Capitolo 33: Il Dono del Rinato

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Il Dono del Rinato

XXIII

Il giovane corse come se avesse un Balrog alle calcagna.
I suoi compagni lo guardarono confusi, domandandosi perché il giovane stesse correndo in quella maniera.
Entrò nella tenda che ospitava i reali senza nemmeno prendersi la briga di annunciare il proprio arrivo.
Èomer fece scattare la spada ma rilassò le spalle quando si accorse che colui che aveva appena fatto irruzione nella tenda non era altri che uno degli uomini di Gondor.
"Spero sia importante, ho ucciso per molto meno" Commentò Thranduil con fare seccato, continuando a sorseggiare dal calice di cristallo.
Il ragazzo si piegò in avanti e prese qualche grosso respiro.
Mithrandir sbuffò una risata e si alzò in piedi, rimproverando bonariamente l'antico amico.
"Cosa succede, giovanotto?" Domandò lo Stregone facendo qualche passo avanti.
Il ragazzo sollevò lo sguardo e si premette una mano all'altezza del cuore, riuscendo perfettamente a sentire ogni singolo battito.
"Dovete venire con me!" Esclamò la guardia, facendo saettare lo sguardo verso l'esterno della tenda.
I reali si fecero attenti, domandandosi il perché di tutta quella fretta improvvisa. Thranduil si alzò lentamente in piedi ed incrociò le braccia contro al petto, le maniche a losanga gli sfiorarono il ventre.
"Cosa succede?" Domandò il sovrano del Reame Boscoso, che non aveva per nulla gradito quell'interruzione così improvvisa.
Il giovane ripotò lo sguardo sul Re degli elfi e prese un nuovo respiro.
"Il Re è... dovete venire, non credo di... di poterlo spiegare" Disse la guardia con sincerità.
Legolas si alzò immediatamente in piedi.
Velocemente lasciarono la terra e seguirono il giovane soldato che fece loro strada.
I guerrieri osservarono con curiosità la lunga fila che si avvicinava con passo svelto alla tenda nella quale giaceva Re Elessar.
Il primo ad entrare fu Gandalf, lo Stregone spostò il telo che faceva da ingresso alla tenda e, il lungo bastone bianco quasi gli cadde di mano tanto era lo stupore di ciò che vide.
La seconda guardia, la più anziana era inginocchiata davanti a Re Elessar, il sovrano sembrava trovarsi in uno stato di trance, teneva lo sguardo basso e con le dita callose sfiorava il profondo taglio che aveva al centro del petto.
Il soldato innanzi a lui parlava con voce basse e lenta, cercando di mettere l'uomo a proprio agio.
Il viso della guardia era contratto in un'espressione di muto e contenuto stupore.
Legolas mise piede nella tenda solamente per sbiancare e finire a terra subito dopo, le gambe non lo avevano retto.
Thranduil fu subito alle sue spalle pronto a sorreggerlo ma, quando le braccia si strinsero attorno al busto del figlio questo era già svenuto.
Il cadere del Principe attirò sui nuovi venuti lo sguardo del soldato che immediatamente si alzò in piedi, non porse nessun inchino ma si avvicinò con grandi falcate allo Stregone.
"Cos'è accaduto?" Domandò Gandalf, avvicinandosi con passo lento al sovrano di Gondor.
Eldarion fu subito alle sue spalle e con passo incerto si avvicinò al genitore che, per la prima volta sollevò lo sguardo, lasciandosi sfuggire un leggero sorriso.
"Abbiamo sentito un gran baccano e quando siamo entrati abbiamo trovato il sovrano... in piedi" Rispose la guardia, tentennando nel pronunciare le ultime parole.
Aragorn sollevò lo sguardo sul soldato e lo guardò con fare curioso.
"E come dovrei essere amico? Quale assurdità da dire" Commentò il sovrano con fare confuso, guardandosi attorno con attenzione, rendendosi conto di non trovarsi più nella sua tenda o, più precisamente di trovarsi nella sua tenda ma che questa fosse cambiata eppure, gli sembrava di aver dormito solo poche ore.
"Aragorn" Iniziò Gandalf inginocchiandosi innanzi a lui.
Elessar abbassò lo sguardo sull'amico e poi lo spostò verso l'ingresso della tenda, dove trovò Legolas svenuto. Subito tentò di alzarsi ma le gambe non lo ressero, costringendo il soldato ed Eldarion a sorreggerlo.
"Cosa mi succede?" Domandò Aragorn con tono confuso, stringendo le lunghe dita contro la stoffa degli abiti del figlio. Gandalf lo guardò altrettanto confuso poi si rivolse ad Èomer e gli ordinò di correre e far portare dei seggi, cosicché avessero potuto parlare con tutta calma.
Il Re del Mark, nonostante il profondo stato confusionale ubbidì immediatamente alle parole dello Stregone e, con l'aiuto della giovane guardia corse alla ricerca di panche e sedie.
"Cos'è successo a Legolas?" Domandò Aragorn con tono allarmato, tenendo lo sguardo fisso sull'amato compagno. Thranduil si era alzato in piedi ed aveva stretto il figlio fra le braccia. Zentha era al suo fianco e sfiorava con delicatezza il viso affilato dell'elfo silvano.
"Si riprenderà a breve" Rispose il sovrano del Reame Boscoso.
Anche lui appariva scosso da ciò che avevano appena visto i suoi occhi ma l'elfo si occupò immediatamente di far sparire l'espressione sconvolta e farla mutare in una di completo distacco. Aragorn si portò una mano a sfiorare la fronte madida di sudore freddo.
Non capiva cosa stesse succedendo, era tutto estremamente confuso.
Gandalf si sollevò nuovamente in piedi e puntò lo sguardo sull'unica guardia rimasta nella stanza.
L'uomo lo guardò a propria volta, attendendo che questo parlasse.
"Che cosa è successo?" Domandò quindi lo Stregone, incrociando le braccia contro al petto sottile.
Èomer tornò in quell'istante trascianndo con sé due pesanti banche in legno che però non parvero comportare alcun peso per il sovrano del Mark che le rispose a terra con indifferenza.
Lui ed Eldarion aiutarono Aragorn a sedersi, mentre Thranduil si sedette tenendo il capo del figlio svenuto in grembo, mentre con le mani gli carezzava i capelli biondi.
"Abbiamo sentito un gran fracasso e quando siamo entrati nella tenda abbiamo trovato Sua Altezza in piedi... ho mandato il mio compagno a chiamarvi e io mi sono occupato del Re" Spiegò la guardia, abbassando lo sguardo sul viso di Elessar che, osservava il tutto come fosse estraneo alla vicenda.
La guardia spiegò che il fracasso era stato causato dallo stesso sovrano che, una volta alzatosi aveva urtato uno dei candelabri che, stranamente si trovava al fianco dell'altare.
Gandalf sollevò le folte sopracciglia bianche ed abbassò a propria volta lo sguardo su Aragorn.
"Inoltre, la tenda è stata tagliata. Qualcuno è entrato da una piccola apertura" Continuò l'uomo, guidando lo Stregone ed il Signore del Mark verso la parte opposta della tenda, dove svettava un taglio non troppo lungo ma abbastanza da permettere ad una persona inginocchiata di passare.
"E, vicino all'altare ho trovato questi" Terminò la guardia, raccogliendo da terra degli abiti ed un piccolo pugnale, l'arma utilizzata per creare il passaggio. Gandalf li prese fra le mani e studiò i vari capi, non trovando in nessuno qualcosa che potesse ricondurre al proprietario.
Erano abiti semplici, qualsiasi popolano avrebbe potuto permetterseli.
Eldarion era seduto accanto al genitore e gli carezzava delicatamente la schiena massiccia, mai aveva visto il padre ridotto in quello stato.
Era pallido e stanco.
"Porto Legolas nella mia tenda. Ha bisogno di riposare in un comodo letto e non su una dura panca di legno" Commentò Thranduil, sollevando il figlio come fosse una piuma.
Aragorn lo lasciò fare senza osare aprire bocca, non sapeva cosa fosse successo ma doveva essere qualcosa di grave per ridurre il suo amato in quello stato.
Il sovrano del Reame Boscoso si allontanò reggendo il Principe fra le braccia.
"Come ti senti?" Gli domandò Èomer inginocchiandosi davanti a lui.
Gli poggiò le mani sulle ginocchia e le sfiorò con gentilezza, cercando in qualche modo di rassicurare l'amico. Aragorn sospirò esausto e sollevò lo sguardo, puntando gli occhi sui figli di Morphen.
I giovani erano rimasti immobili innanzi all'ingresso della tenda e si erano spostati solamente per permettere al Re degli elfi silvani di andarsene.
I loro sguardi non erano differenti da quelli di tutti gli altri presenti ma, sul viso di Astorher aleggiava l'ombra di un sorriso, era felice che Re Elessar fosse tornato in vita.
"Non lo so... non capisco che cosa sta succedendo" Rispose il sovrano con tono altrettanto confuso.
Gandalf poggiò gli abiti sull'altare e con passo svelto si avvicinò alla panca sulla quale era seduto Aragorn.
L'uomo sollevò lentamente lo sguardo sull'anziano amico che, a guardarlo con più attenzione appariva ancora più vecchio di quanto già non fosse.
Sotto gli occhi aveva profonde occhiaie rossastre in completo contrato con la pelle candida e ricoperta di profonde rughe.
"Aragorn, qual è l'ultima cosa che ricordi?" Domandò lo Stregone con fare gentile.
Si sedette al fianco del sovrano di Gondor e gli poggiò una mano sulla schiena, mentre i due fratelli oscuri si portarono alle spalle dell'altare, i loro occhi studiavano gli abiti sporchi ed umidi.
Granpasso sospirò e si portò una mano alla fronte, chiuse gli occhi e cercò di ricordare quale fosse stato il suo ultimo atto.
"Ricordo la battaglia" Iniziò dicendo. Èomer gli rivolse un sorriso gentile, invitandolo a continuare a scavare nella sua mente, cercando di ricordare cosa realmente gli fosse accaduto. Aragorn lo guardò per qualche istante e poi chiuse nuovamente gli occhi, sprofondando nel buio.
"Ero con Legolas e poi..." Continuò il sovrano.
"Venimmo separati. Lui rimase a trattenere alcuni elfi ed io inseguii... Gurdaer"

The Ending  -Amore Immortale-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora