Capitolo 15

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"Zia Emy" esclamò Teddy alzandosi in piedi e dirigendosi velocemente verso il camino per abbracciare la donna che lo accolse tra le sue braccia rivolgendoli un caloroso sorriso.


"Ma questo ragazzino chiama tutti zii?" Esclamò Sirius tra se e se, anche se lo sentirono tutti "come dovrei chiamarli? Sono miei zii" rispose teddy con un alzata di spalle; Sirius li rivolse uno sguardo scettico, ma decise di non commentare, volgendo la sua attenzione alla donna accanto a Teddy che era intenta ad osservare la grande tavolata alla ricerca di qualcuno; si poteva benissimo notare lo sconcerto nel vedere quelle facce, che nonostante non avesse mai conosciuto, gli erano enormemente familiari.


Vedendo lo sconcerto della donna Harry e Ginny le si avvicinarono "Emily non ti aspettavamo" disse Ginny "Ho appena finito il turno a lavoro" rispose la donna "quindi sono venuta qui; ovviamente non volevo disturbarvi e nemmeno intromettermi nel vostro discorso" continuò la donna in segno di scuse "tu non disturbi mai" esclamò Ginny contrariata "questa è come se fosse casa tua" rincarò Harry "anche se una casa ce l'ha" disse una voce roca da dietro le spalle di Harry che si spostò lasciando intravedere la scura figura di Severus Piton "Emily" disse lui "Sev" esclamò lei buttandosi tra le sue braccia per poi appoggiare le labbra su quelle dell'uomo dando inizio ad un bacio appassionato.


Il silenzio cadde nella cucina; prima si sentiva il chiacchiericcio degli ospiti che si domandavano chi fosse quell'incantevole donna; ora si sentiva solo il rumore proveniente dal bacio tra i due che veniva osservato con sconcerto e stupore da chi era seduto al tavolo; i due erano talmente presi dal bacio che sembravano avessero dimenticato di trovarsi in una stanza con altre persone.


"Ehm ehm, non vorrei interrompere questo stucchevole quadretto, ma non vorrei vedervi fare figli nella mia cucina" disse Harry, imitando il tono che poco prima aveva usato Severus, facendo scoppiare a ridere Teddy e Ginny.


Gli altri spalancarono gli occhi trattenendo una risata, erano certi che se avessero provato anche solo a far uscire un rumore dalle proprie bocche sarebbe finita sicuramente in un litigio.


I due si staccarono e Severus lanciò ad Harry uno sguardo di fuoco che avrebbe intimorito anche l'uomo più coraggioso del mondo, pensarono gli altri, ma Harry non sembrava dello stesso parere ed infatti rideva apertamente davanti la faccia infuriata di Severus.


Una voce conosciuta li ridestò "Severus non ti credevo così... focoso"; tutti si girarono verso Albus, ma lui continuava a guardarsi attorno con curiosità "Albus fai silenzio" disse Severus guardando verso il muro alle sue spalle, incontrando quegli occhi azzurri che lo avevano salvato e accompagnato durante tutta la sua vita; li voleva bene, troppo; era il padre che non aveva mai avuto, lo aveva aiutato nel momento del bisogno, accompagnato, salvato, parlato e osservato in tutti i momenti della sua vita; era stato il suo punto fisso per vent'anni, ricordava ancora ogni parola che avevano scambiato, ogni momento che avevano vissuto insieme, ma con suo profondo rammarico ricordava fin troppo bene il loro ultimo momento passato insieme, il suo ultimo ricordo con quell'uomo a cui tanto aveva voluto e voleva bene; ricordava lo sguardo di supplica negli occhi di Silente, il proprio braccio alzarsi, i suoi occhi al di sotto della sua burbera maschera, scurirsi ancora di più e le lacrime che forzavano nel tentativo di fuoriuscire, ma non ce l'avevano fatta, aveva combattuto, con le unghie e con i denti, con la mente e con l'anima, si era ripromesso che la morte dell'uomo, del padre che era diventato non fosse vana; si era impegnato nella sua missione e ce l'aveva fatta, avevano vinto, ad un caro prezzo, ma erano salvi.


Guardare quegli occhi, anche solo in un quadro, li facevano risalire alla memoria brutti e bei ricordi, ma anche con un quadro, era sempre uguale; Albus non si faceva mai i fatti suoi.


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