Capitolo 3

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Cheryl, presa dal provare in ogni modo a coprirsi il più possibile, non aveva nemmeno sentito il rombo dalla moto che l'aveva affiancata e inevitabilmente perse un battito. Guardò Toni, poi la moto, di nuovo Toni e poi ancora la moto. Non poteva negare di essere spaventata da quegli aggeggi infernali, l'idea di viaggiare su due sole ruote, di perdere l'equilibrio o di non essere protetta da una struttura di metallo la terrorizzava, ma in quella situazione, alle 4 di notte, aveva solo due opzioni: proseguire per minimo mezz'ora a piedi, su una strada deserta e col rischio di congelarsi oppure salire su quel aggeggio infernale, con il rischio di perdere un arto e arrivare nella sua stanza accogliente in circa dieci minuti. La ragazza di fronte a lei sembrava avere esperienza e un idea chiara di ciò che faceva e magari, se non fossero andate troppo veloci, Cheryl sarebbe tornata a casa intera. Accettò la proposta di Toni con un cenno insicuro del capo e aggiunse «Accetto solo perchè a quest'ora non passano i taxi» , la Serpent rise a quelle parole, risata che la rossa trovò quasi... Dolce. Si sentivano più libere di esprimersi dopo quell'oretta passata insieme. « Sei mai stata in moto?» chiese la ragazza più bassa sganciando il casco e porgendolo a Cheryl, che in risposta lo prese e scosse la testa sperando di sembrare meno spaventata possibile. Dopo aver tolto il cappuccio e aver infilato il casco nero, armeggiò per un minuto circa, sotto gli occhi attenti di Toni, con le due cinghiette appese, senza tuttavia riuscire a chiuderle. La Serpent non riuscì più a trattenersi e scoppio a ridere: in quel momento la ragazza di fronte a lei sembrava una bambina che prova a incastrare due pezzi di lego, aveva il viso imbronciato e le sopracciglia corrugate, segno che stesse ricorrendo a tutte le sue abilità per chiudere il casco. Sentendo ancora una volta le risate di Toni, Cheryl alzò lo sguardo e arrossì violentemente, cosa che fu fortunatamente nascosta dall'imbottitura del casco che le premeva sulle guance «Dai non ridere» disse imbronciata. La ragazza fredda e cattiva che aveva conosciuto meno di 24 ore prima era completamente sparita, quel pensiero fece sorridere la rosa che, senza nemmeno chiederle il permesso, si sporse dalla moto e allungò le mani fino al viso di Cheryl. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo mentre chiudeva e regolava il casco, quegli occhi erano ipnotici, forse era per quello che tutti erano ai suoi piedi; dopo aver chiuso il casco e abbassato la visiera, si allontanò a fatica da lei e immediatamente quel profumo di ciliegia e il contatto con la sua pelle liscia le mancarono, la Serpent si fece un po' più avanti sul sedile della moto e allungò un braccio verso la sua passeggera per aiutarla a salire. Cheryl vi si poggiò e con un po' di fatica riuscì a sistemarsi dietro di lei, non appena Toni si rese conto che la ragazza era seduta chiese emozionata - come ogni volta che era in moto - «Pronta?», ma la Blossom, quasi completamente nel panico rispose tutto d'un fiato «No, no, no, no. Aspetta, dove devo tenermi? E il tuo casco dov'è? E poi sai dove abito?» la rosa sorrise sentendo il suo tono e rispose tranquillamente alla sue domande «Allora...» finse di pensare alla risposta «Le persone di solito si tengono all'autista, ma immagino che possa andare bene anche se ti tieni al bordo del sedile. Poi... il mio casco ce l'hai tu e tutti sanno dove abitano i Blossom, anche gli abitanti di Greendale» dopo una breve pausa aggiunse con tono comprensivo «Possiamo partire?» Cheryl si sistemò nuovamente, tastando i bordi del sedile in modo da trovare un punto al quale reggersi saldamente «Si» poi aggiunse con tono flebile, quasi imbarazzata «Per favore, vai piano» Toni sorrise sentendo quella richiesta, diede un paio di colpi di polso e rilasciò la frizione, partendo con un rombo.

Durante quel viaggio la tensione della Blossom, dovuta alla sua paura per le due ruote si percepiva da miglia di lontananza, la sua schiena era completamente rigida e i pugni erano serrati attorno al sedile e, nonostante non stessero andando veloce, percepiva un'enorme forza spingerla indietro. Quando, dopo pochi minuti di viaggio, Toni prese un a buca - che il fanale non aveva illuminato a sufficienza da permettere di schivare - la moto sobbalzò, Cheryl tirò un gridolino appena percettibile, istantaneamente avvolse le braccia attorno ai fianchi dell'autista stringendoli e posò la testa sulla sua spalla, in modo che forza fisica che la spingeva indietro cessasse.

𝐈𝐋 𝐌𝐀𝐍𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora