Capitolo 26

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Un po' più magro di quanto era ai tempi della scuola, i capelli un po' più lunghi, il viso sorridente anche se sciupato dalle perdite della guerra e senza l'orecchio sinistro: George Weasley si stagliava nella cucina di Grimmauld Place numero 12.

Tutti si girarono a guardare quell'alta figura con gli occhi fuori dalle orbite, quello era davvero George?

Il gemello di Fred?

Il fratello di Bill e Charlie?

A quanto pare si.

I capelli rossi, anche se un po' più lunghi di quelli del fratello, le lentiggini, la corporatura alta e robusta, anche se non troppo; facevano intendere perfettamente chi fosse l'individuo che si era quasi sfracellato sul pavimento della cucina di Casa Potter, correndo in un luogo a loro ignoto e con uno strano cipiglio che a loro sembrava di preoccupazione che stonava molto con il suo viso che sembrava fatto a posta per sorridere.

Che diamine stava succedendo?

"Mi dispiace così tanto" urlò nella cucina dirigendosi verso Ginny ed Harry senza far caso al resto delle persone sedute al tavolo che lo guardavano stralunate.

"Io non volevo, non so cos'è successo, ero andato solamente a prendere un nuovo prodotto da fargli vedere, ma quando sono tornato non c'erano più" disse con la voce intrisa di preoccupazione e dispiacere; tutti continuavano a non capire ciò che stava succedendo "Calmati! Per favore smettila e siediti qui" disse Harry facendo sedere accanto a se il cognato; George si fermò e si sedette per poi prendere il bicchiere posto dinnanzi a lui e con un movimento di bacchetta farlo riempire di acqua che prese a bere immediatamente.

Quando si fu tranquillizzato alzò lo sguardo dal bicchiere per incontrare due grandi occhi nocciola che lo guardavano con divertimento e curiosità, George spalancò gli occhi e produsse uno strano suono di sorpresa "Lily" esclamò con sorpresa e sollievo, si guardò ancora in giro per incontrare due paia occhi verdi e nocciola; con sollievo si fece scappare una risata che lo aiutò a scaricare la tensione dell'ultima mezz'ora, aveva cercato in lungo e in largo, aveva cercato in giardino, in tutta la casa, al campo da quiddich, perfino oltre la collina vicino alla tana, ma quei tre erano completamente scomparsi.

"Diamine ragazzini, siete incorreggibili; possibile che scappiate in continuazione" esclamò frustrato e divertito al tempo stesso; in risposta i tre sorrisero e Lily si esibì nei suoi migliori occhi da cucciolo mentre Albus nel suo miglior sorriso ingenuo; 'falsi' pensò l'uomo mentre osservava il sorriso malandrino di James.

Si ridestò dai suoi pensieri quando vide numerose persone sedute attorno al tavolo "cavolo, avevo dimenticato del viaggio tra dimensioni" borbottò tra se e se anche se lo sentirono tutti "diamine Harry, possibile che succedano tutte a te?" Esclamò George facendo scoppiare a ridere Teddy e Ginny e facendo imbronciare Harry.

Un colpo di tosse proveniente dalla sua destra lo face girare per incontrare due occhi identici ai suoi; il sorriso scomparve dalle sue labbra e la risata si era interrotta lasciando la stanza in un completo silenzio.

Il tempo sembrava essersi fermato nel momento in cui gli occhi di George si scontrarono con quelli del gemello; con quegli occhi identici ai suoi, quegli occhi che aveva cercato per anni fin quando non si era accorto che non gli avrebbe più incontrati, quegli occhi che per anni erano stati la sua ancora di salvezza, quegli occhi che gli erano mancati come aria, quegli occhi con cui si era scontrato mentre progettava uno scherzo, mentre lo compiva e mentre veniva messo in punizione, quegli occhi con cui aveva condiviso tutto, quegli occhi che lo avevano sempre guardato dentro fino a scovare qualunque suo segreto o incertezza, quegli occhi che non li avevano mai mentito, quegli occhi che lo avevano accompagnato nei momenti belli e brutti, quegli occhi che aveva visto spegnersi davanti a lui, quegli occhi che aveva visto senza la sua solita luce, quegli occhi che avevano abbracciato la morte, quegli occhi che dopo tanto tempo erano di nuovo lì davanti a lui, con la loro luce brillante anche se un po' meno di come ricordava.

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