Il salone da pranzo risuona di un allegro chiacchiericcio, quando Alex ne varca l'ingresso. La tavola in legno grezzo è rivestita da una tovaglia in lino a ricami e addobbata da centrotavola e stoviglie in porcellana. La posateria è in argento e i bicchieri in finissimo cristallo.
Anton gli va incontro, offrendogli un passito delle loro vigne e facendogli assaggiare dei crostini all'olio d'oliva di produzione locale, coinvolgendolo in una discussione su viticci e parassiti con il custode della villa e i suoi quattro figli.
Sono tutti vestiti in modo informale, anche Francoise e Quentin indossano semplici maglie e pantaloni comodi.
Quando Quentin si accorge della presenza di Alex storce la bocca ed esala: – Mais qu'est-ce que c'est aujourd'hui? Noël? Accueillons-nous des clochards dans la maison, maintenant? (="Ma cos'è oggi? Natale? Accogliamo i barboni in casa, adesso?")
– Quentin! – esclama Anton a denti stretti, dopo avere congedato il custode. – Je t'ai dit que j'allais inviter Alessandro à la maison. (="Ti avevo detto che avrei invitato Alessandro a casa.")
Lui sorride, solleva il bicchiere in direzione di Alex e gli indirizza un breve cenno del capo. – Tu amènes tes amants à table avec ta famille. Tu exagères, Anton! (="Porti i tuoi amanti a tavola con la tua famiglia. Stai esagerando, Anton!")
Alex ricambia accigliato, intuendo, da quel gioco di sguardi tra i fratelli, che la sua presenza non sia del tutto gradita. Si accosta al padrone di casa e in un sussurro dice: – Antonio, forse sono di troppo, penso che farei meglio a tornare in camera...
– Non preoccuparti, – si affretta a dire Anton, – Quentin è solo nervoso per il lavoro, ha un caratteraccio. Non farci caso. Nessuno qui gli dà retta. Vieni, dai. – Lo conduce a tavola e lo fa accomodare. Quindi dà ordine ai camerieri di servire le vivande.
– Non aspettarti grandi cose, Alex, ho scelto un menù rustico, per farti assaporare i prodotti locali. Crostini al lardo, ricotta e salumi locali. Abbiamo dei malfatti, un po' di ribollita e... una tagliata leggera con funghi porcini.
Alex arrossisce. – Non dovevi, che disturbo, solo per me...
– In realtà, – interloquisce Francoise, – fa piacere anche a noi. Per la maggior parte della settimana siamo presi dal lavoro e mangiamo sempre di corsa. È raro riuscire a gustare un piatto in santa pace, e ancora di più condividerlo insieme. Da quanto è che non ci si sedeva a questo tavolo noi quattro, Nino?
– Uhm, una vita. Credo sia stato in agosto, o era in luglio, prima della partenza di Quentin per la Corea.
– Quindi la tua visita, Alex, ci ha fatti riunire, – chiosa Francoise con un sorriso. – Grazie.
– Grazie, Alex! – esclama Gérart con un sorriso a tutta bocca.
Per un poco mangiano in silenzio, gustando quelle prelibatezze.
– Allora, Alessandro, – fa Quentin senza sollevare lo sguardo dal suo piatto, – come va il lavoro?
Alex posa la forchetta e risponde: – Non male, grazie.
Quentin continua a mangiare senza aggiungere altro.
Segue un certo silenzio durante il quale Anton e Francoise si scambiano un'occhiata imbarazzata.
Anton si stampa un sorriso in faccia. – Allora, Gé, cos'hai fatto nel pomeriggio?
– È vero, caro, – incalza sua madre, – non ti abbiamo visto né sentito da quando siamo tornati a casa.
Gérart infilza un pezzo di carne e parla a bocca piena. – Sono allé (="andato") a trovare Alex. Ha lavorato tanto tanto. Zitto e serio per ore e ore. È molto bravo.
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Come petali di Veronica persica
Любовные романыCosa faresti se la tua anima gemella facesse proprio il lavoro che ti terrorizza? Il famoso artista Anton Lacroix e il genio informatico Alessandro Spada, affetto da Sindrome di Stendhal, si incontrano nel museo di un castello, dove gli spettacolar...