlo nel modo più delicato possibile.
Non voleva fargli male, si stava davvero preoccupando per la sua non guarigione.

Sospirò pensando a qualche modo per guarirlo e si chiese se non fosse un qualche scherzo di quel diavolo che si occupa di lui.

Dopotutto il suo essersi dimostrato gentile una volta non toglieva la sua vera natura.

Una natura cattiva, antipatica, dispettosa e incredibilmente irritante per qualsiasi giovane angelo.

"Cosa state facendo?"

Shou urlò sentendo quella voce parlare al proprio orecchio e quasi non cadde dal letto, sentendo YoungNam e KangDae ridere rumorosamente.

Guardò male entrambi rimettendosi seduto su letto in modo composto, avrebbe quasi schiacciato la mano di YoungNam per aver riso di lui che stava cercando di aiutarlo.

"Hyung, la mia mano brucia da giorni. Ho provato di tutto, ho anche chiesto a Shou, ma non passa."

YoungNam sospirò, imbronciandosi mentre Shou accarezzava la sua pelle candida.

Altra cosa strana era la sua pelle. Era chiara, candida, senza macchie o rossori. Non sembrava che si fosse bruciato e davvero, non capiva come fosse possibile.

KangDae si sedette sul letto tirando la sua mano verso di se. YoungNam urlò per la forte pressa e Shou lo strinse immediatamente, guardando male il demone per la sua mancata delicatezza.

Il rosso ignorò entrambi ed esaminò la mano, cercando di capire se fosse entrato a contatto con qualcosa di sbagliato. Magari qualcosa proveniente dal suo mondo.

"Hai toccato un demone o cose del genere? Hai tracce della mia città addosso."

YoungNam inarcò un sopracciglio, non capendo cosa intendesse l'altro. Quali sarebbe le tracce della sua città?

Shou lo ricopiò, chiedendosi se quel demone parlasse a vanvera o meno. Cosa poteva essere di così speciale da non riuscire a guarire nemmeno con l'aiuto di un angelo?

"Bruciatura di fata...hey, come possibile? Sei un umano!"

KangDae lasciò improvvisamente la sua mano, non volendo bruciarsi in nessun modo.

La bruciatura di fata era una cosa non molto comune che accadeva tra i demoni.
Quando una fata era innamorata o delusa poteva far cadere le sue lacrime sul demone che l'aveva ferita facendogli patire grandi dolori.
Il bruciore in quei casi era davvero straziante.

YoungNam però non era un demone e il dolore era molto lieve. In più, doveva essere stato toccato da un demone e nessuno sarebbe mai sceso nel mondo umano con quei forti dolori.

Shou si morse il labbro guardando la mano di YoungNam. Sapeva la vera natura del ragazzo e si chiese se ciò non avesse potuto influenzare la situazione.

"Puoi mettere qualcosa per far passare il bruciore? Continua da giorni."

Era preoccupato per il suo amato pupillo e lo infastidiva il non poterlo aiutare.

Il demone annuì lentamente, alzandosi dal letto e aggiustando i propri vestiti.

"Si, ma devo tornare nella mia città per cui devi sopportare il dolore fino a domani."

YoungNam annuì e si sdraiò sul letto, sbuffando. Non aveva voglia di sopportare ancora quel fastidio, ma era costretto ad aspettare e non se ne sarebbe lamentato.

Almeno sarebbe passato.

KangDae era pronto ad andare via quando venne fermato da Shou.

"Vengo con te, io...devo dirti una cosa."

Entrambi lo guardarono sbalorditi per quella richiesta, ma nonostante ciò si salutarono e i due alati andarono via da quella stanza.

°

"Hai trovato qualcosa?"

KangDae stava sfogliando il libro, in cerca di qualcosa che potesse essere utile per entrambi. Era difficile, cazzo.

"Niente."

Shou sospirò sconsolato, incrociando la gambe sul pavimento e chiudendo l'ennesimo libro.
'Dae si sedette avanti a lui, con altri libri tra le mani.

"Sei sicuro di ciò che hai detto? Non ho mai sentito di un demone e un angelo insieme."

Quando erano andati via dalla casa di YoungNam aveva raccontato la sua vera storia al demone, decidendo di fare varie ricerche nella libreria dedicata ai corpi celesti.

La bruciatura di fata non si tramandava tramite contatto e, in più, non sapevano come quella cosa avrebbe influenzato un metà demone e metà angelo. 

"Sicuro, me ne ha parlato mia madre e po- eccolo!"

Shou scacciò gli altri libri aprendo velocemente il libro nero che aveva tra le mani.

"Angeli caduti."

Queste parole erano incise sulla copertina del libro e KangDae subito si sporse in avanti, pronto a cercare il suo terrestre.

Shou sfogliò le varie pagine cercando un nome, leggendo ogni dettaglio, non trascinando niente nella speranza di vedere il nome che cercava.

"Qui parla solo dei comuni angeli caduti. Chi per lussuria, Lucifero...non c'è niente di ciò che cerchiamo."  

Il demone sbuffò sedendosi al fianco dell'angelo, attento a non far sfiorare i loro corpi.

Stava iniziando a pensare che quella storia fosse tutta una messa in scena e quell'angelo era stato stupido a crederci così tanto.

Shou ignorò totalmente le sue parole, continuando a cercare. Credeva in ciò che aveva sentito e voleva saperne di più.

Sospirò quando, arrivato quasi alla fine del libro, non trovo il suo nome e stava per chiuderlo sconsolato.

Mancavano poche pagine e rimase deluso nel non vedere il nome, la foto  o niente altro che conducesse a lui. 
  
Stava per chiudere il libro, ma quando girò la copertina sentì un movimento strano, come se la copertina fosse rotta e ricucita con lo scotch.

Lo aprì nuovamente osservando quelle pagine, cercando di capire se c'era effettivamente qualcosa di utile.

Passò i polpastrelli sulla carta e in quel momento la copertina sparì, lasciando spazio ad un vecchio figlio.

Lo lesse con attenzione e successivamente disse una cosa che richiamò l'attenzione del demone.

"Unum, l'unico."

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