16. A new obstacle

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Gli occhi ribollono di lacrime, il cuore di tristezza, l'animo di paura.
Cerco con tutta me stessa, per l'ennesima volta, di essere forte, mentre in realtà tutto il mio corpo dimostra il contrario.
Inutile trattenere le lacrime, inutile cercare un appiglio, un riparo in cui rifugiarsi, lontano da tutto questo dolore, lontano da questa vita.
E quante volte mi fermo, rimango lì a pensare che forse sarebbe stato meglio se me ne fossi andata anche io insieme alla nonna, rifletto e credo che forse, prendendomi, Dio avrebbe risparmiato anche a me tutto questo dolore.

Ci alziamo al mattino, facciamo colazione, poi pranziamo, trascorriamo in vari modi le ore seguenti, ceniamo e andiamo a dormire.

È davvero questa, la vita?

È possibile che siamo destinati a questo?

Ebbene sì, la vita è vanità, un correre dietro al vento, un affacciarsi alla finestra per poi ritrovarsi a dover fare i conti con la morte.
La maggior parte delle persone si accorge di questo solo quando sta per lasciare questa vita.
Si guarda indietro e si rende conto che settanta, ottant'anni, per i più "fortunati", siano volati via come fossero polvere e che forse tutto quel tempo sia stato soltanto sprecato, gettato via.

Altri invece non hanno il tempo di rendersene conto.
Per alcune persone la morte arriva e basta, senza avvisare, senza perdere tempo.
Arriva e a te che la stai a guardare porta via le persone più care, coloro a cui vuoi bene.
E nel frattempo tu stai lì a chiederti se avresti potuto fare di più, ad incolparti per quello che non sei riuscito a fare.
Rifletti e ti domandi cosa sarebbe cambiato se magari quella persona si fosse fatta controllare prima o se magari tu fossi arrivato prima.
E in questi casi è ancora più crudele, la morte, perché distrugge anche coloro che la osservano da lontano, perché colpisce all'improvviso e non lascia via di scampo, perché fa sì che passino anni e anni prima che tu riesca a fartene una ragione, prima che tu riesca a capire perché sia successo proprio a te, a quella persona che proprio non se lo meritava.
E così, da un giorno all'altro, il mondo ti crolla addosso e con lui tutte le tue certezze, tutte le tue speranze.
Ti rendi conto che se non fosse per le fotografie che custodisci gelosamente, a quest'ora avresti già dimenticato i lineamenti, i colori, il volto di quella persona.
Per non parlare poi della sua voce.
Quella ormai non potrai più ascoltarla, se non tramite delle registrazioni.
Ed è in quei momenti che ti rendi conto che la vita è un soffio.
Quando comprendi che è bastato così poco per distruggere, per spazzare via tutto ciò che avevi di più caro, quando capisci che non puoi nulla contro la morte, quando vedi che perfino i medici si fermeranno davanti a lei.
Ed è inutile cercare mille soluzioni per vivere di più, è inutile preoccuparsi per il domani se tanto sai che non ti appartiene.
È inutile, totalmente inutile.
Tuttavia c'è qualcosa che mi rincuora, ci sono delle parole che riempiono il mio cuore in in modo particolare:

"«Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il Signore. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, cosí sono le mie vie piú alte delle vostre vie, e i miei pensieri piú alti dei vostri pensieri."
Isaia 55:8‭-‬9

Questi versi vogliono ricordarci che i pensieri di Dio sono diversi dai nostri, non riusciamo a capirli perché siamo limitati, siamo davvero troppo piccoli per poterci riuscire.
Ma tutto ciò che Dio fa coopera sempre al bene di quanti Lo amano.
Nulla succede per caso e anche quando sembra che tutto il mondo  stia crollando esattamente addosso a te, ricorda questo:

"Infatti io so i pensieri che medito per voi», dice il Signore: «pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza."
Geremia 29:11

Il Signore ha in mente per noi cose meravigliose.
I Suoi pensieri sono rivolti verso di noi affinché possiamo avere una speranza in Lui.
Sapete qual è la mia speranza in Dio?

Fino alle estremità della TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora