Sugawara non ricambiò l'abbraccio di Daichi, attese che quello si staccasse e lo guardò confuso. Inclinò la testa e inarcò un sopracciglio argentato. Quell'espressione ormai accompagnava le giornate del grigio.
"scusami, ma io..." storse la bocca, lanciò un'occhiata alla porta rimasta aperta chissà da quanto e poi tornò a guardare incuriosito il moro accanto al suo letto "...chi sei?"
Quella domanda ormai non stupiva più il moro, non lo prendeva alla sprovvista come le prime volte, ma ancora faceva male. Era sempre una stilettata dritta nel cuore. Ormai di lui non aveva più memoria alcuna.
"m-mi chiamo Daichi, ci siamo conosciuti tempo fa e vengo a farti visita ogni giorno"
Il grigio si girò verso il vetro trasparente che mostrava il cielo chiaro, si stava annuvolando, ma non minacciava ancora pioggia. Sospirò e chiuse gli occhi. Quando si passò la lingua sulle labbra le percepì un po' più screpolate del dovuto, segno che aveva ricominciato a mordersele per lo stress.
"sai Daichi, stamattina ho capito di esser malato. Mi sono svegliato in questo posto, il medico mi tratta come se mi avesse visto crescere e le infermiere sono sempre molto gentili con me. Credo di esser rimasto qui per molto tempo, ma per me è come se ci fossi appena giunto"
Daichi allungò il braccio verso il grigio, ma interruppe il proprio movimento quando si rese conto di non essere altro che uno sconosciuto finito lì per caso per quel ragazzo. Lasciò ricadere il braccio lungo il fianco e rimase in silenzio ad ascoltare cosa avesse da dire il grigio, anche se ciò che gli stava dicendo era solo una replica di ciò che gli aveva detto il giorno precedente e quello prima ancora.
"vorrei poter provare nostalgia"
Quella frase, però, risultò nuova al moro, che fece il giro del letto e occupò il campo visivo dell'altro. Lo guardò negli occhi, non erano lucidi, non mostravano disperazione come avrebbero dovuto, sembravano vuoti, non erano gli occhi di Sugawara. I capelli argentati riflettevano la luce dei raggi che superavano le nuvole e le guance erano pallide. Come se non bastasse, a quell'espressione spenta si stavano aggiungendo sempre di più le occhiaie scure e Daichi sapeva benissimo a cosa fossero dovute.
Ogni sera, prima di tornare a casa, il grigio lo salutava dicendogli che quella volta non avrebbe dimenticato. Solo dopo qualche giorno, il moro aveva compreso che Sugawara faceva di tutto per non addormentarsi la notte perché timoroso di perdere la memoria. Non voleva accettare che il fatto che non avesse più ricordi del passato non fosse dovuto al sonno, ma esclusivamente alla malattia.
Daichi dal canto suo non aveva mai avuto il coraggio di dire al grigio che, seppure fosse riuscito a superare una notte senza dormire, non avrebbe comunque mantenuto i ricordi di quella giornata passata.
Sfiorò la guancia scarna di Sugawara e quello, come aveva temuto il moro, si ritrasse istintivamente da quel gesto dolce e delicato.
"che intendi?" chiese Daichi cercando di ignorare il fatto che il grigio si fosse allontanato dalla sua mano. Scrutò lo sguardo spento di quel ragazzo malato e non vide altro che un fantoccio privato della vita passata.
"vorrei poter provare nostalgia. La nostalgia non si prova quando manca qualcosa di passato?"
"sì"
"se provassi nostalgia vorrebbe dire che ho un passato del quale essere nostalgico, dei ricordi felici"
"non ricordi nulla?"
"qualcosa sì, ma è più come se fossero eventi riguardanti qualcun altro, come se fosse un film e io lo spettatore. Ho dei flash..." Sugawara mosse la mano vicino al viso come a voler imitare il flash di una macchinetta fotografica "...ma non mi sembra di averli vissuti per davvero"
STAI LEGGENDO
Before you go
Fanfiction"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?" "te" Daichi non dovette pensarci. »DaiSuga« Avvertenze! è una angst, ciò vuol dire che potreste piangere leggendo... #1 in DAISUGA (15/11/20)