9. The proposal

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La giornata scorre alquanto velocemente.
Le ore del mattino volano e in men che non si dica mi ritrovo già in sala mensa, insieme al mio compagno di avventure, Daniel.
Di solito non pranzo con lui ma diciamo che oggi non ho avuto altra scelta: Sion è ancora in ospedale e le mie compagne di classe sono molto impegnate a criticare l'abbigliamento antiquato della professoressa di filosofia, la signorina Wright.
Dico "signorina" perché nonostante abbia almeno sessantacinque anni, quella povera donna non è mai stata sposata.
"Povera" si fa per dire.
Io pagherei per rimanere sola tutta la vita.
Comunque sia, le mie adorabili compagne di classe credono che, se invece di impegnarsi ad illustrarci i suoi incomprensibili pensieri filosofici, si fosse data alla moda, la nostra amata professoressa oggi avrebbe un marito e dei figli a cui badare e allo stesso tempo non farebbe di tutto per rovinare la nostra umile adolescenza riempiendoci di compiti.

Naturalmente io non sono per niente d'accordo con questo tipo di ragionamenti.
Io penso che l'amore vero non badi all'apparenza, né a ciò che si dà a vedere.
L'amore guarda l'interiore, guarda a ciò che si è nel profondo dell'anima.
Non è semplicemente un' emozione ma qualcosa di molto più profondo che nasce nel cuore.
E al cuore non si comanda.
Non mi riferisco semplicemente all'amore che c'è tra due fidanzati o tra due coniugi.
Anche l'amicizia è una sorta di amore.
E gli amici non si scelgono in base al proprio fisico o al proprio stile.
Gli vogliamo bene perché ci fanno ridere, perché ci fanno stare bene, non perché sono belli e vestono alla moda.
O almeno così dovrebbe essere.
Ma comunque è per questo che non sono la migliore amica di Céline Drussell, la ragazza più popolare della scuola.
Diciamo che tutti cadono ai suoi piedi per il suo "fascino firmato" o almeno così l'ho definito io.

<<Ehilà ci sei?>> Vedo le spesse dita di Daniel dondolare davanti ai miei occhi <<A cosa stai pensando?>> Continua a dire insistentemente.
Apro e chiudo le palpebre almeno un paio di volte prima di rispondere <<Oh sì, ci sono>> mi sfugge un sorriso.
<<Scusami, stavo pensando alla signorina Wright>> dico e a quel punto non ha più senso nascondere il sorriso dato che Daniel è letteralmente scoppiato a ridere.
<<Come scusa?! Ho capito bene?>> Comincia a dire tra un ghigno e l'altro.
<<Sì, hai capito benissimo>> gli rispondo io.
<<Tu dedichi i tuoi pensieri ai professori!? E ancor di più alla Wright!?>> Sgrana gli occhi incredulo.
<<Eh già>> faccio spallucce <<non posso farci niente>> ribatto sorridendo.
Scuote il capo girando gli occhi verso il cielo e si alza.
<<Vado a prendere qualcosa da bere>> dice sorridendo <<gradisci qualcosa?>>
<<Oh sì, un bicchiere d'acqua, per favore>> gli rispondo quasi supplicandolo.
<<Va bene, torno subito>>
Annuisco.
Mi giro e osservo i miei compagni mentre blaterano qualcosa di incomprensibile tra di loro.
Corrugo la fonte con sguardo interrogatorio quando mi accorgo di essere osservata da uno di loro.
Il ragazzo in questione mi fa segno di ignorarli e io, un po' titubante, faccio come mi dice.
Subito dopo vedo tornare Daniel.
In una mano ha il bicchiere d'acqua che gli avevo chiesto, mentre nell'altra ne tiene stretto un altro con all'interno una bevanda.
<<Grazie>> gli dico sorridendo, quando me lo porge.
<<Di niente>> risponde sedendosi di nuovo di fronte a me.
Poco dopo sento suonare la campanella.
<<Torniamo dentro?>> Mi chiede Daniel quasi retoricamente.
<<Credo proprio che non abbiamo altra scelta>> faccio spallucce e mi alzo.
Anche le ore pomeridiane scorrono abbastanza velocemente.
<<Arrivederci a tutti!>> Grido appena sento il suono della campanella.
<<Ciao Tabitha!>> Mi risponde più di qualcuno.
Dopo aver esitato qualche istante nel cortile della scuola, mi ricordo del fatto che Noah non sarebbe venuto a prendermi, dato che era con Cheryl.
Era andato a prenderla per poi dirigersi insieme a lei verso casa nostra.

<<Oggi il tuo fratellone si è dimenticato di venirti a prendere?>> Sento una voce alle mie spalle.
<<Oh non ti preoccupare Michael, sapevo che non sarebbe venuto>> rispondo io cercando di essere il più gentile possibile.
Sapevo che il giovincello alle mie spalle si stava prendendo il gioco di me, ma cercavo sempre di non stuzzicarlo e di non infastidirlo.
Michael, detto Mike, è il bullo della scuola.
Se si desidera ritornare a casa sulle proprie gambe è meglio lasciarlo in pace e non dargli problemi, anzi non rispondere alle sue provocazioni, più che altro.
Da quando era cominciata la scuola avevo sempre cercato di evitarlo, di non farmi notare da lui e devo dire di esserci riuscita, almeno fino ad oggi.
<<E quindi il tuo fratellone permette ad una povera donzella di tornare a casa a piedi?>> Continua a dire stuzzicandomi.
<<Aveva da fare stasera, comunque io faccio spesso questa strada da sola, quindi non è un problema.
Ciao Mike, ci si rivede!>> Gli rispondo io cercando di tagliare corto.
Spero solo che anche lui faccia lo stesso.
<<Ciao Tabitha, ciao>> decreta infine e immediatamente il mio respiro diventa più leggero.
Lasciò uscire un soffio d'aria dalla mia bocca senza farmi notare e mi incammino per la strada di casa.
Qualche minuto dopo mi ritrovo davanti a quella di Sion.
Lei naturalmente non c'è, ma vedo una macchina parcheggiata nel cortile, quindi suppongo che non sia arrivata lì da sola.
Decido di fermarmi e di bussare alla porta.
<<Tabitha!>> Esclama la signora Zakilya non appena mi vede.
<<Buona sera, signora>> rispondo io.
<<Che ci fai qui?>> Continua a dire alquanto sorpresa.
<<In realtà speravo foste ancora in ospedale, perché volevo passare da Sion, ma poi ho visto la vostra auto in cortile e quindi ho intuito che foste già ritornati>> le rispondo.
Lei mi sorride e poi continua a parlare <<Sì, siamo ritornati poco fa ma non ti preoccupare di andare da lei perché verrà dimessa domani mattina>> vedo i suoi occhi neri illuminarsi e mi torna in mente lo sguardo di Daren, mi ricordo di quegli occhi stupendi, di un colore scuro quanto intenso, capaci di di trasmettere molto di più di quanto potessi anche solo immaginare.
<<Questa sì che è una bella notizia, signora, sono davvero contenta!>>
Lei annuisce felice e poi mi invita a rimanere da lei per la cena.
<<Oh no, non posso proprio.
Stasera abbiamo una cena in famiglia con le fidanzate dei miei fratelli e non posso mancare>> le dico.
Vedo il suo sguardo un po' deluso mutare poco dopo, per dare spazio alla comprensione.
<<Va bene, capisco, però dovremo recuperare>>continua a dire con fare di sfida.
<<Senz'altro.>> Le rispondo <<Quando Sion starà meglio sarò felice di tornare a trovarvi.>>
<<Perfetto>> continua lei <<allora ti aspettiamo>> dice facendomi l'occhiolino.
Io sorrido e dopo averla salutata torno a dirigermi verso casa.
Ignoro le telefonate di mio fratello che, da apprensivo qual è, ha calcolato il tempo stimato per ritornare a casa da scuola senza macchina.
Si sarà quindi accorto che sto impiegando un po' di tempo in più per tornare, visto che mi sono fermata dalla signora Zakilya.
Lo ignoro perché mi dà fastidio quando fa così.
Insomma ho anch'io diciott'anni adesso, non sono più una bambina, credo di essere abbastanza grande per poter ritornare a casa da sola, senza dover sentire il fiato sul collo per ogni cosa.
Tuttavia so che si preoccupa per me, per questo non gli ho mai detto che il suo atteggiamento mi infastidisce.
Comunque sia dopo due i minuti arrivo a casa.
<<Buona serata a tutti!>> Grido appena entro.
<<Ciao Taby>> mi risponde Cheryl, avvicinandosi per abbracciarmi.
È una ragazza molto dolce.
C'è anche Allyson, la fidanzata di Dereck, così mi affretto a salutarla.
Poi vedo Noah.
<<Mi dici dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare!>> Chiede il mio fratellone, che più che un fratello a me sembra un padre.
Gli mostro un sorriso e chiudo gli occhi per un momento posandomi una mano sulla fronte.
<<Tranquillo, non sono andata a spacciare né tanto meno sono stata rapita, sono solo passata a salutare la signora Zakilya.
Ho impiegato dieci minuti in più del solito, non credo sia necessario preoccuparsi così tanto>> gli rispondo io e nel frattempo poggio lo zaino sulla poltrona e la felpa sull'appendiabiti.
<<E perché non rispondi al telefono? Ti costa tanto?>> mi chiede retoricamente ma con tono tranquillo.
<<Non ti ho risposto perché sapevo già cosa dovevi dirmi, comunque se questo ti fa stare in pensiero la prossima volta ti chiamerò>> replico io giustificandomi dato che sono sempre per la pace e non ho voglia di litigare con mio fratello mentre la sua fidanzata ci guarda come se lui fosse mio padre e io sua figlia.
<<Lo spero.>> Dice, lasciando un bacio sulla mia fronte.
<<Guarda che è gelosa>> gli dico sorridendo e indicando Cheryl.
<<Oh no, tranquilla, vorrei avere anche io un fratello che mi vuole così bene>> risponde lei, con gli occhi lucidi e il viso sereno.
Cheryl è figlia unica.
Noah mi ha raccontato che sua madre ebbe dei problemi seri quando lei nacque e per questo motivo non volle più avere figli.
Lei però ha sempre desiderato un fratellino e il fatto che non ne avesse mai avuto uno è sempre stato motivo di dolore per lei.
Era come se si sentisse sola.
Comprendendo ciò, Noah le si avvicina e la stringe in un abbraccio, facendogli capire che lui per lei ci sarà sempre e che per questo non dovrà mai sentirsi sola.
Io rimango qui, a contemplare questa scena, incapace di muovermi o di fare qualsiasi cosa e insieme a me, anche i miei genitori e i miei fratelli.
Poi Noah alza un momento la testa e ci fa segno di avvicinarsi.
Seguono momenti di esitazione, ma, dopo esserci guardati negli occhi per qualche secondo, facciamo come ci dice.
Ci stringiamo l'uno all'altro, proprio come una famiglia, una famiglia di cui adesso anche Ally e Cheryl fanno parte.
Poco dopo ci mettiamo a tavola.
Ceniamo tra una chiacchiera e l'altra.
Sembriamo felici.
Anzi, lo siamo davvero.
Una volta terminato di sparecchiare e riordinare tutto Noah si schiarisce la voce e comincia a parlare <<Posso avere un momento la vostra attenzione?>> Domanda allora, senza aspettarsi una nostra risposta.
<<Grazie>> dice poi quando si accorge che abbiamo smesso di parlare.
<<Non vi nascondo che sono molto emozionato, questa sera.
Siamo qui, tutti insieme, ma tutto questo non è stato organizzato per caso.>> Lascia trascorrere qualche istante di silenzio, poi sfila dalla tasca dei suoi jeans un cofanetto.
Posa un ginocchio a terra e subito dopo chiude gli occhi per un momento.
Quando li riapre sono diventati lucidi e il suo viso si è colorato di rosso.
Apre il piccolo contenitore che ha tra le mani e riesce a trattenere le lacrime solo per poco.
Al suo interno scorgo un anello bellissimo, adornato da un diamante stupendo, che brilla al riflesso della luce.

<<Cheryl mi vuoi sposare?>>

Immediatamente i nostri sguardi si posano su di lei, mentre copre le sue labbra con entrambe le mani per camuffare il suo stupore, mentre i suoi occhi diventano lucidi.
Non si affretta a rispondergli ma gli si avvicina sempre di più, lasciando spazio a decine di lacrime, affinché solchino il suo viso.
Si abbracciano, si stringono l'uno all'altra e solo dopo questi momenti di emozione trova il coraggio di parlare <<Ma certo che voglio sposarti, è il mio unico desiderio!>>

La serata prosegue nel migliore dei modi, tra festeggiamenti, abbracci, allegria.
Quando a mezzanotte inoltrata Cheryl ed Ally vanno via vorrei quasi che rimanessero ancora con noi, anche se so che non è possibile.
Subito dopo aver chiuso il portone di casa mi avvicino a Noah.
<<Sei stato bravo, fratellone>> sussurro allora, notandolo pensieroso.
Lui mi accenna un sorriso.
<<Ti voglio bene, sorellina mia>> dice lasciandomi un bacio sulla fronte per poi dirigersi verso la sua stanza.
<<Anche io>> sorrido.

L'indomani mi sveglio all'alba.
La luce che penetra dalla finestra non mi permette di continuare a dormire così decido di alzarmi e di andare a fare colazione.
Scendo lentamente le scale e mi dirigo verso la cucina.
Stamattina ho voglia di tè, così metto a bollire un pentolino con un po' d'acqua sul fornello.
Apro il frigorifero ma i miei occhi si posano non tanto su ciò che vi è al suo interno ma sulla parte esterna, dove qualcuno ha attaccato un post-it.

Sono fuori casa, torno in giornata. Tu non preoccuparti, vai a scuola, Noah ti accompagnerà. Stasera quando arriverai da scuola sarò già qui ad aspettarti.
Un bacio, la mamma.

Strano.
Di solito mamma non si alza mai così presto al mattino, considerando che è appena l'alba e lei è già uscita.
I negozi non sono aperti a quest'ora, non può essere andata a fare la spesa.
Ma dove sarà finita?
Prima che io riesca a formulare una qualsiasi ipotesi a riguardo, vedo arrivare Noah.
<<Buongiorno Tabitha>> dice ancora assonnato.
<<Buongiorno>> rispondo io educatamente.
<<Mamma dov'è?>> Domando subito dopo.
<<Credo stia ancora dormendo, visto che è appena sorto il sole.
Piuttosto tu, com'è che sei già in piedi?>>
Eh lo so, è strano ma vero.
<<Non ho chiuso bene le persiane della finestra e la luce mi ha svegliato.
Tu?>>
Fa spallucce.
<<Non c'è un vero motivo, mi andava>>
Rido per qualche secondo e poi ricomincio a parlare.
<<Comunque mamma non sta dormendo, mi ha lasciato un biglietto dicendomi che è uscita e che tornerà in giornata.
Ma non so proprio dove potrebbe essere andata dato che a quest'ora in negozi non sono aperti.
A meno che...>>
<<A meno che non dovesse incontrare qualcuno>> mi interrompe lui.
<<Wow! Mi hai letto nel pensiero!>> Dico io dandogli il cinque.
<<Ma chi dovrebbe incontrare a quest'ora del mattino?>> Continuo io subito dopo.
<<Sinceramente non ne ho idea.
Magari qualcuno che non potrebbe incontrare allo scoperto>> decreta lui dopo qualche secondo di silenzio ma dalla sua espressione intuisco che stia scherzando.
<<Sembriamo due investigatori!>> Dico allora, cercando di non apparire paranoica.
<<Eh già...comunque non credo sia necessario preoccuparsi, quindi io vado a prepararmi.
Mi raccomando fatti trovare pronta per la scuola tra un'ora>> dice facendomi l'occhiolino mentre nel frattempo è già arrivato sulle scale.
<<Senz'altro, "papà Noah">> gli rispondo.
<<Ehi>> esclamo, cercando di attirare la sua attenzione.
<<Sì?>>
<<Sei proprio sicuro di non sapere dove sia andata mamma?>> Chiedo io alquanto diffidente.
Lascia trascorrere qualche momento.
<<Ti ho detto tutto quello che so>>

Buonasera! Come va?
Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero vivamente che vi sia piaciuto! Naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e se volete lasciate una stellina! Grazie anche solo per aver letto, un abbraccio🌹❤️

Fino alle estremità della TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora