Capitolo 27

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Rientro dentro.
Kate stava molto vicino a Lele.
Decisi di intromettermi fra di loro.
Kate: "Ma che stai facendo?"
Era ubriaca.
Puzzava molto di alcool.
Non gli riuscivo a stargli accanto.
Io: "È meglio se vai a casa"
Kate: "No, io resto qui"
Nemmeno fa un passo, che cade per terra.
Si girano tutti.
L'aiuto ad alzarsi.
Lele: "L'accompagno io"
Io: "Nono, faccio io"
Lele: "Mi spieghi cosa ti prende?"
Io: " È una mia amica, faccio io"

Peia ci vede.
Corre da me.
"Oddio che succede?"
Io: "È ubriaca più del solito"
Peia: "Quando fa così è perché inizia a interessarsi a qualcuno"
Lele: "Ho fatto centro"
Peia: "La porto io a casa"
Io: "Sicura?"
Peia: "Certo"

Gli chiamo un taxi.
Peia molto delicatamente fa entrare Kate che già dorme.
Ci saluta e va via.
Lele che era venuto con me, mi chiede come mai avevo reagito in quel modo.
Io: "Vedevo di già che era un po' brilla"
Lele: "Siamo sicuri che non eri gelosa?"
Io: "Figurati...ormai è passato"
Lele: "Eppure io non ne sono così sicuro"
Io: "Lo sai quando dico una cosa, è quella"
Lele: "Lo dici con la testa, ma il cuore dice qualcos'altro"
Io: "Nono, fidati"
Mi prende il mento.
Io: "Che fai?"
Lele: "Possiamo evitarci quando vuoi, ma alla fine ci ritroviamo sempre"
Mi stacco dalla sua presa.
"Usciamo con lo stesso gruppo di amici"
Lele: "Hai ragione...ma non capisco il tuo gesto! Perché intromettersi in una conoscenza?"
Io: "Meriti di più"
Ci guardiamo.
Sto per andare via, quando mi tira a sè.
Mi guarda e senza che io potessi fare qualcosa, mi bacia.
Non me lo sarei mai aspettata.
Mi sussurra all'orecchio: "Il mio meglio sei tu"

Mi lascia lì.
Mi lascia lì, da sola.
Improvvisamente vengo travolta da un sacco di pensieri.
Perché non l'avevo fermato?

All'improvviso suona il cellulare.
Era Olga.
Con un filo di voce gli rispondo.
"Pronto..."
Olga: "Dove sei? Che succede?"
Mi riprendo dal bacio.
Io: "Nulla"
Olga: "Sei strana"
Io: "Cosa c'è?"
Olga: "Noi andiamo via"
Io: "Ti posso chiedere una cosa?"
Olga: "Dimmi tutto"
Io: "Ma sei sicura che Valerio non era alla festa?"
Olga: "Sisi, ci ha mandato pure una foto, che era a giocare a calcio con Sespo"
Io: "Ah ok"
Olga: "Perché?"
Io: "No, nulla"
Olga: "Raggiungici davanti all'ingresso"

Dopo cinque minuti arrivo da loro.
Erano a chiacchierare fra di loro.
Lele mi stava guardando.
Diego: "Ma dove sei andata?"
Tancredi: "Ad accompagnare Martina"
Gianmarco: "Ma lei è già a casa...quindi non so cosa ha fatto per tutto questo tempo"
Io: "Possiamo andare a casa?"
Ero arrabbiata con me stessa, perché non l'avevo fermato ed ero anche molto triste.
Olga: "Va bene...ma ti ripeto è tutto ok?"
Io: "Sì"

Per tutto il tragitto, non faccio altro che guardare in avanti.
Lele era al mio fianco.
"Scusami"
Io: "Va bene"
Ancora se non era quello che pensavo.

Sento suonare il campanello.
Apro gli occhi.
Era mattina.
Era mezzogiorno passato.

Mi alzo dal letto.
Vado a d aprire la porta.
Ci trovo Lele.
Aveva in mano due ciambelle.
Senza nemmeno dargli il tempo di fiatare, gli chiudo la porta in faccia.
Me ne torno a letto.

Il campanello suona.
Non faccio nulla.
Rimango a letto, aspettando che se ne vada.

Ma sembra che non abbia voglia di andarsene.
Vado ad aprirgli la porta.
Entra.
Va in cucina.
"Mi dispiace"
Lo zittisco.
Non ho voglia di sentire altre cavolate soprattutto la mattina.
"Con te, è sempre così"
Lele: "Non riesco a stare distante da te..."
Io: "Però quando mi hai "tradito" non sembrava"
Lele: "Era per marketing"
Io: "Se lo era, non mi avresti guardata in quel modo"
Lele: "Mi dispiace"
Io: "Grazie per le ciambelle, adesso te ne puoi andare"
Gli indico la porta, senza guardarlo nei occhi.
Se ne va, senza dire una parola.

Prendo le ciambelle e vado a letto.
Apro Instagram.
Quando mi spunta fuori un post dell' UCI Cinemas di Milano.
Oggi alle 15:00, Valerio era in sala a cantare le sue canzoni e avrebbe guardato un film con le fan.
L'evento era con posti limitati.

Corro subito a prepararmi.
Dovevo essere bella.

Prendo un taxi.
Erano le 14:45.
Avrei fatto tardi.
Per la strada c'era un leggero traffico.

Arrivo alle 15:05.
Cavolo!
Era già iniziato.

Corro a prendere il biglietto.
Ma mi dicono che è tutto pieno.
Gli chiedo la sala.
E mi rispondono che si stava tenendo alla sala 8.

Corro più velocemente.
La ragazza della biglietteria, urlava di fermarmi.
Ma io non volevo perdermi la sua esibizione.
Sentivo fuori dalla porta, le ragazzine che urlavano e cantavano le sue canzoni.
Entro.
Sperando che non mi vedesse.
Mi siedo su uno scalino infondo alla sala.
Vedo arrivare le guardie.
Ma si fermano all'entrata per non creare una gran confusione.

Finito di cantare, le luci si spengono.
Lo vedo salire le scale.
Mi sale l'ansia.
Mi aveva vista?

Ad un certo punto, non lo vedo più.
Tiro un sospiro di sollievo.
Inizia il film.
Era una commedia.
Quando noto che vicino a me, c'era qualcuno.
Urlo.
Ma la mia bocca viene tappata da Valerio.
"Fai silenzio! Non voglio che ci scoprono"

In realtà alcune fan ci avevano già scoperto, perché invece di guardare il film, guardavano noi.
Io: "Perché ti sei seduto vicino a me?"
Valerio: "Ti ho vista entrare di corsa e ho pensato che era arrivato il momento di parlarti"

Continuava a parlare, ma io avevo già perso il filo del discorso.
Mi faceva sempre questo effetto.
Mi incantavo a guardarlo.
Era semplicemente stupendo.
Valerio: "Hai capito cosa ti ho detto?"
Io: "Ma certamente"
In realtà non avevo capito proprio nulla.
Valerio: "Quindi ti va bene!?"
Io: "Cosa?"
Ride.
"Vedi che non mi stavi ascoltando"
Io: "Non ho capito la fine"
Valerio: "Ho detto, che ci ho pensato...ormai abbiamo gli stessi amici..."
Io: "E?"
Valerio: "Se rimaniamo solo amici"

Ecco.
Lo sapevo.
Avevo fatto bene in qualche modo a mettere un punto alla nostra storia molto prima.
"Solo amici?"
Deglutisco.
Valerio: " Va bene?"
Lo guardo nei occhi.
Era buio, ma i suoi occhi brillavano.
Mi sposta i capelli.
Mi prende il viso fra le mani.
"Allora? Non mi hai detto nulla!"
Io: "Amici io e te?
Non possiamo essere solo amici noi, non quando mi guardi in quel modo"

3) Un amore a distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora