<< Betty devi farmi un favore gigante >> annunciò Toni uscendo dalla sua camera seguita da Veronica, entrambe si erano cambiate, indossando vestiti di gran lunga più comodi di quelli precedenti. Jughead era ancora chino sull'enorme raccoglitore, in una mano la tazza con il caffè, con l'altra scorreva i nomi dei pazienti.
<< Dimmi T >> disse Betty sedendosi sul bracciolo del divano accanto alle due ragazze << Devi aiutarmi a scrivere un articolo su quel maledetto buco infernale, la vecchia vuole una copia del "Blue and Gold", ovviamente metteremo l'articolo solo nella sua copia, ti prego dimmi che è fattibile >> disse Toni quasi disperata, certamente non aveva calcolato quel dettaglio e, finchè non avrebbero avuto delle certezze, sarebbero dovuti risultare meno sospetti possibile << Tranquilla T, ci penso io, voi riposatevi, sembrate piuttosto scosse >> la bionda allungò la mano verso il quaderno, ormai pieno di appunti, di Toni, la quale rispose quasi entusiasta << Mio dio B, sei la mia salvezza, non deve essere nulla di articolato, devi lodare la sua bravura e ringraziare "nostro signore Gesù Cristo" >> disse facendosi velocemente un segno di croce, imitando la suora << E vedrai, le andrà più che bene >> dopo una breve pausa aggiunse << Ah B, per favore usa solo gli appunti in corsivo, quelli in stampatello sono tutte le cose di cui dovremo tenere conto... Poi>> disse l'ultima parola gesticolando, la Cooper si sedette su uno degli alti sgabelli della cucina, posando il quaderno pieno di appunti e accendendo il computer, che aveva portato con se, per iniziare a lavorare all'articolo fin da subito.<< V com'è andata con le foto? >> chiese Toni distrattamente, ma la sua amica sembrava completamente assente, effettivamente non spiccicava una parola da ore, per esattezza da quando erano erano entrate in manicomio; era seduta sul divano, con le gambe incrociate e stretta nella felpa grigia che prendeva sempre alla rosa, la tazza a coppa fra le mani e lo sguardo fisso su quello che sembrava essere l'angolo del solito tavolino. << V, ehy stai bene? >> la rosa si girò verso la mora, in modo da riuscire a guardarla, le accarezzò dolcemente il ginocchio e quel gesto sembrò l'unica cosa a svegliarla dal suo stato di trance. << Cosa? >> disse con voce flebile, portando lo sguardo sulla Serpent, la quale, con fare materno, prese la sua tazza, mettendola da parte sul tavolino, prendendole poi le mani, fredde - nonostante il calore rilasciato dalla tazza -. La ragazza di fronte a lei aveva solo il volto di Veronica, ma il suo sguardo, la sua espressione, non avevano nulla a che fare con la ragazza che conosceva, quella sempre allegra e sorridente. << Veronica, ti prego dimmi che succede >> disse la rosa, quasi supplicante accarezzandole i dorsi delle mani con i pollici, si stava davvero preoccupando, non le era mai capitata di vedere la sua amica così, la quale con tono basso e voce incerta rispose << T dai, ci sei stata anche tu con me lì dentro, ci siete stati tutti, quel posto è la bocca dell'inferno, quell'odore di muffa e umido, misto a quello di alcol disinfettante è esattamente l'odore che ha l'inferno >> disse con un volto estremamente disgustato al ricordo << E tutte quelle persone Toni, dai non provare a dirmi che erano vivi, erano tutti in pena, ti rendi conto? Curano i pazienti con l'elettroshock in modo tale che dimentichino i traumi >> una lacrima le scese lungo la guancia, nessuno dei presenti aveva mai visto la mora così sensibile, ma evidentemente quel posto aveva avuto effetto anche su di lei << Hai visto anche tu quella donna che si strappava i capelli per la disperazione... E se anche Cheryl fosse finita così? Toni potremmo esserci noi al suo posto in quel buco, potrei esserci io, se solo avessimo prestato più attenzione, se solo ci fossimo accorti che non stava bene >>
E ora era il turno di Veronica dopo la rosa, le lacrime sul suo viso iniziarono a scendere copiose e gli occhi si fecero lucidi. La Serpent non potè dire nulla, cosciente del fatto che ciò che stava provando la mora in quel momento l'aveva provato lei stessa qualche giorno prima e nessuna parola di conforto sarebbe stata abbastanza, quelle paure sarebbero rimaste, quel peso sul petto non sarebbe andato via, perchè lo sapevano, lo sapevano tutti, che se solo avessero avuto la forza di guardare oltre i muri di quella ragazza sofferente, più umana di tutti loro messi insieme, non sarebbero arrivati a tanto. E Toni lo sapeva, lo sapeva che prima o poi sarebbero crollati tutti, uno a uno, come lei, come Veronica, perchè la colpa era di tutti.
Nonostante tutto il peso che la rosa portava sulle spalle in quel momento, nonostante le sue ansie, le sue paure, i suoi rimpianti, mise da parte tutto, una morsa si strinse attorno al suo cuore sofferente vedendo la mora ridotta in quelle condizioni, senza dire nulla l'avvolse in un abbraccio e rimasero così, Toni la strinse sempre di più a se. Ancora una volta desiderò di potersi addossare il dolore di una persona, di poter assorbire, con quell'abbraccio, almeno parte di ciò che provava Veronica, perchè la Serpent lo sapeva come si sentiva, lo sapeva quanto avevano fatto male i sensi di colpa, lo sapeva quanto forte potesse colpire la consapevolezza.
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𝐈𝐋 𝐌𝐀𝐍𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐎
RomanceUn matrimonio nell'orrore. Una tragica vicenda segna la vita di due ragazze, legandole per sempre, nel bene e nel male. Il male chiama il male, attraendo a sé errori, pregiudizi e fraintendimenti, tirando fuori fantasmi del passato e scheletri nell...