Capitolo 22

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(Leggete lo spazio autrice a fine capitolo)

Appena entrata nella stanza Ginny venne accolta dal silenzio.

Harry si trovava appoggiato al muro, nascosto dietro al divano con le gambe strette al petto e la testa appoggiata alle ginocchia mentre, di tanto in tanto, li sfuggiva qualche singhiozzo.

Ginny si avvicinò al marito ed al figlioccio per poi accovacciarsi davanti ai due.

Harry sembrava non averla sentita perché rimaneva sempre raggomitolato con la testa china mentre Teddy avvolgeva nelle sue esili braccia il corpo del padrino accarezzandoli i capelli e sussurrandoli parole di conforto.

"Harry" sussurrò la donna mentre un singhiozzo le sfuggì dal suo controllo alla vista del suo amore in quelle condizioni "amore mio" un altro singhiozzo; si avvicinò ai due e li prese tra le braccia "guardami, ti prego Harry alza la testa" disse Ginny; l'uomo alzò il volto ed alla vista degli occhi rossi, le guance bagnate e le labbra tremanti del marito, Ginny scoppiò a piangere.

Come aveva potuto dirli quelle cose? Come aveva potuto farli così tanto male? Lui è suo padre, l'avrebbe dovuto rispettare, avrebbe dovuto essere fiero di lui; mentre invece lo aveva distrutto in così poco; vedere suo marito in quelle condizioni le faceva male al cuore, Harry è l'uomo più forte che avesse mai conosciuto ed averlo lì tremante e triste, accucciato tra le sue braccia le faceva un male che solo poche volte aveva provato nella sua giovane vita.

"James e Sirius sono stati cattivi con papà" disse Teddy "perché li hanno detto quelle cose cattive? James è il suo papà" Chiese poi con le lacrime agli occhi "oh Teddy" esclamò Harry parlando per la prima volta; si asciugò le lacrime e poi si alzò in piedi prendendo Teddy per mano e sedendosi sul divano insieme al ragazzino ed alla moglie "a volte le persone si arrabbiano e dicono cose cattive, può capitare di dire qualcosa che si pensa o qualcosa che non si pensa veramente per far soffrire l'altra persona" spiegò Harry "James ha detto delle cose cattive che mi hanno fatto soffrire, ma non sono io a poterli impedire di dirle e lui ha detto quello che pensava; mi ha fatto soffrire e sono arrabbiato con lui, ma io non ci posso fare nulla" continuò "ma non è giusto" esclamò Teddy "lui è il tuo papà e non dovrebbe dirti quelle cose neanche se è arrabbiato" "anche i papà a volte dicono le cose che fanno soffrire i loro figli" "tu non lo faresti mai, non mi diresti mai le parole che James ha detto a te; anche se io non sono davvero un Potter" "no Teddy tu non sei solo un Potter, tu sei anche un Lupin e te lo ripeterò all'infinito, io sono fiero di te e anche Remus lo sarebbe se ti vedesse in questo momento" disse in tono di conforto "ma lui è qui" rispose Teddy "si lui è qui e sarà sempre fiero di te" "ne sei davvero sicuro?" "Si ne sono sicurissimo" "ti voglio bene" rispose il ragazzino "anzi vi voglio bene" si corresse buttandosi tra le braccia delle due persone che per lui erano come genitori "anche noi ti vogliamo bene amore" risposero loro abbracciandolo stretto.

In quel momento non importava niente, non importava James, non importava Sirius, non importava il viaggio tra dimensioni, non importavano i ricordi; in quel momento importavano solo loro tre, che ora erano insieme, ognuno nelle braccia dell'altro, abbracciati tra loro con l'immenso amore che provavano; mancavano solo tre persone in quel momento, ma presto sarebbero stati di nuovo a casa.

Dopo una decina di minuti in cui tutti e tre rimasero in silenzio abbracciati Harry disse "Teddy se vuoi andare un po' da Remus e Tonks vai, sto bene ora e poi qui con me c'è Ginny" "va bene papà" rispose il ragazzino che, dopo averlo abbracciato e dopo aver dato un bacio a Ginny, uscì dalla stanza dirigendosi al piano inferiore.

"Amore, sei sicuro di stare bene?" Chiese Ginny anche se conosceva già la risposta; sapeva bene quanto forte fosse suo marito, ma sapeva anche che nel fondo era sempre stato molto fragile.

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