Capitolo 27

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Il salotto di casa Potter era silenzioso, senza contare le grida di James Sirius e Albus Severus che giocavano con James e Sirius nella loro forma animale.


Erano appena usciti dalla cucina per lasciare un po' di spazio ai cinque fratelli Weasley  dirigendosi immediatamente nel salotto; gli ospiti si erano seduti sui divanetti accanto al camino, mentre Harry era rimasto appoggiato allo stipite della porta con la sua bambina aggrappata alla sua schiena e, di tanto in tanto, passava la mano tra i capelli di sua figlia con affetto.


Ogni tanto gli altri mandavano di sfuggita qualche occhiata al corvino, ma ogni volta che si giravano ad osservarlo sembrava perso nei suoi pensieri e guardava un punto imprecisato della stanza con occhi vacui; Lily che lo stava guardando con interesse si chiese che cosa stesse passando per la testa del figlio che man mano sembrava incupirsi sempre di più.


Dal canto suo Harry stava avendo una lotta interna che lo stava struggendo pian piano, non aveva per nulla dimenticato il litigio della sera prima e nonostante fosse stato con il padre nulla li vietava di avercela con gli altri per aver violato la sua privacy; il suo cuore iniziò ad accelerare quando spostò lo sguardo sui suoi due figli che stavano giocando con il padre e il padrino, non sapeva se il suo cuore si stesse comportando in quel modo per la rabbia, la felicità o la tristezza; davanti a quella scena provava un miscuglio di emozioni in cui non riusciva ad identificarne nemmeno una.


Quanto aveva desiderato vedere suo padre ed il suo padrino insieme ad i suoi figli?


Quanto aveva desiderato avere le persone che aveva perso lì con lui?


Quanto aveva desiderato essere consolato da sua madre ed essere consigliato da suo padre?


Aveva sperato con tutto se stesso di poter passare la sua vita con i suoi genitori, il suo padrino, le persone che amava; ma ora che erano lì non riusciva a goderseli.


E questa volta non era a causa del fatto che venivano da un'altra dimensione, l'aveva sentita Emily leggere il suo libro, e sapeva che prima o poi avrebbero iniziato ad avere delle visioni, dei ricordi dell'altro se stesso ed aveva una paura pazzesca, non era pronto a condividere i suoi ricordi con loro, non era per nulla pronto a confidarsi con loro, non dopo quello che era successo il giorno precedente.


Fece scorrere lo sguardo nella stanza per poi puntarlo sulla parete di fronte a lui, il grande arazzo della famiglia black era lì davanti ai suoi occhi, solo un po' diverso da com'era quando Sirius era ancora in vita.


Si ricordava il dolore che aveva provato quando Sirius li aveva raccontato cosa fosse ed il motivo per il quale il suo nome era stato bruciato, si ricordava quel grandissimo albero spoglio e tetro che riempiva tutto il muro del salotto, si ricordava di aver letto numerosi nomi di maghi e streghe purosangue che si erano sposati ed avevano mantenuto il buon nome della famiglia black, si ricordava anche di aver intravisto un collegamento con i Malfoy grazie a Narcissa; ma la cosa che si ricordava meglio e che li aveva fatto male al cuore era stato il momento in cui Sirius li aveva raccontato di essere stato cancellato dall'albero della famiglia e di essere stato diseredato.


Sapeva che Sirius non aveva mai voluto un collegamento con la sua famiglia, che gli odiava per le loro scelte e il loro orribile modo di comportarsi, ma non riusciva a smettere di pensare che a quel tempo era solo un ragazzino di sedici anni, pronto a lottare per un mondo migliore e non propenso a seguire un pazzo omicida che invece la sua famiglia adorava; come deve essersi sentito in quei momenti?


Come deve essersi sentito a vivere una vita di torture e punizioni, di obblighi e richieste che non voleva mantenere?


Come deve essersi sentito ad essere stato abbandonato anche dall'unica persona a cui voleva bene in quella famiglia di pazzi?


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