Nolya
XXIII
Lanthir era da poco giunto a Bosco Atro, erano passate poco più di due settimane da quando era partito in solitudine.
Viaggiando solo con il proprio destriero era passato inosservato ma, tornare a Rohan con il prigioniero e le guardie sarebbe stato decisamente più complesso e lento, avrebbero sicuramente impiegato più di tre settimane per raggiungere la terra dei Signore dei Cavalli.
Si fermò innanzi alle porte che davano all'interno della montagna. Una delle guardie ferme innanzi al portone aprì le porte e gli permise di entrare.
Re Thranduil aveva mandato un messaggero a palazzo, cosicché le guardie potessero preparare il prigioniero.
Lanthir venne scortato all'interno del palazzo, guidato da due guardie armate, suoi amici e compagni.
Questi lo condussero nella zona del palazzo adibita alle celle, dove Nolya era rinchiuso.
Il giovane Stregone si trovava nella più buia delle gabbie, tenuto nascosto alla luce.
Lanthir camminava con passo svelto, la pesante veste in cuoio gli copriva il corpo robusto, frusciando contro le gambe tornite.
"Non abbiamo il permesso di andare oltre" Disse uno dei due elfi, fermandosi innanzi ad una lunga scalinata che conduceva ad un corridoio buio, che si trovava poco sopra al fiume che conduceva a valle, dove venivano lasciate cadere le botti di vino vuote, cosicché gli abitanti di Pontelagolungo potessero riempirle e riportarle agli elfi.
Il Guardiano annuì e congedò le due guardie, chiedendo loro però di tenersi pronte, nel caso in cui le manette anti-magia non fossero riuscite a trattenere il giovane. Lanthir percorse la lunga scalinata, sprofondando nell'oscurità.
Due occhi viola lo osservavano con curiosità, unica fonte di luce che proveniva dal fondo della cella.
Il Guardiano si fermò innanzi alle sbarre di un tenue colore verde, lo stesso che assumeva il rame dopo molto tempo trascorso alla mercé delle intemperie.
Poggiò le mani pallide contro il ferro scuro, scrutando l'interno della piccola gabbia.
Gli occhi viola erano fissi su di lui, curiosi come quelli di un bimbo. Nolya si alzò in piedi ed il mantello rosso frusciò contro il pavimento.
La chimera si avvicinò alle sbarre, rivelando il proprio viso pallido, dove erano incastonati i meravigliosi occhi del colore delle viole.
I suoi capelli erano bianchi come le nuvole più pallide, il viso era affilato come quelle di un elfo, ma le gote rossicce come quelle di un uomo.
Le due creature rimasero in silenzio, intente ad osservarsi.
Nolya era leggermente più basso dell'elfo, appariva più robusto di costituzione, ma sicuramente sarebbe stato Lanthir ad avere la meglio in uno scontro.
"Porgimi i polsi" Ordinò il Guardiano, resosi conto di stare sprecando troppo tempo nella contemplazione di quel giovane dai capelli bianchi.
Nolya sorrise sfacciato ed avvicinò le braccia alle sbarre, inserendole nella piccola apertura dove gli venivano portati i pasti.
Lanthir estrasse un paio di manette argentee ad una delle tasche dei suoi calzoni, avvolgendole attorno ai polsi robusti della creatura, che le osservò storcendo il naso, forse riconoscendo quel tipo di magia.
"È arrivato il momento di prendere aria?" Domandò Nolya con fare divertito, mentre Lanthir apriva la porta della cella.
I cardini cigolarono teatralmente, non riuscendo però a sovrastare lo scrosciare del fiume, che scorreva implacabile al loro fianco.
La creatura sollevò lo sguardo sul Guardiano e lasciò che questo lo trascinasse lungo la sottile scalinata, fino a raggiungere le due guardi che li attendevano in cima alla rampa.
I due elfi scambiarono uno sguardo di intesa con Lanthir e si accodarono alla coppia, tenendo d'occhio i movimenti del prigioniero.
"Allora? Dove stiamo andando?" Domandò ancora Nolya, guardandosi attorno con fare curioso.
Quando era stato catturato e condotto lì non aveva avuto l'occasione di osservare il misterioso palazzo di Re Thranduil, nascosto alla vista di chiunque non fosse degno di superare le porte che conducevano alla montagna.
"Non è necessario che tu lo sappia" Rispose Lanthir, stanco del continuo vociare del giovane dai capelli bianchi.
Nolya sbuffò indispettito e continuò a camminare, cercando di mantenere il passo del suo carceriere, che si muoveva abilmente lungo le strade sospese.
"Avrò finalmente il piacere di incontrare Re Thranduil? Ho sentito che la sua bellezza è tale da fare sparire le stelle" Commentò il prigioniero.
Lanthir si lasciò sfuggire un sorriso, poi scosse il capo e continuò a camminare, ritrovandosi ben presto innanzi alle immense porte che portavano all'esterno della montagna. Quattro cavalieri a cavallo erano già pronti a partire, nel mezzo di quella formazione stava un destriero bianco, l'animale che avrebbe avuto il dispiacere di portare Nolya.
Il giovane venne fatto montare a cavallo, naturalmente non gli fu concesso di reggere le redini, che rimasero strette fra le mani di una delle quattro guardie.
Lanthir superò la scorta, raggiungendo il proprio destriero, che lo attendeva pazientemente innanzi alla fila.
"Fate attenzione" Disse uno dei due elfi che stava di guardia alle porte.
Il Guardiano del Reame Boscoso gli rivolse un cenno del capo e partì, trottando verso il bosco oscuro che li avrebbe condotti a Rohan.
Nolya si guardava in torno incuriosito, anche divertito dalle bizzarre creature che camminava sui rami degli alberi dai tronchi tortuosi.
"E quello cos'è?" Domandò il giovane, rivolgendo lo sguardo verso un enorme ragno che, sembrava intento ad accompagnarli lungo il viaggio, sperando in un passo falso dei cavalieri, cosicché potesse procurarsi un gustoso pranzo.
Lanthir fulminò la creatura con lo sguardo, invitando i suoi compagni di viaggio ad aumentare il passo, così da non ritrovarsi in qualche insidiosa trappola architettata dagli aracnidi. "Non devi preoccupartene, se è abbastanza intelligente non si avvicinerà" Rispose Lanthir, continuando a guardare innanzi a sé. Un ramo si spezzò sotto lo zoccolo del suo destriero, ed il ragno fuggì via impaurito, temendo che gli elfi volessero prendersi la sua vita.
Nolya osservò la creatura ad otto zampe correre lungo i rami robusti, sfuggendo alla sua vista.
Il giovane abbassò lo sguardo sulle manette argentee, strattonandole lievemente.
Il Guardiano lo guardò con la coda dell'occhio, assicurandosi che le manette resistessero alla magia della creatura.
Sorrise quando vide Nolya arrendersi.
STAI LEGGENDO
The Ending -Amore Immortale-
FanficSeguito di: The Beginning ⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ Dal capitolo primo: "Una volta indossati i mantelli lasciarono la stanza, percorrendo lentamente il lungo corridoio silenzioso e le cigolanti scale in legno. L'oste sobbalzò quan...