-19- tutto è importante

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Era una mattina come le altre, Daichi non doveva lavorare essendo sabato e così rallentò i propri ritmi. Uscì da sotto le coperte quando sentì di non poter più riuscire ad addormentarsi e andò in cucina, deciso a fare una colazione abbondante, come quelle di un hotel.

Accese il fuoco sotto la macchinetta del caffè e aprì la dispensa. Scrutò dentro quel mobile tristemente vuoto e afferrò l'unico pacco di biscotti presente, anche mezzo finito.

Si buttò sulla sedia e lasciò cadere la confezione di biscotti sul tavolo, accanto alla tazzina ancora vuota. Il gomito sul legno si stava iniziando ad arrossare e il palmo sorreggeva la fronte resa pesante dalla testa stanca.

Il gorgoglio del caffè all'interno della macchinetta lo destò all'improvviso e gli fece tornare un po' di buon umore. Tornò seduto su quella sedia di legno e cominciò a soffiare sul liquido scuro, facendone increspare appena la superficie.

La vibrazione del cellulare lo fece voltare, mise a fuoco lo schermo che si era illuminato e quasi lasciò andare la tazzina che aveva in mano. Afferrò il cellulare alla velocità della luce e aprì il messaggio appena ricevuto.

[che cosa si dicono due gatti che hanno appena finito di litigare?]

[miao?]

Daichi era consapevole che non sarebbe mai riuscito ad indovinare la risposta a uno degli indovinelli posti dal grigio, ma comunque trovava simpatico il provare a ipotizzare una risposta.

[Mici come prima]

Rise, più di quanto si aspettasse, forse più per il fatto che quel ragazzo gli avesse riscritto piuttosto che per l'indovinello vero e proprio. Aprì la casella di testo e cominciò a digitare un secondo messaggio, voleva riuscire a non fare danni questa volta, voleva essere l'amico che quel ragazzo si meritava.

[mi dispiace per come mi sono comportato]

[non devi dispiacerti, se ti va possiamo vederci]

[va bene, per che ora preferisci che venga lì?]

[no, non ci vediamo in ospedale, già ci devo stare tutto il giorno. Vediamoci fuori casa tua, ti porto in un ristorante che mi piace]

Il moro chiuse il cellulare e tornò in camera cercando di decidere cosa indossare. Le temperature ancora non erano alte, ma si poteva uscire tranquillamente con la felpa, senza giacca. Si preparò e, intorno a mezzogiorno suonarono al campanello.

Aprì la porta e si ritrovò il grigio a maniche corte e jeans e un sorriso stampato sul volto. Lo salutò con un cenno del capo e lo invitò ad entrare, ma quello declinò l'offerta dicendogli che poteva aspettarlo fuori al sole.

Quando ebbe finito di prendere ciò che gli serviva, Daichi raggiunse Sugawara fuori e lo trovò in piedi con il viso rivolto verso il cielo e gli occhi chiusi. Lo guardò per qualche secondo, notò le occhiaie, che si stavano facendo sempre più scure, contornare gli occhi, le guance sembravano più magre e così anche il resto del fisico. I capelli voluminosi e scompigliati riflettevano la luce del sole e come al solito invitavano il moro ad andare ad accarezzarli per bearsi della loro morbidezza. Daichi si schiarì la voce e attirò l'attenzione del grigio, che abbassò il viso e lo guardò sorridente. Il sorriso, quello non lo aveva perso nemmeno dopo esser stato ricoverato.

Si incamminarono e al moro venne subito il dubbio che lo stesse portando di nuovo allo stesso ristorante della volta precedente. Come aveva ipotizzato, giunsero al locale caratterizzato dallo stile simile a quello di un'osteria. Entrarono e l'uomo robusto della prima volta avvolse il grigio in un abbraccio.

Before you goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora