Capitolo 15

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Mi svegliai, ero in camera mia, faceva freddo.

Sentii la porta aprirsi e qualcuno avvicinarsi..

«Come sei bella quando dormi» era Stephan, che mi accarezzava dolcemente la guancia; io aprii gli occhi e all'improvviso senza che io potessi dire niente sentii le sue braccia attorno a me, sentivo il suo profumo, il suo respiro, il suo cuore.

«Oddio amore, dovevo accompagnarti, ho avuto una paura tremenda.» disse, «Anche io» sussurrai io con un filo di voce, lui mi prese la mano e subito dopo mi baciò, tremavo.. Ma anche lui tremava, e poi staccando le sue labbra dalle mie mi disse, «Sei bellissima» a quelle parole io arrossi, «..no» risposi. Lui mi accarezzò i capelli, e poi rispose, «Lo diresti anche tu se solo potessi vederti con i miei occhi»

«No amore» risposi.

«fidati, è così» mi sorrise, e mi fece venire un brivido lungo la shiena, lui e quel suo meraviglioso sorriso.

«solo perché sono belli i tuoi occhi, mi vedi bella» dissi guardando il modo in cui lui mi accarezzava la mano.

«no, sono "belli" perché ci sei TU dentro»

E con quelle parole mi lasciò a bocca aperta, amo il modo in cui lui mi fa sentire importante e speciale.

Ma a interrompere questo bel momento fu Damon che entrò di corsa.

«Hey, che succede?» chiese Stephan.

«Quel figlio di puttana ha minacciato di ucciderla. Ho fatto a botte con lui» , riuscivo a sentire la paura nella voce di Damon.

Io iniziai a tremare, Stephan se ne accorse e mi abbracciò sussurrandomi all'orecchio «andrà tutto bene. Lo sistemiamo io e Damon quello stronzo. Non ti preoccupare, ti proteggo io piccola. Non ti lascerò sola. Ti amo»

Non riuscivo a smetter di tremai, così lo strinsi ancora di più e gli sussurrai «Ti amo anch'io».

Mi sentivo al sicuro con loro, ma volevo capire il perché Damon mi avesse aiutata dopo avermi chiamata puttana.

Stephan uscì un secondo e io rimasi lì, avvolta nelle coperte, circondata dal silenzio.

Poi vidi Damon che mi guardava e decisi di chiederglielo, «perche? Perché mi hai aiutata? Tu ieri mi avevi chiamata puttana. Eri arrabbiato con me. Avresti potuto lasciarmi lì.» dissi temendo la risposta che potesse darmi.

Si avvicinò a me e mi tirò su la testa per guardarmi negli occhi, «Ci ho provato in tutti i modi a non pensare a te. Ma ho fallito, ogni volta che so che sei in pericolo non faccio altro che pensare a salvarti. Ma sto provando a fregarmene di tutto e di tutto.» disse.

«Pensavo avessi il cuore di pietra» dissi io.

Lui mi prese la mano e la mise sul suo petto «Le pietre non vanno così veloci.»

Serva me. Servabo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora