Capitolo 28

214 16 1
                                    

Arrivò pomeriggio in fretta.

E io dovevo passarlo con quella troia, e a scuola trall'altro.

Arrivai e c'era lei seduta ad un banco con in mano il telefono.

Entrai, «Ciao» dissi freddamente, e lei non rispose.

Passarono più di venti minuti e non ci eravamo parlate, allora presi il telefono e mi misi le cuffiette.

Poi la vidi arrivare verso di me e togliermi le cuffiette.

Mi guardava e io non capivo

«Cosa vuoi Gaia?»

«Io ti ho sempre invidiata. Tutti e due i Salavatore ti vengono dietro. Avrai un figlio da Stephan!

Io sono innamorata di tutti e due da ben tre anni. Si, di tutti e due. E non so il perché. Tutti dicono che sono una troia, ma non è così. Io sono stata solo con due ragazzi. Ma ancora tempo fa, e ora non ho amiche. Dicono che mi faccio tutti, che sono una puttana ecc.»

In quelle parole riconoscevo la parte di Gaia che non conosceva nessuno. Ho conosciuto la gaia fragile.

«M-mi dispiace.. Sai, io quando avevo quattro anni circa, sono stata affidata alla famiglia di Stephan.

Si sono sempre presi cura di me, e ora invece vivo con mia mamma. Lei ha problemi con l'alchool, una volta si era ubriacata e davanti a me ha detto che io sono un problema. Che è colpa mia se mio padre è morto, perché mio padre è morto il giorno del mio compleanno.. E beh. Nessuno ha la vita perfetta.»

Avevo appena raccontato metà della mia vita a quella che poco fa odiavo con tutto il cuore.

Alzai lo sguardo cercando di non piangere, e vidi che lei piangeva, poi all'improvviso si piombò tra le mie braccia.

«Scusami. Sono stata orribile con te, io non volevo. Mi sono sempre odiata»

La strisi, in fondo, non l'avevo mai conosciuta veramente, e ora era qui tra le mie braccia, che piangeva.

«Non ti preoccupare, ora che so come sei. Proverò ad aiutarti. Saremo amiche ti va?»

Lei annui, poi si alzò e mise la mano sulla pancia

«Dev'essere una bella sensazione»

«E dolorosa» dissi sorridendo.

Passò un'ora velocemente ed io e Gaia l'avevamo passata a parlare, a confidarci.

«Ci vediamo domani, ciao» mi disse lei dandomi un bacio sulla guancia.
Il giorno dopo.

Arrivai a scuola con stephan che mi teneva per i fianchi.

«Buongiorno» disse Damon sbattendo l'armadietto.

Io sorrisi e stephan mi strinse da dietro.

«Buongiorno ragazzi» era gaia.

Gli piombai adosso e la abbracciai come un koala.

Damon e Stephan rimasero stupiti.

«Lunga storia»

Loro annuirono con la testa mentre io andai a farmi un giro con gaia.

Tutti ci guardavano,

Gaia mi fermò e mi sussurrò all'orecchio «Ora o mai più », salì sopra un tavolo, aiutando a far salire pure me.

Mise una musica, e poi cominciò a cantare:
Ma chi siamo noi,
In questo universo,
Per pretendere tutto
Per pretendere..adesso
E le stelle ad un tratto
Hanno smesso persino
Di indicarmi il percorso
Che tu chiamavi destino

Poi continuai io.
La colpa più di nessuno
Abbiamo entrambi sbagliato
E se davvero ho preso tutto. L'amore che ho meritato
E perché anch'io d'altro campo
Ti ho dato tutto il mio mondo
Adesso urlo da sola con le mie impronte sul muro

Adesso insieme.
E non importa se sono più brava
A parlare o lasciare cadere
Ogni tua minima provocazione
Che mi ferisce anche senza colpire
E noi cercheremo l'amore altrove
Solo una cosa rimane, è sicura
Ognuno avrà la propria vita
E proprio questo fa paura.

Ci fermammo, io cominciai a ridere e poi battiti di mani, applausi cominciarono a rimbombare, sentivo di andare a fuoco, di sicuro avrò stonato. Ma devo ammettere che mi sono divertita. E devo ringraziare solo Gaia.

Serva me. Servabo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora