Daichi Sawamura compiva ventisette anni, sarebbe stato un compleanno come tutti gli altri se non fosse stato per quel ragazzo dall'aria gentile che lo continuava a fissare dall'altro lato del pub.
Daichi, un ragazzo dai tratti marcati, i capelli color cioccolato fondente e gli occhi marroni, profondi proprio come una tazza di cioccolato fuso, odiava dover festeggiare il proprio compleanno. Quella ricorrenza lui non la comprendeva, non gli piaceva stare al centro dell'attenzione né tanto meno sentirsi cantare tanti auguri a te.
Stringeva nella mano un boccale, ormai quasi vuoto, di birra e continuava a lanciare occhiate furtive a quel ragazzo dai capelli chiari che, da un tavolino infondo al pub, ogni tanto gli sorrideva. Forse la distanza aiutava ad ingannare la sua vista, forse non stava davvero guardando lui e molto probabilmente non gli stava nemmeno sorridendo.
"AUGURI" il moro venne richiamato alla realtà dalla voce squillante del suo amico Tanaka, il solito ragazzo con la battuta facile e la risata esagerata. Daichi si girò e alzò in aria il boccale vuoto, lo fece scontrare piano con quelli degli amici e poi vi immerse lo sguardo decidendo che era arrivato il momento di prendersi una pausa da quei confusionari dei suoi amici.
Si alzò poggiando il boccale sul legno scuro e scheggiato del tavolo e si guardò intorno, alla ricerca dell'uscita, che l'avrebbe portato finalmente a riprendere aria. La individuò e annuì piano con il capo.
"ragazzi, esco un attimo, torno subito" disse prima di voltarsi e incamminarsi verso la porta di legno pesante. Uscì e un vento gelido lo investì, ricordandogli che aveva dimenticato la giacca attaccata allo schienale della sedia. Si sfregò le mani e si concentrò sulla nuvoletta di condensa che si liberò dalla sua bocca. Non sarebbe rientrato a recuperare la giacca, perché avrebbe destato qualche sospetto nel suo volersi allontanare una seconda volta.
Si tirò su il cappuccio e si coprì la testa, nel vano tentativo di diminuire il tremore incontrollato del proprio corpo.
"o sei un folle a cui piace il freddo, oppure hai dimenticato la giacca ma stai fuggendo dai tuoi amici e questo ti impedisce di tornare dentro a prenderla" il moro sussultò e si girò con sguardo incredulo e anche leggermente spaventato. Allargò gli occhi e incontrò la figura magra di un ragazzo, non uno qualsiasi, quello che lo stava fissando dentro il pub.
-allora stava davvero guardando me- pensò con un leggero alleggerimento a livello dello stomaco, come se quella consapevolezza lo rendesse meno apatico nei confronti della vita.
Un ragazzo dai capelli argentei, la pelle chiara e gli occhi marroni lo stava guardando e gli sorrideva. Un piccolo neo sfiorava l'angolo dell'occhio sinistro e si nascondeva tra le pieghe del viso quando il ragazzo allargava il sorriso.
"la seconda" rispose il moro girandosi completamente nella direzione di quel ragazzo dai tratti delicati.
"immaginavo, tieni" il grigio gli porse dei guanti color verde bottiglia e lui li guardò per qualche istante prima di infilarseli e godere di quel lieve calore che gli avvolgeva le dita ghiacciate. Mai avrebbe pensato di poter accettare un indumento da uno sconosciuto, ma il freddo lo stava facendo uscire di testa e l'idea di potersi scaldare almeno la punta delle dita gli sembrava una grande svolta a cui non poter rifiutare.
"chi sei?" chiese tornando con l'attenzione sullo sconosciuto che l'aveva raggiunto fuori del pub. Gli venne il dubbio che quel ragazzo fosse uscito solo per incontrare lui, ma non si soffermò più di tanto su quell'idea, non voleva crearsi delle aspettative che alla fine si sarebbero rivelate irrealizzabili.
"Sugawara Koushi"
"Daichi Sawamura"
"piacere di conoscerti" concluse il grigio alzando il viso verso il cielo scuro e privo anche di quelle luminose stelle che di solito si stagliavano nel blu indaco. Si portò le mani dietro la schiena e le unì incrociando le dita tra loro. Sentiva freddo anche lui, ma non poteva farlo notare al moro, che altrimenti gli avrebbe riconsegnato i guanti.
"cosa ti porta a dover fuggire dai tuoi stessi amici?"
"la stanchezza"
"sei stanco?"
"no, è una bugia, la bugia che mi ripeto nella testa"
"perché?"
"perché non so il vero motivo per cui io abbia bisogno di allontanarmi"
"quindi menti a te stesso piuttosto che cercare la verità" si girò e si avvicinò al moro. Quel ragazzo dai capelli scuri era più alto di lui di pochi centimetri, ma la corporatura era ben più robusta della sua e questo permetteva alla figura del moro di risultare imponente di fronte a quella sua esile.
"è più facile"
"molte cose sono più facili di ciò che dovremmo fare" si girò e si diresse di nuovo verso la porta di legno, pronto a riaprirla e farsi riscaldare dal calore umido del locale, caratterizzato dall'odore dolce di alcool. Prima di varcare la soglia, però, Daichi si sporse e gli strinse una spalla, notando solo in quel momento che forse non avrebbe dovuto avventarsi in quel modo su uno sconosciuto. Sugawara non sembrò sorpreso o indispettito da quel suo gesto, si girò e lo guardò con un sopracciglio alzato, un arco argentato sulla pelle candida del viso.
"ti stai dimenticando questi" disse Daichi intento a togliersi i guanti prestategli dal grigio, ma si fermò nell'istante in cui quello scosse la testa e aprì la mano davanti al suo viso.
"li puoi tenere, me li ridarai in futuro"
"ma come? Quando?"
"ci sarà occasione per incontrarci ancora" il grigio si voltò di nuovo ed entrò nel pub, andandosi a confondere con le decine di persone che stavano sedute ai tavoli a ridere e scherzare. Il moro, mentre la porta disegnava un arco nel richiudersi, lanciò un'occhiata ai suoi amici e così perse di vista completamente il grigio. Sospirò convinto di non poter più fuggire tanto a lungo dalla scomoda verità, cioè che lui stava iniziando a trovare noiosa la sua stessa vita.
STAI LEGGENDO
Before you go
Fanfiction"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?" "te" Daichi non dovette pensarci. »DaiSuga« Avvertenze! è una angst, ciò vuol dire che potreste piangere leggendo... #1 in DAISUGA (15/11/20)