Capitolo 39: L'Ultimo Concilio

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L'ultimo concilio
XXXIX

Re Thranduil camminava al fianco della propria cavalcatura.
Il maestoso Alce teneva sulla propria schiena tre giovani elfi oscuri.
Il più piccolo, posto preventivamente anteriormente ai due maggiori aveva le pallide mani strette contro la morbida pelliccia bruna.
Affascinato ne osservava il pelo, lasciando qualche piccolo carezza.
L'Alce non sembrava infastidito dalla presenza delle creaturine, era abituato a sopportare un peso ben superiore, quello del suo Signore e della sua armatura.
Re Thranduil sollevò una mano candida e carezzò il muso dell'animale.
Il suo naso umido gli inumidì la pelle e il respiro bollente provocò una serie di brividi che gli percorsero la schiena.
L'ennesimo giorno di viaggio stava giungendo al suo termine e il sole stava calando dietro le alte montagne, proiettando un'ombra scura e minacciosa sulla Terra di Mezzo.
Re Thranduil rivolse lo sguardo alle sue spalle, dove si trascinava una colonna di corpi stanchi.
I soldati facenti parte dell'esercito dell'Elfo Silvano avevano ceduto le proprie cavalcature ai membri del popolo che ne avevano più bisogno, proprio come aveva fatto il loro Signore.
Anche Asthorer aveva abbandonato la comodità offerta dal il proprio destriero e si era messo al servizio della sua gente, aiutando i più affaticati.
Thranduil sollevò una mano, richiamando a sé uno dei propri uomini.
Lanthir si portò immediatamente al suo fianco, chinando leggermente il capo.
Anche i bambini si ritrovarono ad osservare il Silvano, curiosi di scoprire la sua prossima mossa.
"Ferma la marcia. Il popolo ha bisogno di riposare" Ordinò il sovrano, puntando poi lo sguardo innanzi a sé.
Ai piedi di una lunga discesa nasceva un bosco.
Bosco Atro si estendeva a lungo, fino a raggiungere i piedi di un'imponente montagna.
"Ne siete certo? Oramai siamo vicini alle nostro regno" Domandò Lanthir, portando lo sguardo sulla sua terra natale.
Re Thranduil gli rivolse uno sguardo raggelante e il Guardiano abbassò lo sguardo, allontanandosi senza osare aggiungere altro.
Presto la voce si sparse lungo i soldati e questi si affrettarono a montare le tende in cui il popolo avrebbe passato la notte.
Gli elfi oscuri parvero grati di quella notizia.

Nella città degli uomini era stato richiamato il consiglio.
Il sole era sorto da diverse ore e dalla sala del trono, nascosta dal pesante portone, giungevano grida e preghiere.
"Mio Signore! Ciò che dite è impossibile!" Esclamò uno dei consiglieri, un ometto basso, la cui testa era una sfera lisci a luminosa, solamente qualche rado capello bianco spuntava qua e là.
Aragorn non sedeva sul trono, al centro della sala era stato posto un mastodontico tavolo rotondo, così da fare posto al sovrano e ai suoi consiglieri.
Legolas era seduto al suo fianco, si costringeva a tacere e lasciare che Aragorn gestisse le trattative. 
"Nulla è impossibile a questo mondo, o devo ricordarvi che io stesso sono tornato dal mondo dei morti?" Ribatté il Re con tono pacato, poggiano il mento barbuto su una mano callosa.
Legolas, le cui mani erano intrecciate sotto al tavolo, si ritrovò a stringerle con forza. Il solo accenno alla, pur breve, morte del suo amato era un tremendo colpo al suo povero cuore.
"Mio Signore," s'intromise un secondo uomo, più giovane e prestante. Da poco tempo era entrato a far parte del Consiglio. Aragorn sperava che una mente nuova e sveglia potesse essere d'aiuto.
"Siamo immensamente lieti che la morte sia tornata sui suoi passi, tuttavia, ciò che proponete è inaudito. In anni di studi non ho incontrato nulla di simile," spiegò il giovane.
Gli occhi grigi del suo Re si fissarono su di lui, il consigliere resse lo sguardo ma lo abbassò quando quelle pozze di argento fuso divennero troppo severe.
"Sono consapevole che ciò che chiedo non sia mai accaduto ma vi chiedo di aver fiducia in ciò che dirò". Il Consiglio si fece silenzioso e Aragorn si alzò in piedi, torreggiando sulla tavolata.
Legolas lesse paura e ammirazione negli occhi dei consiglieri, egli stesso sapeva qual era l'effetto che l'altezza del Re aveva sulla gente.
"Da quando sono salito al trono avete accettato le mie scelte enza opporre resistenza," iniziò il Re.
"Quando sono stato incoronato ho avuto il vostro permesso di sposarmi con Arwen, la vostra Regina," i consiglieri annuirono.
Nessun re degli uomini si era unito in matrimonio con una creatura diversa dalla sua stessa specie.
Arwen era stata la prima Elfa a sedersi sul trono.
"La mia Regina mi ha dato un figlio, un erede al trono," gli uomini annuirono tra di loro.
"Le figlie a cui la mia regina ha dato la vita non saranno cresciute come fossero mie. Le piccole hanno un padre che le ama e che darà loro una vita regale," il borbottio si fece insistente. L'accusa di tradimento non era stata accolta con leggerezza ma, entrambi i coniugi avevano tradito, e questo confondeva i consiglieri.
"Io e Arwen, nel giorno del matrimonio,  abbiamo giurato di amarci, di onorarci e di produrre un erede per il trono. Nessuna delle promesse è stata infranta". I consiglieri si fecero silenziosi.
"Ma, Mio Signore, come potete affermare di amare la Regina quando oggi siete qui, chiedendoci di... annullare il vostro matrimonio per prendere in spo- come marito il Principe Legolas?" Domandò il medesimo uomo dalla testa calva, porgendo un piccolo inchino al Principe degli elfi. 
"L'amore ha diverse forme, Galiad, il mio amore per Arwen è quello che si può provare per un'amica. Un tempo era qualcosa di differente ma, quando si ha una vita lunga come la mia i sentimenti possono cambiare". Spiegò Aragorn e Legolas sorrise, un leggero incurvarsi delle labbra, così sottile da essere quasi invisibile.
"Perciò la Regina Arwen era a conoscenza del vostro rapporto con il Principe?" Domandò un terzo consigliere, alto e snello, così magro da potergli contare le ossa. La lunga toga bianca copriva spalle appuntite.
"È così," disse Aragorn.
"E sua Altezza il Principe Eldarion?" Una quarta voce.
Il Re scosse il capo.
"Per mio figlio è stata una scoperta recente, anche il suo cuore è stato rapito dallo sguardo di un elfa. Eldarion comprendere cosa i suoi genitori hanno passato e lo accetta con orgoglio". I consiglieri annuirono, riprendendo a borbottare.
Aragorn tornò a sedersi, stringendo le mani di Legolas, ancora intrecciate sotto il tavolo, in una delle proprie.
Il Silvano gli sorrise.
Quando tornò il silenzio il Primo Consigliere si alzò in piedi.
"I vostri consiglieri sono giunti a un accordo". Il Re annuì, con un gesto della mano invitò l'uomo a parlare.
"In questi anni il nostro Re ha sempre agito per io bene del regno. Non ci sono state scelte avventate o guidate da atti di puro e semplice egoismo," e si schiarì la voce. 
"Re e Regina hanno rispettato ogni decisione e promessa presa davanti a questo Consiglio. Il trono ha un erede, giovane e sano. Nulla impedisce a Re Aragorn di annullare il precedente matrimonio in favore di un secondo". Concluse il Primo Consigliere e Aragorn sorrise pieno di gioia, rivolgendo uno sguardo colmo d'amore verso Legolas.
"Tuttavia, chiediamo solamente un'ultimo favore," il Re tornò a guardare i suoi uomini. Non vide malvagità nei loro occhi, solamente preoccupazione.
"Chiediamo che Re e Regina inseriscano il Principe Eldarion affinché sia pronto a prendere il trono". Aragorn annuì.
"Guiderò mio figlio fino a quando non sarà pronto," e si alzò in piedi.
I consiglieri fecero altrettanto ma rimasero sorpresi quando quando il Re chinò il capo.
"Vi ringrazio". Legolas si alzò, fiancheggiando l'amato. Sorrise agli uomini e a propria volta chinò la testa.
"Comprendiamo lo stile di vita del popolo elfico," riprese il Primo Consigliere.
"Il sesso non ha importanza per voi creature immortali. Durante la vostra lunga esistenza avete compreso più cose di qualunque uomo. Sapete che l'amore tra uomo e donna non è né superiore né migliore rispetto a quello fra uomo e uomo. Confidiamo che voi, Principe Legolas, e il vostro popolo possiate insegnare molto a noi semplici mortali". E chinò il capo, sorridendo benigno.
L'elfo sollevò il capo e cinse le mani in grembo.
"Confido che il vostro popolo sia pronto ad ascoltare. Non tutto ciò che è diverso è male" 

The Ending  -Amore Immortale-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora