25. You and your fears

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Mi desto dai miei ricordi solo quando una voce, sempre più insistente, minaccia di rovinarne l'essenza. Vorrei poter vedere la mia espressione in questo momento ma so già che non sarebbe delle migliori, perciò mi limito ad aspettare di riuscire a comprendere da dove provenga quel suono così irritante e a implorare mentalmente i miei muscoli facciali di simulare una smorfia quanto più vicina possibile ad un sorriso. Il mio sguardo confuso si posa prima sui ragazzi di fronte a me e subito dopo sul signor Fox, che ha ormai raggiunto il portone d'ingresso della sua abitazione.

«Tabitha stai bene?». Daren mi scuote debolmente e i suoi occhi, ricolmi di apprensione, si fermano per qualche secondo di troppo sui miei.

«Sì, sto bene» mormoro, «ho lasciato spazio ai miei pensieri per troppo tempo, evidentemente. Scusatemi, non me ne sono resa conto». Sorrido imbarazzata per poi voltarmi nuovamente verso il signor Fox: «Le auguro una splendida serata, signore, scusi ancora». Chino leggermente il capo in segno di saluto poi cerco con lo sguardo i miei accompagnatori e faccio loro segno di tornare indietro.
«Buona serata anche a te, mia cara. Sono sicuro che ci rivedremo presto. Grazie ancora di tutto». L'anziano signore infila le chiavi nella toppa della serratura e, dopo alcuni giri, questa si apre, creando il giusto spazio affinché si possa entrare. Aspettiamo di vederlo scomparire dietro la porta, prima di riprendere il nostro cammino e lasciarci alle spalle la sua abitazione.

«Sei sicura di star bene?». Questa volta è Daniel ad espormi i suoi dubbi. Mi affianca saldamente e modera il tono della sua voce affinchè non appaia più teso di quello che è in realtà. Tossisce debolmente e torna a scutarmi. Daren, accanto a lui, alterna il suo sguardo freddo dall'amico alla strada dinanzi a noi e, di tanto in tanto, porta le mani davanti alla bocca chiudendole a conca per riscaldarsi. Mi sfugge un sorriso: «Sicurissima».

La strada dinanzi a noi, nonostante sia sempre la stessa di qualche minuto fa, si presenta più cupa e silenziosa, dato che le poche voci udibili in precedenza sono state rimpiazzate dal soffio del vento e dal frignare delle cicale, il cui verso riempie ormai tutto il nostro campo uditivo. Da lontano si possono intravedere le luci provenienti forse dai locali ancora aperti o, con molta probabilità, dalle dimore degli abitanti. Le tenebre sono calate ormai da qualche ora ma sono sicura che tra un po' la popolazione giovanile del paese comincerà ad uscire dalle proprie case per trascorrere la nottata in compagnia di amici poco raccomandabili e all'insegna del divertimento più assoluto.

Non sono mai stata un'amante delle feste anzi, tutto ciò che si può riassumere con una sbronza eccessiva e il compiersi quindi di atti dettati dall'assenza di lucidità, ha sempre generato, nel mio cuore, profondo ribrezzo. Secondo il mio parere, esistono modi molto più semplici e soprattutto meno degenerativi per rilassarsi e questi, di sicuro, non comprendono l'ingurgitare quintali di alcool. Sono anch'io una ragazza come tante ma non ho mai ritenuto necessario dover fare qualcosa di questo tipo per sentirmi pienamente me stessa.

E non è vero che l'alcool aiuta a dimenticare i problemi. L'alcool non risolve un bel niente, né tantomeno riesce a gettare nel dimenticatoio le difficoltà che costantemente ci troviamo ad affrontare. Quando l'ebbrezza sarà solo un ricordo, il giorno seguente, essi ritorneranno ad intaccare le menti di coloro che avevano cercato di allontanarli e ci si renderà conto, ahimè, che staccare la spina per una sera non sarà servito comunque a nulla.

In sostanza, rovinarsi lo stomaco non risolve i problemi anzi, li amplifica ancora di più.

In poco tempo arriviamo alla fermata dell'autobus. Anche il clima sembra essere cambiato: una leggera distesa di nebbia si è ormai insinuata tra le abitazioni del paese, così come tra gli alberi che confinano le strade, e la temperatura sembra essere scesa di molto rispetto a poco fa. Batuffoli di nuvole vengono fuori dalle nostre labbra, mescolandosi velocemente con l'aria umida e pungente che si muove tutto intorno a noi. Il silenzio e la quiete della notte, che dominano su tutto ciò che ci circonda, sono forse lo spettacolo più stravolgente e coinvolgente di questa serata. Ancora una volta, mi perdo a scrutarli, a cercarli, a capirli.

Fino alle estremità della TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora