Capitolo 22: Neve

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Neve

XXII

Il mattino seguente la popolazione di Edoras venne sorpresa da un mondo completamente avvolto dal bianco. Èomer si era portato le mani nei capelli, tanta era la disperazione per quella notizia.
Quasi un intero anno di lavoro agricolo era ancora perso a causa di quella nevicata.
"Come è possibile? Siamo in piena estate!" Esclamò il Signore del Mark. Gandalf si avvicinò a loro con passo svelto, colpendo accidentalmente Aragorn con il grande pastone bianco. "La neve zittisce e purifica il mondo. Qualcuno è tornato questa notte" Parlò le Stregone, attirando su di sé gli sguardi dei presenti.
Questi li richiamò subito all'ordine, obbligandoli a radunarsi nella sala del trono, dove Re Thranduil li attendeva già da qualche minuto.
Come succedeva oramai da molti giorni i convocati si sedettero attorno al tavolo circolare.
"Cosa intendi dire, Gandalf?" Domandò Aragorn, accomodandosi fra il sovrano del Reame Boscoso e il Signore del Mark.
Lo Stregone si accomodò al fianco di Legolas, che lo aiuto a sedersi.
"Ho studiato molto in queste settimane e, proprio come dissi in passato le obbiezioni di Astorher erano corrette, tuttavia, vi è un modo per modificare sia l'aspetto che l'essere" Disse il Bianco, poggiando lo sguardo su ognuno dei presenti.
"Come?" Domandò Èomer che era sempre stato poco paziente quando si trattava di questioni urgenti come quella.
"La morte"

"Ricapitolando, ciò che voi sostenente è che mio padre ha riportato in vita un individuo e, questo individuo è rinato a nuova luce, privo di qualsiasi tipo di peccato e memoria" Disse Zentha, che stava cercando di riordinare le idee altamente confuse. Gandalf annuì e la lunga barba bianca gli sfiorò le grinzose mani giunte in grembo.
"La trasmutazione rispetto alla rinascita comporta un incantesimo dallo sviluppo estremamente semplice. È necessario uno Stregone dagli incredibili poteri per creare una pozione di simile fattura" Rispose il Bianco, passandosi la lingua sulle labbra secche.
I due fratelli elfi si guardarono attentamente, ma nessuno dei due sembrò ricordare qualcuno oltre a uomini ed elfi che avesse incontrato loro padre.
Ma, conoscendolo doveva averlo incontrato a loro insaputa, molto spesso infatti il sovrano del sottosuolo rimaneva sveglio fino a tarda notte, incontrando gli individui più disparati.
"Tutti i nostri morti vengono bruciati" Iniziò Astorher, incrociando le braccia contro al petto.
Da quando era venuto al mondo non ricordava di aver assistito ad un singolo funerale che terminasse con la sepoltura del morto.
Gli elfi morti di anzianità o malattia venivano bruciati e le ceneri venivano consegnati ai familiari che erano liberi di decidere le sorti anche se, la maggior parte finiva con riversare le polveri all'interno del Bosco Morto, dove gli animi dei morti avrebbero potuto riposare serenamente.
"Chi può essere colui che è stato riportato in vita?" Domandò Zentha, sollevando lo sguardo sul fratello, sperando che lui potesse avere la risposta a quel quesito.
Il Principe scosse il capo mordendosi le labbra.
Gli altri membri del concilio erano rimasti in silenzio, troppo estranei alla situazione per poter dare un loro parere a riguardo.
"A questo posso rispondere io" Proruppe la voce profonda di Gandalf. I due fratelli sollevarono simultaneamente gli sguardi, poggiandoli sul viso scavato dell'anziano Stregone.
"Colui che è stato riportato in vita non è altri che Gurdaer, vostro nonno" Rispose lo Stregone con tono estremamente calmo.
Thranduil strabuzzò gli occhi e rivolse lo sguardo sull'antico amico, poggiò i palmi contro il tavolo di legno e scrutò l'uomo.
"Gurdaer è morto sul campo di battaglia, credevo che il suo corpo fosse stato ridotto in cenere" Commentò il sovrano degli elfi silvani, aggrottando le sopracciglia.
Gandalf scosse il capo e sospirò afflitto.
"Tuo padre mi chiese di curare il giovane sovrano e, quando lo raggiunsi alla torre questo mi chiese un favore. Era giovane e spaventato, aveva appena perso l'unica famiglia che gli era rimasta, non potevo negargli quell'aiuto ma... non credevo che... mi chiese di creare una tomba per il padre, uno scrigno che non potesse essere scalfito da nulla che non la sua stessa mano" Rispose lo Stregone.
Ricordava i terrorizzati occhi verdi del giovane Morphen, che gli implorava di lasciare che suo padre rimanesse al suo fianco ancora per qualche tempo, così da poter correre alla sua tomba e chiedere e consiglio.
Thranduil sospirò e si portò le mani al viso, non poteva giudicare le azioni di Gandalf, sapeva cosa significasse perdere un genitore e, sapeva quanto potesse essere terrificante ritrovarsi a governare da un giorno all'altro. "Quindi sarà nostro... nonno a forgiare il nuovo Anello?" Domandò ancora Astorher, tentennando quando si trattò di pronunciare il nome del Rinato.
Il Bianco annuì e deglutì, poggiando la schiena contro il duro schienale della sedia di legno.
"Ma probabilmente impiegherà molto tempo... un mese, forse due" Continuò Gandalf.
"Un Rinato è difficile da gestire, è una creatura senza memoria ma non è stupida. Ubbidirà alla prima persona che vedrà in viso, ma si porrà delle domande, dovrà essere convinto di ciò che fa e non ubbidirà senza sapere a cosa andrà in contro" Terminò Gandalf.
Aragorn annuì e poggiò le mani contro il tavolo di legno scuro.
Thranduil si leccò le labbra ed incrociò le braccia contro al petto, rimanendo in silenzio, in completa contemplazione.
Aseo venne condotto nella stanza proprio in quel momento, da quando il sovrano del Reame Boscoso aveva medicato le sue ferite il giovane si era sentito subito meglio, ma nonostante questo era stato costretto a farsi medicare da un curatore vero e proprio e questo, notando la gravità della ferita aveva insistito perché il giovane elfo si recasse nelle sale di cura almeno una volta alla settimana. Zentha si occupò immediatamente di raccontare all'amico ciò che avevano scoperto e Aseo si dimostrò una fonte di informazioni molto utile.
"Ricordo di aver visto vostro padre con qualcuno di... sospetto" Disse il giovane elfo oscuro e Gandalf sollevò lo sguardo su di lui, chiedendogli di descrivere l'uomo.
"Era sera e stavo andando al fiume per prendere dell'acqua e fu allora che li vidi, Morphen e quest'uomo... era in individuo alto, sembrava di costituzione robusta ma non saprei dirlo con certezza, il suo corpo era coperto da un lungo mantello rosso. Il suo viso era scoperto sembrava un giovane uomo..." Spiegò Aseo, descrivendo ciò che ricordava di quella serata.
Quando aveva temuto di essere stato visto era fuggito, non volendo rischiare di inimicarsi il sovrano.
"Ricordi quanto tempo fa accadde questo incontro?" Domandò Thranduil, una luce pericolosa gli illuminava gli occhi azzurri.
"Credo... tre anni fa, lo ricordo perché raramente capita di vedere il Re aggirarsi per la città" Spiegò il giovane elfo oscuro.
Gandalf e Thranduil si guardarono per qualche istante, entrambi indecisi su cosa fare.
Èomer li osservava con fare interessato, in attesa che questi si degnassero di condividere con loro le loro conoscenze.
"L'uomo di cui parli è Nolya, nato dall'unione di un elfo femmina ed uno Stregone. È ricercato da secoli e, per nostra fortuna poco più di un anno fa fu catturato e condotto nel Reame Boscoso" Spiegò Gandalf, che aveva visto quel giovane crescere e venire sedotto dal male.
Legolas poggiò lo sguardo sul genitore, domandandosi perché questi non avesse fatto parola con lui, ma decise di porgere quel quesito una volta che fossero stati soli.
"Credete potrebbe essere condotto qui? Potrebbe esserci utile" Domandò Aragorn, che poco conosceva della magia, ma abbastanza da sapere che fossero in pochi gli stolti a giocare con la vita e la morte e, sicuramente, colui che sapeva ricondurre in vita poteva anche riportare alla morte.
"Manderò un corvo nel Reame Boscoso, farò in modo che Nolya venga condotto qui il primo possibile"

The Ending  -Amore Immortale-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora