Dopo quello strano sabato, la domenica arrivò altrettanto stranamente in fretta. Durante quella giornata, scura e umida, le due ragazze non parlarono molto, anzi, non parlarono affatto, se non per cortesia e per dirsi l'essenziale. Si addormentarono insieme come da routine, nel letto di Toni, però, al contrario del solito, dandosi le spalle; quando quest'ultima si svegliò fu travolta da un freddo insolito, quasi disarmante di un letto vuoto e, quando si alzò, non trovò Cheryl in cucina intenta a preparare la colazione - come aveva fatto la Serpent il giorno prima - bensì addormentata sul divano di pelle nera e fredda del piccolo salotto, con le ginocchia contro il petto, avvolte nelle braccia e nemmeno una coperta a coprirla. Ci rimase male, ci rimase davvero male quando realizzò che la rossa non aveva voluto dormire con lei e si sentì ancora peggio quando l'unica parola che le rivolse fu un freddo e formale "Buongiorno". L'aveva delusa. L'aveva illusa. Tutte ciò che aveva paura di passare, ora lo stava passando Cheryl per colpa sua, come faceva sempre: subiva per colpa di qualcun altro.
Per l'ennesima volta nella sua vita si rifugiò nella psicologia, nella razionalità, nell'unica certezza che aveva, la sua mente le diceva di aver fatto la scelta giusta, che la rossa stava solo reagendo al trauma, rifugiandosi nelle braccia della persona che l'aveva salvata, perché era debole e sola e aveva bisogno di qualcuno; più ci pensava e più ne era convinta, si convinceva che i baci che si erano scambiate erano dettati da momenti di debolezza, di entrambe.Dall'altro lato Cheryl, che dopo quel rifiuto aveva perso tutta la fiducia che aveva trovato in Toni: non si sentiva più a suo agio con lei, nel suo letto, nei suoi vestiti, nella sua casa, si sentiva un peso; non si sentiva più al sicuro con lei, quell'apparentemente banale rifiuto aveva scatenato un enorme tornado, un po' come quello chiamato "effetto farfalla": un piccolo battito d'ali che scuoteva i venti fino a scatenare l'inferno. Cheryl stava male. Provava così tante emozioni che, paradossalmente, non sentiva niente, nemmeno quell'ennesimo vuoto nel petto che le aveva provocato quell'insignificante rifiuto. Non riusciva a mangiare, lo stomaco le si sigillava e durante tutta la domenica non aveva toccato cibo, se non un caffè e qualche boccone di pasta; quando si guardava allo specchio quella sensazione allo stomaco aumentava ancora, esageratamente; il riflesso che vedeva di sé stessa la disgustava, portandola all'esasperazione, si sentiva in un corpo non suo, fino a non riconoscersi, quegli occhi, quelle occhiaie, il volto pallido, i capelli di un ramato di svariate tonalità più scuro del normale. Poteva sentire ancora la presa dei medici attorno alle sue gambe, alle sue braccia, la camicia di forza che la bloccava, la lunga e fredda siringa piantata nella sua gamba, che le aveva procurato quegli orribili, insopportabili, inguardabili buchi che la stomacavano. La stomacavano così tanto... E vomitò la prima volta, svuotando il suo stomaco di tutto il disgusto che provava per sé stessa.
"L'effetto farfalla che racchiude in sé la nozione tecnica di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali: piccole variazioni nelle condizioni iniziali che producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema"
Il piccolo battito d'ali nelle "condizioni iniziali" di Cheryl fu l'insignificante rifiuto di Toni. Se fino a poco tempo prima credeva che non sarebbe potuta andare peggio di come stava andando, in quel momento aveva capito che al peggio non c'era davvero fine. Almeno ora era fuori dal manicomio, ma la situazione era precipitata a tal punto da chiedersi se non fosse un prezzo troppo alto per la libertà. Pian piano, da quel battito d'ali arrivò la consapevolezza di non avere più nulla, di non essere più nulla: non era altro se non la ragazza del manicomio, la "paziente pericolosa" e tutto ciò che aveva non era suo, la casa, i vestiti, l'intimo, il letto, non aveva più il suo telefono, i suoi libri, i suoi auricolari, le sue penne; subito dopo la consapevolezza, il senso di non appartenenza, come se, da quando era libera, stesse vivendo passivamente, in un corpo, in una vita non suoi. E di lì il senso di disgusto per ciò che era e ciò che vedeva nello specchio, che la portò a essere nauseata da sé stessa, fino al vomito.
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𝐈𝐋 𝐌𝐀𝐍𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐎
RomanceUn matrimonio nell'orrore. Una tragica vicenda segna la vita di due ragazze, legandole per sempre, nel bene e nel male. Il male chiama il male, attraendo a sé errori, pregiudizi e fraintendimenti, tirando fuori fantasmi del passato e scheletri nell...