La Caduta del Re
XXXI
Gurdaer svettava innanzi alla tenda del suo Signore.
Il tessuto impermeabile nero veniva brutalmente sferzato dal vento gelido che era sorto quella notte.
Il Rinato teneva fra le mani il piccolo volume contenente l'intera storia della sua famiglia, della famiglia reale.
Alcuni elfi passarono al suo fianco ma nessuno osò domandargli dove fosse stato o dove avesse trovato quel volume che stringeva fra le mani come fosse la sua unica fonte di salvezza, erano tutti troppo intimoriti da quella figura spettrale che si stagliava innanzi alla tenda.
Con lentezza sollevò il lembo di tessuto che fungeva da entrata e fece il proprio ingresso nella tenda.
Morphen stava seduto innanzi ad un piccolo scrittoio in legno, sembrava intento nella lettura di qualche antico volume, doveva stare cercando di far trascorrere il tempo.
"Sei tornato vedo" Commentò il Signore del sottosuolo con malcelato interesse. Con un movimento fluido del polso chiuse il libro che stava sfogliando e si voltò per fronteggiare il suo più potente alleato.
Gurdaer sostava impassibile innanzi all'uscita, i suoi abiti erano sporchi di terra e fango e, lo stesso valeva per il suo viso ed i suoi capelli scuri.
Fra le mani teneva stretto il volume, durante la via del ritorno lo aveva nascosto sotto la camiciola, premendolo contro il suo petto, così che non si sporcasse.
Morphen si alzò in piedi e lo guardò con occhio critico.
"Mi è stato riferito che ti sei allontanato nel bel mezzo dello scontro. Posso chiederti dove sei stato?" Domandò il sovrano, sedendosi su una bassa sedia in legno.
Gurdaer fece qualche passo avanti e si avvicinò al sovrano, inginocchiandosi innanzi a lui.
"Ho avuto il piacere di parlare con un elfo che mi assomiglia terribilmente" Iniziò il Rinato, poggiando sulle gambe di Morphen il sottile volume.
Lui abbassò lo sguardo, osservandolo per qualche istante come se non lo avesse riconosciuto.
"O forse, sono io che somiglio a lui. Dico bene? Figliolo?" Domandò Gurdaer con tono innocente, sollevando gli occhi azzurri come il cielo sul viso allibito del sovrano che, abbassò gli occhi verdi su di lui, stringendo il volume fra le lunghe dita.
"Tu... voi vi ricordate di me?" Domandò Morphen alzandosi in piedi.
Il Rinato fece altrettanto, fronteggiando il figlio che, ammaliato lo osservava.
Il sovrano sollevò le mani e le portò a sfiorare il viso del padre, scese lentamente lungo il collo e sulle spalle poi, con lentezza e diffidenza avvolse le braccia attorno al suo busto, stringendolo in un titubante abbraccio. Gurdaer lo osservò con la coda dell'occhio e, con altrettanta riluttanza strinse Morphen fra le braccia.
Fu un abbraccio lento ed anaffettivo. "Ricordo ogni cosa. La mia testa sembrò esplodere quando venni travolto a tutti quei ricordi" Rispose il Rinato.
Poggiò le mani sulle spalle del figlio e lo allontanò di qualche passo, così da poterlo guardare con più attenzione. "Eppure, non rammento di averti permesso di tingerti i capelli" Commentò Gurdaer con tono che avrebbe voluto essere scherzoso e che, riuscì a far sorridere il nuovo sovrano.
Morphen sorrise e poggiò il capo contro il petto del genitore, strofinando una guancia contro la morbida camiciola sporca di fango e terra.
"Sono stati i Valar... ci hanno punito" Disse il sovrano con tono colmo di rabbia.
Arretrò di qualche passo e poggiò il volume sopra lo scrittoio.
Si voltò nuovamente contro il padre e sorrise raggiante.
"Ma, ora che voi siete tornato avremo finalmente la nostra vendetta! Riprenderemo quello che è sempre stato nostro, quello che ci è stato promesso e che ci è stato portato via!" Esclamò Morphen con gioia, avvicinandosi nuovamente al genitore che, sollevò una mano, impedendogli di avvicinarsi di un altro passo.
Il figlio lo guardò stranito, non aspettandosi quell'improvviso distacco. "Figlio mio, ciò di cui parli ci è stato promesso dai servitori del male, non ricordi? Non rammenti come il nostro regno venne invaso dal caos e dal dolore? Venimmo soggiogati mio piccolo sole, divenimmo schiavi del male succubi al suo volere ma..." E si interruppe, avvicinandosi al sovrano.
Sollevò una mano e sfiorò la piccola spilla che teneva fisso il mantello sulle spalle del figlio.
Una piccola spilla a forma di sole perché, il giovane uomo che aveva davanti era, il suo piccolo sole.
Morphen lo guardò basito, come se non riuscisse a comprendere quelle parole. "Ma tu non puoi vedere quello che vedo io" Gurdaer abbassò la mano, premendola contro il petto del sovrano, proprio sopra al punto dove stava il suo cuore.
"Tu sei ancora succube del male. La tua mente è schiava delle ombre" Continuò il Rinato, il cui animo era puro come quello di un neonato.
Morphen continuò ad osservarlo senza comprendere.
"Ascolta le mie parole, la guerra che stai combattendo è sbagliata. La tua idea è sbagliata. Vieni con me e arrenditi alle forze del bene, sono certo che esista un modo per purificare la tua mente" Disse Gurdaer con gentilezza.
Parlava come avrebbe fatto lo stesso Re di luce, quello che era lui un tempo. Moprhen lo guardò sempre più confuso, scosse il capo ed allontanò le mani del genitore dal suo corpo.
Arretrò con rabbia e, a causa della gamba zoppa rischiò quasi di cadere a terra.
Il padre si gettò in avanti pronto a sorreggerlo ma il figlio lo scacciò con rabbia, premendo le mani contro lo scrittoio in legno.
"Come potete dire questo? Dopo tutto quello che il nostro popolo ha passato? Dopo gli anni in cui siamo stati segregati nelle profondità della terra, senza la possibilità di allontanarci! Come potete schierarvi dalla loro parte!?" Domandò Morphen con tono rabbioso, scagliando il sottile volume contro il genitore. Gurdaer lasciò che il libro lo colpisse in pieno petto, questo cadde a terra e le pagine bianche si sporcarono ti terra. "Mi sto schierando dalla parte del bene! Ascoltami! Te ne prego, la tua mente non è lucida!" Ringhiò il Rinato, avvicinandosi al figlio con passo rapido. Morphen puntò gli occhi iniettati di sangue si di lui, si morse le labbra con rabbia.
"Fermo!" Ordinò il sovrano e Gurdaer si immobilizzò.
Il suo corpo sembrò come pietrificato, come se una forza invisibile lo avesse costretto a fermare la propria avanzata. "Io ti ho riportato in vita! Io sono il tuo padrone!" Esclamò Morphen avvicinandosi a lui zoppicando.
Il Rinato non poté muoversi, osservò il figlio pararsi innanzi a lui e guardarlo con rabbia.
In quel momento Morphen non sembrava un sovrano ma, un ragazzino spaventato che stava affrontando troppe cose in una volta sola, cose che andavano ben oltre la sua comprensione. "E tu obbedirai ai miei ordini" Disse infine il Signore del sottosuolo.
Gurdaer non rispose e non si mosse, i suoi occhi saettavano da una parte all'altra della tenda, domandandosi perché il suo corpo non rispondesse ai suoi comandi.
"E io ti ordino di uccidere Re Elessar. Uccidi lui e l'esercito cadrà come un castello di carte" Ordinò Morphen.
Il suo sguardo era folle.
Il suo animo nero.
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The Ending -Amore Immortale-
FanficSeguito di: The Beginning ⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ Dal capitolo primo: "Una volta indossati i mantelli lasciarono la stanza, percorrendo lentamente il lungo corridoio silenzioso e le cigolanti scale in legno. L'oste sobbalzò quan...