L'Arco
IV
Erano passati pochi giorni dalla scoperta di quell'inattesa gravidanza ed Arwen era già pronta a partire per raggiungere il suo luogo di origine, Granburrone.
La partenza era imminente ed Eldarion si era chiuso nelle stanze della madre, volendo assisterla durante le sue ultime ore passate a Minas Tirith.
L'elfo femmina sorrideva stuzzicata dalle dita del figlio che le provocarono un leggero solletico.
Il Principe stava stringendo i lacci della lunga veste blu notte con grazia ed attenzione, stando bene attento a non applicare troppa forza.
Arwen lo osservava con sguardo attento, beandosi della vista del suo bambino.
"Ho fatto, madre," disse Eldarion sistemando l'ultimo laccio, allontanandosi per poter guardare il proprio operato, a lui apparve perfetto, ma ad un qualsiasi altro occhi i fiocchi che racchiudevano i lacci sarebbero sembrati troppo grandi ed imprecisi e la veste blu era un poco storta all'altezza delle spalle.
Arwen ebbe il buon cuore di non farglielo notare, avrebbe sistemato l'abito durante il lungo viaggio che l'attendeva.
Un intero mese di viaggio.
"Eldarion, piccolo mio, per cortesia scortami fino alla carrozza," chiese dolcemente la Regina, afferrando il braccio del figlio, cosicché potesse condurla in tutta sicurezza lungo i pericolosi corridoi di palazzo.
Quello era un piccolo gioco che Arwen ed Eldarion facevano sin da quando lui era un bambino.
Lei si fingeva la dama in difficoltà che rischiava costantemente di essere aggredita da pericolosi banditi, guardie di palazzo travestite da fuorilegge ed il figlio si trasformava nel cavaliere più forte di tutti, sbaragliando i nemici che, cadevano a terra sotto i colpi della sua spada di legno.
Arwen sorrise divertita da quel ricordo così spassoso.
Insieme giunsero nei giardini interni a palazzo, dove una piccola carrozza attendeva la Regina.
Aragorn stava parlando con il cocchiere, dandogli qualche piccola raccomandazione.
Legolas si avvicinò alla coppia appena giunta, stringendo l'antica amica in un caloroso abbraccio che lei contraccambiò, nascondendo il viso contro il collo dell'elfo.
"Legolas, ti affido mio figlio ed il mio sposo, abbine cura," sussurrò Arwen, carezzando il viso affilato della creatura immortale.
Legolas sorrise e prendendo la Regina per mano la guidò verso il cocchio, dove una guardia le aprì la porta, aiutandola a salire gli altri scalini.
"Ti auguro buon viaggio, mia sposa," disse Aragorn, sollevando una mano per poter carezzare il viso dell'amata amica.
Lei annuì sorridendo, stringendo la mano del sovrano nella propria. Re Elessar la lasciò andare poco dopo, permettendo alla guardia di chiudere la porta di legno.
Un elfo di Granburrone avrebbe viaggiato in compagnia della Regina, facendole compagnia durante il viaggio. "Vostra Altezza, siamo pronti a partire," comunicò una delle tante guardie che avrebbe scortato Arwen durante il suo lungo viaggio.
Il sovrano annuì e porse al cocchiere un cenno con il capo, questo fece schioccare le fruste ed i cavalli partirono."Ditemi padre, cosa avete fatto per nove mesi in completa solitudine?" domandò Eldarion una volta che i tre reali furono rientrati a palazzo.
Aragorn arricciò le labbra in un'espressione pensierosa, domandandosi come rispondere a quella domanda.
Se doveva essere sincero aveva passato molto del suo tempo con Legolas, l'elfo silvano infatti aveva suddiviso i nove lunghi mesi i tre, una parte l'avrebbe passata insieme ad Arwen, una parte nel Reame Boscoso al fianco del padre e la restante a Minas Tirith insieme all'amato.
"Cos'ho fatto dici?" disse il padre, incrociando le braccia contro al petto muscoloso.
Eldarion annuì, mostrandosi molto interessato ai comportamenti che il genitore aveva tenuto in quel periodo. "Ricordo di essermi dedicato al mio allenamento personale e a quello delle reclute. Ovviamente fui quasi totalmente assorbito da questioni di massima importanza, trattati, celebrazioni e molto altro ancora. Legolas passò molto tempo al mio fianco," terminò il sovrano, indicando il compagno elfo con una delle grandi mani.
Eldarion portò lo sguardo sul Principe del Reame Boscoso, aspettandosi che lui fosse più chiaro nei dettagli.
"Credevo che voi foste rimasto al fianco di mia madre," parlò il giovane Principe, ricordando le parole della Regina.
La creatura immortale annuì e scostò una treccina che gli era caduta innanzi al viso pallido.
"Per quanto lo desiderassi non potevo trascorrere tutto il mio tempo al fianco di Arwen, mio padre ed il mio Regno necessitavano la mia presenza e, lo stesso valeva per il fianco di tuo padre. Come ben saprai Aragorn è più bravo nelle dispute che nei trattati," spiegò Legolas.
Eldarion sorrise e rivolse la propria attenzione verso il genitore, che aveva incrociato le braccia contro al petto, come aperta opposizione a quelle parole.
Il Principe del Reame Boscoso lo guardò a propria volta, inclinando il capo con fare divertito.
"Vuoi forse dirmi che non è così, Estel?" domandò Legolas.
Aragorn sollevò le mani ed aumentò il passo, seminando i due giovani. "Permaloso era e permaloso rimane," commentò Legolas, suscitando in Eldarion una risata.
"Ti andrebbe di dare inizio al tuo addestramento?" domandò la creatura immortale, sollevando lo sguardo sul giovane Principe.
Eldarion annuì con occhi pieni di eccitazione e, insieme al nuovo insegnate si diresse verso la propria stanza, dove l'arco dono di Legolas giaceva ancora nella sua custodia.
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The Ending -Amore Immortale-
FanficSeguito di: The Beginning ⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ Dal capitolo primo: "Una volta indossati i mantelli lasciarono la stanza, percorrendo lentamente il lungo corridoio silenzioso e le cigolanti scale in legno. L'oste sobbalzò quan...