Il Re
XXXVIIThranduil rivolse lo sguardo verso il nuovo sovrano del Sottosuolo.
Re Astorher era in groppa alla propria cavalcatura, uno splendido stallone nero.
Alle loro spalle camminavano i soldati rimasti in vita, non erano molti, una ventina in totale.
Re Éomer ed il suo esercito li avevano lasciati poco tempo prima, lasciando che percorressero gli ultimi giorni in solitudine.
A quanto pareva il Signore del Mark aveva importanti faccende di cui occuparsi e non poteva assentarsi ulteriormente da casa, il sovrano del Reame Boscoso lo comprese, egli stesso sarebbe ripartito insieme al proprio esercito se non avesse preso così a cuore le sorti del nuovo Re del Sottosuolo.
"Ecco, questa è l'entrata" Disse Astorher, attirando su di sé lo sguardo di Re Thranduil.
Il sovrano fissò gli occhi innanzi a sé, incontrando immediatamente un lungo ed imponente tappeto di edera verde come lo smeraldo più pregiato.
La pianta cresceva rigogliosa lungo il crinale di una piccola montagna, celando l'entrata del regno degli elfi oscuri.
L'alce di Re Thranduil fece qualche passo avanti ed il sovrano sfiorò le verdi foglie con un misto di nostalgia e fascino.
Nessuno li accolse, probabilmente non era rimasta nessuna guardia ad assicurarsi che nessuno lasciasse o entrasse nella grotta, tutti gli uomini in grado di combattere erano stati assoldati per la guerra contro il popolo della superficie e, naturalmente Re Morphen non aspettava certo una sconfitta.
"Permettetemi di fare strada" Disse Astorher, calciando i fianchi del proprio destriero. Il cavallo sbuffò e mosse l'imponente capo poi, lentamente fece qualche passo avanti, scostando la tenda di edera.
L'elfo silvano fu subito alle spalle del giovane, accettando la piccola lanterna sprigionante luce azzurra che questo gli offrì.
I soldati raccolsero a propria volta dei lumi, mentre altri si limitarono a camminare nell'ombra, probabilmente conoscendo quel ripido passaggio a memoria.
Thranduil si guardò attorno, più che certo di non aver mai messo piedi in un luogo più buio e desolato di quello, nemmeno la Foresta di Fangorn era così poco ospitale.
L'entrata della grotta non era molto alta, tantoché se si fosse sforzato ed avesse affinato lo sguardo avrebbe potuto tranquillamente scorgere il soffitto popolato da piccoli pipistrelli, creature notturne e silenziose.
Lentamente i reali procedettero, l'alce dell'elfo silvano non si dimostrò molto propensa a proseguire, i suoi zoccoli scivolavano sul terreno argilloso ed umido e la poco luminosità gli impediva di vedere bene.
Lo stesso Re Thranduil non sembrava amare quel luogo solitario, un elfo di luce come lo era lui non apprezzava i luoghi di pura ombra e, se il solo passare pochi attimi in quel lungo e buio spazio gli fece mancare il respiro non osò immaginare che cosa avesse passato il figlio.
Legolas, rinchiuso in una prigione di oscurità, senza cibo e privato del proprio sangue. Un lungo brivido percorse le spalle dell'elfo.
"Vostra Altezza? Va tutto bene?" Domandò Astorher che, con la coda dell'occhio aveva notato l'espressione di pura sofferenza che era nata sul viso affilato dell'elfo silvano.
Thranduil scosse il capo e si portò una mano alla fronte, prendendo un respiro profondo.
"Non immaginavo che questo luogo potesse essere così inospitale. Non conosco un altro luogo simile a questo" Rispose il sovrano del Reame Boscoso, rivolgendo una carezza di incoraggiamento al proprio destriero che, proprio come il padrone sembrava oppresso da quelle ripide pareti umide.
"Molti degli elfi rimasti in città non hanno mai visto qualcosa di diverso. Questo è tutto ciò che conoscono" Spiegò uno dei soldati che camminava alle loro spalle.
Gli altri si ritrovarono ad annuire.
Molti di loro erano nati dopo l'esilio del popolo oscuro e, come conseguenza nessuno di loro aveva apprezzato lo schierarsi in guerra del loro Signore, tantomeno il rapimento di un elfo silvano.
"Mi dispaccio nel sentire queste parole. Spero che troverete la vostra nuova casa accogliente" Rispose Thranduil, invitando la propria cavalcatura ad avanzare.
I soldati si guardarono con fare interrogativo, nessuno di loro era stato messo al corrente dei piani dei due reali, questo sarebbe successo una volta che il popolo fosse stato riunito.
"Lo sarà sicuramente" Ribatté Asthorer, ignorando gli sguardi confusi dei propri uomini. In poche ore raggiunsero la città ma, nonostante il breve tempo Re Thranduil sembrò essere stato fortemente debilitato da tutta l'oscurità che lo aveva circondato, lasciandolo pallido e impaurito.
La restante parte di popolazione che era rimasta in patria non osò lasciare le proprie abitazioni, troppo spaventata all'idea che quello non fosse il loro sovrano originario e che il nuovo invasore fosse deciso ad eliminarli uno per uno.
Thranduil si guardò attorno, la cittadella non assomigliava nemmeno un minimo alle comuni città degli elfi, questa appariva più umana, pareva di stare percorrendo le strade di Gondor. Astorher smontò da cavallo e si avvicinò ai soldati, questi chinarono il capo in segno di rispetto. "Vi prego, radunate il popolo e portatelo innanzi alla piazza della Torre, ho bisogno di parlare alla mia gente" Disse il nuovo sovrano utilizzando un tono dolce e pacato, estremamente diverso da quello che avrebbe utilizzato il genitore.
Morphen infatti, non era conosciuto per la gentilezza e la bontà di cuore.
I soldati annuirono e, silenziosi come ombre sparirono per le strette vie, andando alla ricerca dei pochi abitanti rimasti.
Thranduil sorrise, felice nel constatare che gli uomini avessero da subito accettato il loro nuovo Signore. Astorher rimontò a cavallo ed invitò il sovrano degli elfi silvani a seguirlo, deciso a mostrargli la Torre dove da sempre abitava inoltre, avrebbe voluto recuperare le proprie cose e quelle della sorella, naturalmente avrebbero potuto fare ritorno alla città ogni qualvolta lo avessero desiderato ma, il giovane elfo aveva da subito immaginato che, una volta che il popolo se ne fosse andato i precedenti abitanti del Sottosuolo avrebbero ripreso ciò che era loro di diritto e, le mille e pericolose creature che erano state allontanate dall'arrivo degli elfi sarebbero tornate a reclamare il loro regno e, perciò la cittadella sarebbe diventato un luogo assai pericoloso.
"Venite, lasciate qui il vostro alce" Disse Astorher, legando le redini del proprio destriero ad una sottile sbarra in ferro fissata alla parete circolare della Torre.
Thranduil ubbidì nonostante fosse certo che il proprio destriero non si sarebbe allontanato senza di lui.
Insieme i due reali si avvicinarono all'ingresso della Torre dove, originariamente due soldati erano di guardia ma, ora non v'era nessuno a controllare l'accesso alla dimora del Re.
Astorher fu il primo ad entrare e fece da guida al silvano che, rimase alquanto stupito dai bassi gradini ma, in breve tempo comprese il perché di quella particolare caratteristica. L'elfo oscuro gli mostrò le celle dove era stato rinchiuso Legolas e, si lasciò sfuggire qualche commento sul fatto che ora quelle stesse celle fossero vuote, evidentemente il padre aveva dovuto ricorrere a tutte le proprie forze per entrare in guerra con il popolo della superficie.
Thranduil rabbrividì ma, evitò accuratamente di far notare quanto quelle celle fossero squallide e inospitali. Infine, insieme raggiunsero la sala del trono e il corridoio che conduceva alle stanze della famiglia reale.
Astorher non si soffermò nella stanza del trono, non era suo desiderio passarci più tempo di quanto non avesse dovuto e così, raggiunse immediatamente le proprie stanze, sorprendendosi di trovare le proprie cose intoccate.
Aveva creduto che, una volta che il genitore avesse scoperto della propria fuga avrebbe fatto radere al suolo la stanza del figlio, così da non avere più nessuno ricordo del giovane traditore eppure, quello non era successo, le sue cose erano tutte lì, tenute in perfetto stato.
"Non possiedi molti averi" Commentò Thranduil, accomodandosi sul bordo del letto, così da riacquistare un po' delle energie che erano andate perse durante quelle ore di viaggio.
Astorher sorrise.
"Mio padre non voleva possedessimo libri, la maggior parte parlavano della storia della Superficie e, come potete immaginare non sono molti gli scrittori del Sottosuolo. La maggior parte dei miei averi consiste in armi e abiti" Spiegò Astorher, prendendo una grande borsa in cuoio da un piccolo armadio.
Lentamente iniziò a piegare i propri abiti e a riporvi le armi.
"Potrei chiedere ai miei sarti di fabbricare per te un abito degno di un Re. Lo stesso Aragorn ha accettato un dono simile anche se, riflettendoci non l'ho mai visto con indosso quell'abito, forse dovrei farglielo notare" Commentò Thranduil fra sé e sé.
Astorher sorrise, immaginando che i gusti dei due uomini in fatto di abiti fossero assai diversi. "Mi piacerebbe" Rispose il giovane non riuscendo tuttavia ad immaginarsi nell'indossare uno degli splendidi abiti elfici.
"Hai portato con te la corona di tuo padre?" Domandò Thranduil.
Astorher annuì e gli porse la splendida corona che fino a quel momento era rimasta nascosta in una piccola borsa in cuoio bruno. Il cerchio scuro irradiava una strana luce.
"È arrivato il momento della tua incoronazione. Prima il popolo ti riconoscerà come suo nuovo sovrano prima potremo andarcene da qui" Disse Thranduil.
Il Signore del Reame Boscoso si alzò lentamente in piedi ed attese che il giovane reale lo seguisse.
Insieme percorsero nuovamente la lunga rampa di scale, fermandosi appena al di fuori delle porte d'ingresso alla torre dove, ai piedi della breve rampa di scale si era radunata una piccola folla, tutto ciò che era rimasto del loro popolo.
La maggior parte erano donne e bambini ma, c'era anche qualche uomo, forse ritenuto inadatto al combattimento. Gli elfi più giovani guardarono Thranduil con un misto di fascino e timore, mai avevano veduto una creatura così affascinante.
"Sono rimasti in numero ridotto" Commentò il silvano, tenendo lo sguardo fisso sul giovane popolo.
Astorher annuì distratto, stringendo le mani con forza, forse per la prima volta impaurito. Thranduil sembrò notarlo e sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla, confortandolo senza bisogno di parlare.
"Popolo del Sottosuolo" Iniziò il sovrano del Reame Boscoso. Gli elfi oscuri portarono gli sguardi su di lui nonostante fossero ben pochi quelli a non essere già fissi sull'elfo dai capelli biondi.
"Re Morphen è caduto in battaglia" Continuò Thranduil.
Il popolo non fiatò, in pochi erano legati al precedente sovrano e nessuno lo amava forse, solamente i suoi figli un tempo avevano provato dei sentimenti di affetto nei suoi confronti.
"E oggi sono qui per presentarvi il vostro nuovo Signore, Astorher delle Terre Celate" Disse Re Thranduil, calando la pesante corona nera sul capo del giovane.
Il nuovo sovrano rabbrividì nell'udire il nome del luogo nella quale anticamente aveva risieduto il proprio popolo.
Inizialmente nessuno fiatò, la piazza era circondata dal penetrante silenzio ma poi, uno dei bambini iniziò ad applaudire e così fecero gli altri, dando vita ad un vero e proprio concerto di suoni.
Astorher sorrise nel vedere il proprio popolo accettare così di buon grado il nuovo sovrano. Quando gli applausi scemarono il nuovo sovrano si schiarì la voce.
"Quando mio padre ebbe la malsana idea di cominciare questa guerra vi promise una cosa, una nuova terra da poter chiamare casa" Iniziò Atorher con tono severo, così severo che quasi Thranduil stesso fece fatica a riconoscerlo.
"Ebbene, Re Thranduil ci offre ospitalità. Non sarà la nostra casa definitiva ma, mi permetterà di apprendere i compiti di un buon Re, cosicché possa governare per il bene del mio popolo" Continuò il giovane sovrano ed il silvano sorrise, intenerito dalle parole sicure del ragazzo.
"Ora, vi chiedo di prendere tutto ciò che vi appartiene e, l'indomani partiremo alla volta di Bosco Atro. Il viaggio sarà lungo perciò, portate con voi solo ciò che sarete in grado di portare" Concluse Astorher.
Il popolo annuì, convinto da quella nuova prospettiva e, lentamente si allontanò dalla piazza, andando a rintanarsi nelle proprie abitazioni.
Thranduil poggiò una mano sulla spalla del giovane e Astorher lo guardò.
"Sarai un buon Re" Commentò il silvano e l'oscuro sorrise.
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The Ending -Amore Immortale-
FanfictionSeguito di: The Beginning ⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ Dal capitolo primo: "Una volta indossati i mantelli lasciarono la stanza, percorrendo lentamente il lungo corridoio silenzioso e le cigolanti scale in legno. L'oste sobbalzò quan...