Prologo

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- Ra-Ram-Rem- borbottò lei, la voce acuta da bambina amplificata dall'eco che vi era nella grande stanza.
- Che cosa state dicendo?- domandò confuso l'uomo seduto davanti a lei, fissando i suoi amici con interesse sempre crescente e stupire anche, molto stupore.
- Rem-Rem- disse, imitando ciò che il padre diceva sempre. Ciò che il padre diceva sempre per fare innervosire l'amico.
Uno strano tic all'occhio destro partì al povero Lunastorta, che inclinò il capo per vedere meglio la figlioccia, trovandola a ridere come una matta, gioiosa e felice come solo un bambino può essere.
Gli occhi grigio tempesta uguali al padre erano brillanti di felicità e divertimento, quello stesso luccichio che avrebbero perso poi con gli anni, con il tempo.
- E brava Elysia!- esclamò felice l'uomo, sorridendo ampiamente, mentre l'altro si fingeva offeso.
- Di Lunastorta- la incitò l'uomo dai capelli color castano chiaro, sperando che se avesse cominciato a chiamarlo almeno Lunastorta magari avrebbe smesso di chiamarla come il padre, quasi ancora prima di iniziare.
Lei lo guardò confusa, per poi urlare di nuovo - Rem-Rem!- sotto lo sguardo esasperato dell'uomo, che si batté la mano in fronte, stop lo sguardo divertito della rossa e della bionda, mentre i due Malandrini presenti ridevano come due matti.
- Ramoso, credo che tu abbia perso ormai da tempo il primato per mia figlia- disse, fra una risata e l'altra il Black, osservando con orgoglio e divertimento la figlia.
- Oh, ma ormai ci avevo rinunciato Felpato- commentò ironico l'altro - Ci avevo rinunciato già da tempo.- ammise, sorridendo, con un ghigno malandrino molto simile a quello del fratello non di sangue.
L'altro fece un ghigno malandrino, pronto a fare una delle sue solite battute per infastidire l'altro e, prima che qualcuno potesse fermarlo, chiamo angelicamente il corvino - Ramoso.
- Dimmi Felpato- disse l'atro, capendo l'intenzione del Black.
- Comunque devo dire che anche tuo figlio non predilige il padre- disse, ghignando, alludendo al bambino dagli occhi verdi che tentava di saltargli in braccio dalle braccia del padre.
Solo in quel momento parve collegare però una cosa che avevano notato solamente le due donne di casa ed il lupo mannaro.
- Aspetta, quindi volete dirmi che le prime parole di mia figlia sono state "Rem-Rem"?- domandò titubante, temendo, anzi, sapendo già la risposta che gli altri gli avrebbero dato.
- Così pare- disse innocentemente la rossa, trattenendo a stento le risate alla faccia dell'amico.
Era strano a dirsi, ma aveva stranamente legato con quella persona che gli stava così antipatica a scuola tanto da divenirci amica, figurarsi di James Potter, che riteneva un egocentrico pallone gonfiato senza emozioni, ma che alla fine aveva scoperto errate le sue convinzioni e si era ritrovata ad innamorarsi del Malandrino ed a sposarlo.
- Lunatota!- gridò la bambina, attirando di nuovo l'attenzione di tutti i presenti, che la fissarono scioccati.
- Co...Come hai detto, scusa?- domandò incredulo il padre, non capacitandosi di ciò che stava accadendo in quel momento, troppo sbalordito dalle ultime novità per dire altro, dimenticando tutto, Voldemort, la guerra, il terrore che alleggiava nell'aria, quello stesso terrore che sembrava aver preso quasi tutti nel mondo, ma che in quel momento non contava più, niente di tutto ciò contava più per le persone riunite in quella stanza, specie i due coniugi Black.
- Lunatota- urlò di nuovo, ignorando bellamente il padre, osservando con ammirazione il padrino, che le sorrise imbarazzato, mentre gli altri scoppiavano a ridere alla faccia dell'animagus che si trasformava in cane, in un grosso cane nero.
- Dai, su, prova a dire anche Ramoso, Ra-Mo-So, su forza piccola Elysia- la invitò James, sotto lo sguardo scioccato dell'amico e del fratello, ignorando l'alzata degli occhi della moglie e la manata in fronte di Marlene.
- Senti, non dare ascolto a questo cornuto d'un fiato cervo, ascolta il tuo bellissimo papino, su dai, forza, non dire Ramoso, non dirlo- disse, questi implorante l'uomo, recitando la parte del supplicante, sotto lo sguardo divertito e severo della moglie.
- Black! Non insegnare certi termini a mia figlia!- disse, alzando leggermente la voce, minacciandolo con un dito, mentre un piccolo sorriso le si componeva però sulle labbra, tradendola, i ricci biondi che le incorniciavano il bel viso.
- Co-Connuto- disse, cercando di sforzare le parole ad uscire la bambina - Connuto du cer-cevvo- disse a fatica lei, mentre il bambino più grande rideva, vedendo le espressioni stupite di tutti i presenti e quella furente della bionda.
- Black, corri- disse solamente, mentre l'uomo poggiava a terra Harry e cominciava a correre per tutta la casa, inseguito dalla moglie, mentre gli abitanti e non ridevano come dei matti, dimenticando anche in quel momento tutte le preoccupazioni.
Esistevano solo la felicità e la spensieratezza che quei due bambini riuscivano a trasmettere a tutti, come a voler cacciare via la paura e le preoccupazioni, perché una persona, per quanto forte e coraggiosa possa essere, non può non avere paura, è umano temere e temere ancora, non ci si può fare niente, per quanto si cerchi di combatterlo o anche solo nasconderlo.

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