I primi raggi di sole entravano attraverso le finestre della roulotte, il cielo era azzurro e verso l'orizzonte, fra gli alberi, si intravvedevano le sfumature rosate e aranciate dell'alba. Toni era seduta fuori, a guardare il sole sorgere, l'odore della frescura e del caffè le empivano le narici e una brezza leggera le accarezzava il viso. Fortunatamente dopo quella nottata si era calmata e un'enorme tazza di caffè era esattamente ciò che le serviva per iniziare la sua giornata al meglio, si era convinta che erano cose della vita, errori inevitabili e che era inutile piangere sul latte versato: d'ora in poi non si sarebbe più fidata così in fretta delle persone e sicuramente non avrebbe avuto mai più nulla a che fare con Cheryl.
Era ancora presto quella mattina, quindi Toni decise di prendersi un po' di tempo per se stessa, fece una rilassante doccia fredda, che durò leggermente più del normale, si godette la sensazione dell'acqua fresca che le bagnava il viso e le scorreva velocemente sul corpo, rinvigorendolo; quando uscì si pettinò con cura i suoi capelli striati di rosa e li reidratò con una maschera al cocco, scelse con cura i suoi vestiti: una maglia bianca e aderente a collo alto, che la fasciava perfettamente, un paio di jeans aderenti e a vita alta, con due enormi strappi sulle ginocchia, ne risvoltò di poco i bordi, in modo da poter infilare comodamente gli anfibi neri e alti che adorava e, per completare il look, le sue solite tre collane, il chocker, il serpente e il dente di puma. Prendersi cura di se stessa la faceva sentire bene, le alzava l'autostima, la faceva sentire forte e sicura di se e quella sensazione di sicurezza e di potere era stupenda, decise di indossare anche un filo di trucco, probabilmente il giorno prima non era riuscita a dimostrare davvero chi era. Collegò il cellulare alle casse e ben presto, in tutta la sua roulotte e anche oltre, risuonavano i potenti bassi di un rock industriale, che lei adorava. Sentiva che avrebbe potuto spaccare il mondo quella mattina, era carica. Andò in bagno, muovendosi a ritmo e indossò l'eye liner, un filo di mascara e un rossetto bordeaux scuro, tendente al violaceo. Non c'era nulla da dire, quel po' di trucco aveva avuto un grande impatto su di lei, gli occhi leggermente allungati e stretti grazie al nero del trucco e il rossetto scuro che le assottigliava di poco le labbra, uniti al sorrisino spavaldo di quella mattina le conferivano un aspetto decisamente sexy e accattivante.Inconsciamente voleva dimostrare alla rossa di essere alla sua altezza, anche meglio, ma lo faceva soprattutto per se stessa, per sentirsi bene.Quando fu pronta, dopo essersi ammirata allo specchio - per più tempo del solito -, le avanzavano ancora tre quarti d'ora prima di incontrarsi con i ragazzi e andare a scuola insieme. Non ci mise molto a trovare qualcosa da fare, infatti, non appena mise piede nella sua camera, si accorse del disordine che c'era. Cosa davvero strana per lei, dato che, al contrario di quanto sembrasse, era una maniaca dell'ordine, teneva i libri divisi per colore, come le robe, le quali dovevano essere anche perfettamente piegate, la sedia in linea col bordo della scrivania e quello del computer, le lenzuola tirate e nessun residuo di cibo in giro. In quel momento era esattamente tutto al contrario, vestiti sparsi, libri ovunque, la sedia dal lato opposto della scrivania e il cuscino per terra.
Si diede subito da fare, inizio col riordinare i libri, riempiendo lo zaino con quelli che le servivano quel giorno, poi sistemò la scrivania, il letto e pulí il pavimento.
Ora era tutto davvero perfetto, sia Toni che la sua stanza.
Uscendo il suo sguardo si soffermò su una serie si polaroid attaccate con delle punes rosse su un pannello di sughero, si prese qualche momento per guardarle: alcune raffiguravano i suoi amici, altre lei da piccola o adolescente, altre ancora punti panoramici di Riverdale e delle città limitrofe, altre Toni con si suoi genitori. Avevano tutte una cosa in comune: nessuno guardava l'obbiettivo, erano fotto scattate all'insaputa dei soggetti e li ritraevano perfettamente durante la loro quotidianità. Alla Serpent piaceva fotografare i momenti, non le persone, fotografava tutto ciò che le piaceva e fotografava le situazioni in cui stava bene: le piaceva fermare un ricordo in un'immagine e poterlo rivivere.
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𝐈𝐋 𝐌𝐀𝐍𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐎
RomanceUn matrimonio nell'orrore. Una tragica vicenda segna la vita di due ragazze, legandole per sempre, nel bene e nel male. Il male chiama il male, attraendo a sé errori, pregiudizi e fraintendimenti, tirando fuori fantasmi del passato e scheletri nell...