"Chez André"
Bed and breakfast.
Cercasi personale.Noah mi scuote leggermente con una mano, facendo ricadere la mia attenzione su quest'insegna, posta sulla parte alta dell'entrata di una locanda.
<<A quanto pare hanno bisogno di qualcuno.>> Afferma facendo spallucce.
Annuisco silenziosamente prima di rivolgergli una lunga occhiata, capace di fargli intendere i miei pensieri.
Mi dirigo lentamente verso l'ingresso e, appena spingo in avanti la porta, avverto il suono di un campanellino.
<<Non si può affittare una camera a quest'ora, è tardi!>> Esclama una signora di mezza età, senza neanche rivolgermi uno sguardo.
È abbastanza impegnata a contare i soldi presenti nella cassa e ad appuntare qualcosa su un taccuino.
<<Buonasera signora, mi scusi tanto, ma non sono venuta per affittare una stanza, io abito nei paraggi>> affermo con gentilezza.
Lei inarca un sopracciglio e poi squadra attentamente ogni parte del mio corpo, facendomi sentire leggermente in imbarazzo.
<<E allora cosa ci fa una ragazzina della tua stazza in giro a quest'ora della sera?>> Domanda.
I suoi occhi adesso osservano attentamente Noah, rifugiato alle mie spalle.
<<E lui è il tuo fidanzato?>>
Arrossisco evidentemente, riuscendo a trattenere per poco le risate.
<<No, no, lui è mio fratello.>> Le rispondo scostandomi leggermente, in modo che possa vederlo in volto senza fare troppa fatica.
<<Ah, capisco>> afferma.
<<Allora? Come posso aiutarvi?>>
Vista la disponibilità della signora, seguita ad un'apparente indisposizione ad ascoltarci, non esito a risponderle.
<<In realtà si tratta di me.>> Comincio a dire <<sto cercando un lavoretto da svolgere il pomeriggio e il fine settimana, dato che la mattina sono impegnata con la scuola.>> Concludo.
<<In realtà l'impiego per cui stiamo cercando personale non volevamo affidarlo proprio ad una ragazzina, ma parlerò con il capo e valuteremo il da farsi.>> Sentenzia infine lasciandomi intravedere nei suoi occhi un pizzico di positività.
<<Perfetto, allora le lascio il mio contatto.>> Affermo con sicurezza.
Lei annuisce.
Mi porge un bigliettino ed una penna così mi affretto a scrivervi sopra il mio numero di telefono.
<<Allora ci sentiamo presto!>> Esclama appena glielo consegno.
Annuisco sorridendo.
<<Arrivederci signora!>>
<<Buonanotte cara...ah scusa, ho dimenticato una cosa! Come ti chiami?>>
<<Tabitha, mi chiamo Tabitha.>>
Lei annuisce mantenendo un ampio sorriso.
<<Notte Tabitha!>>
La saluto con un cenno della mano e mi accingo ad uscire.
Apro la porta e sento nuovamente il tintinnio del campanello.
Non so il perché, ma questo suono metallico mi trasmette sicurezza.
Volgo un ultimo sguardo verso signora che adesso si sta allontanando dal bancone e, sorridendo, mi dirigo verso la strada.<<Secondo te ho qualche speranza?>> Domando a Noah una volta fuori.
Fa spallucce.
<<Secondo me, ne hai anche più di qualcuna.>>
Mi strappa un sorriso.
<<La mamma invece non ha trovato nulla?>>
Dopo la sua scomparsa di qualche giorno fa, che ha giustificato con un post-it, ho pensato che avesse trovato un lavoro da qualche parte e che, quel giorno, avesse fatto una specie di colloquio con qualcuno.
<<Per il momento niente.>> Risponde, il suo sorriso si spegne e di conseguenza anche il mio.
<<Tranquilla Tabitha, ce la faremo, come sempre d'altronde.>>
Si ferma solo per un istante a scrutare i miei occhi, regalandomi un misto di sensazioni impregnate di amore, serenità e fiducia.
Poi ricomincia a camminare.
Con una mano stringo il suo gomito costringendolo a guardarmi di nuovo e ad ascoltarmi.
<<So che Dio ci aiuterà anche questa volta, non abbiamo nulla da temere.
Da soli non ce la faremmo, Noah, è inutile nasconderlo.>>
Annuisce silenziosamente e poi smette di guardarmi, per tornare a rivolgere la sua attenzione sulla strada dinanzi a noi.
Abbiamo passato tutta la serata a camminare per le stradine del paese, sperando di trovare qualcuno che avesse bisogno di aiuto in ambito lavorativo.
Però purtroppo penso che quella locanda sia veramente la mia unica speranza.
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Fino alle estremità della Terra
Aléatoire«Mi stringo tra le spalle e rivolgo lo sguardo verso il cielo: forse accadrà davvero. Un giorno magari, potrò anch'io volare felice come quei piccoli uccelli e raggiungerli ovunque stiano andando. Forse, un giorno, anch'io sarò veramente libera». Tr...