Capitolo 8

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La notte passò in fretta; appena tutti arrivarono nelle stanze si addormentarono immediatamente, cadendo in un sonno senza sogni.

I nuovi arrivati dormirono benissimo; molto meglio di quanto non avessero dormito negli ultimi tempi.

Con la guerra appena terminata e la presenza dei mangiamorte, i nuovi arrivati non dormivano così bene da anni.

Quella fu la notte migliore che avessero mai trascorso da quando ricordavano.

Passò talmente in fretta che la mattina arrivò immediatamente.

Quando tutti iniziarono a svegliarsi sperarono che tutto quello che avevano vissuto la sera precedente non fosse solo un sogno.

Lily aprì gli occhi contro voglia, ma quando vide la stanza in cui si trovava il suo cuore perse un battito 'è tutto vero, non è stato un sogno, qui c'è mio figlio' pensò alzandosi immediatamente e scendendo le scale in punta di piedi per non svegliare tutti gli altri.

Una volta arrivata in cucina vide una figura davanti ai fornelli.

Harry indossava vestiti babbani, jeans, maglietta e scarpe da ginnastica nere.

Era bellissimo.

Era il suo bambino.

Non riusciva a smettere di pensare a questo.

I capelli sparati in tutte le direzioni, gli occhiali a cerchiare quegli occhi verdi così simili ai suoi e tutte quelle cicatrici lo rendevano affascinante e lei non stentava a credere che quella ragazza fosse davvero innamorata di lui.

Oltre alla sua bellezza aveva anche notato tutto l'affetto e l'amore che provava per quella giovane donna dai capelli rossi, quella complicità che avevano era così simile a quella che avevano lei e James, e non riusciva a smettere di pensare che avevano dovuto affrontare innumerevoli prove per arrivare, così giovani, ad avere una complicità del genere. 

Persa nei suoi pensieri davanti la porta della cucina, non si accorse che Harry si era girato verso di lei e gli aveva rivolto la parola dicendo " buongiorno"; lei si riscosse immediatamente e con un sorriso si rivolse al figlio "buongiorno Harry, posso aiutarti?" "No grazie, ce la faccio da solo" "davvero mi piace cucinare, voglio aiutarti" controbatté lei "anche io adoro cucinare" le rispose lui facendole cenno di avvicinarsi.

In silenzio iniziarono a preparare la colazione e nel frattempo gli altri iniziarono ad entrare in cucina.

Dopo una serie di buongiorno, tutti si ritrovarono seduti intorno al tavolo con davanti piatti ricolmi di cibo come non vedevano da tanto; la sera precedente nessuno aveva fatto molto caso a ciò che mangiavano, stanchi come erano avevano mangiato il più in fretta possibile e poi si erano diretti a letto.

Quella mattina si fermarono ad osservare i piatti davanti a loro, così ricolmi di cibo come non li vedevano da tempo.

Durante la guerra non era facile avere dei pasti soddisfacenti ed in quel momento si sentivano davvero grati.

Mentre Harry si sedette a tavola, Ginny entrò in cucina con fare assonnato, senza dare cenno di aver visto tutti gli altri si avvicinò ad Harry e dopo averli dato un bacio non poco casto si sedette accanto a lui; nel momento in cui si guardò in torno sussultò e disse "oh, non era un sogno quindi" "no amore, non lo era" disse Harry ridacchiando "ehm scusate, non volevo dare, come dire... 'spettacolo'" disse lei arrossendo vistosamente, gli altri ridacchiarono e poi dissero "buongiorno" "buongiorno a tutti voi" rispose lei.

Harry sapeva che non avrebbe potuto rimandare le domande, perciò fu preparato quando suo fratello Daniel si girò verso di lui e disse "allora Harry, giochi a Quiddich?" "Si" "in che ruolo?" Chiese Brian tutto eccitato "cercatore" rispose "davvero?!" Disse Elizabeth "anche io gioco come cercatrice" "e sei bravo?" Chiese James "me la cavo" rispose lui, Ginny fece un verso di stizza e disse "Harry, tu sei troppo modesto! Sei solo il cercatore più giovane da un secolo" tutti fecero un verso di sorpresa e la McGranitt disse "non è possibile, gli alunni del primo anno non possono entrare in squadra, non permetterei mai una cosa del genere" "ehm professoressa mi dispiace deluderla, ma è stata proprio lei a mettermi in squadra" "che cosa?!" Urlò James "Minerva non è giusto! Io sono stato un anno a chiederle di prendermi in squadra, ma lei mi ha detto sempre di no, perché a lui si" disse con voce da bambino ferito "signor Potter, un po' di contegno" disse la McGranitt divertita.

"Tornando a noi" disse Sirius "come hai fatto ad entrare in squadra al primo anno?" "Beh... magari ve lo farò vedere dopo la colazione" "va bene, ma come farai a farcelo vedere?" Chiese curioso Christopher "con il pensatoio ovviamente" "pensatoio? Tu hai un pensatoio?" Chiese sorpresa Marlene "beh si... me l'hanno regalato" "chi mai regalerebbe un pensatoio?" Chiese scettico Malocchio "ehm" Harry fece saettare lo sguardo su tutta la tavolata fino a soffermarsi su Silente, lui capì al volo e con fare sorpreso chiese "io? Davvero?" "Si" sussurrai "come? Perché?" Iniziò a chiedere Remus, ma per fortuna di Harry, fiamme verdi spuntarono nel camino ed una testa azzurra fece capolino da esso, cadendo rovinosamente a terra.

"Teddy" dissero in coro Harry e Ginny alzandosi correndo verso il camino "stai bene tesoro?" Disse Ginny "si mamma" rispose il ragazzo "Teddy" disse Ginny con tono di rimprovero ed allo stesso tempo tristezza "lo so, lo so" disse lui tristemente "Harry si avvicinò e lo abbracciò forte "ti voglio bene papà" disse "anche io Teddy, anche io" rispose con un sospiro "ma ricorda che non devi chiamarmi così, tu i genitori ce li hai e sono sempre con te, anche adesso, sono qui in questa stanza, seguimi che ti devo spiegare una cosa" disse Harry; entrambi si allontanarono e quando Teddy vide le persone sedute attorno al tavolo si paralizzò ed i suoi capelli divennero grigi "sei un metamorfomagus" disse Tonks contenta anche se aveva notato il cambio repentino del ragazzo.

Teddy indietreggiò e si aggrappò ad Harry scoppiando a piangere, lui lo prese per mano e lo portò fuori dal salotto, si sentivano le domande che stavano ponendo tutti quanti, ma nessuna risposta arrivava da parte di Ginny.

Harry si chinò davanti a Teddy, lo prese per mano e li disse capendo già quale domanda li stava ponendo il ragazzo "non sono resuscitati, vengono da un'altra dimensione, una dimensione dove loro non sono morti e dove probabilmente tu non sei nato dato che non ti hanno riconosciuto, ma Teddy ricorda che sono loro, e che ti vorranno bene" "ma zio Harry, loro non mi conoscono, come faranno a volermi bene? E se non mi volessero, e se non li piacessi?" Chiese Teddy con le lacrime agli occhi "ascoltami bene perché non lo ripeterò più" disse Harry in tono duro "tu sei loro figlio è ti vorranno tanto bene, non importa se non ti conoscono loro sono i tuoi genitori e ti accetteranno così come sei, perché sei meraviglioso ed io sono orgoglioso di te come lo saranno anche loro"; Teddy si buttò tra le braccia del padrino, poi con sguardo determinato varcò la soglia della porta della cucina dove Ginny stava spiegando a tutti che non era loro figlio, ma loro nipote.

Teddy entrò e si guardò intorno fino ad individuare le due persone che cercava, sedute una accanto all'altro.

Tutti si zittirono e Teddy senza nemmeno accorgersene si ritrovò tra le braccia dei due; entrambi si guardavano tra di loro stupiti, mentre sentivano il ragazzo dire "mamma, papà" scoppiando poi in un pianto liberatorio.





















Spazio autrice,
Mi dovete perdonare, non ho aggiornato per quasi due settimane, ma sono stata impegnata.
Per tutti quelli che seguono la mia altra storia dovete scusarmi, ma per il capitolo ci vorrà ancora un po'; vi ringrazio per la pazienza e spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia.
Un bacio,
Ginny

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