"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?"
"te" Daichi non dovette pensarci. Era davvero incuriosito da quel ragazzo, che fosse malato o no. Lui voleva sapere ciò che caratterizzava lo sguardo del grigio e le sue espressioni. Voleva conoscerlo nei particolari, ma anche stargli lontano perché sapeva che si sarebbe andato ad impelagare in un grande e contorto impiccio, pari ai fili delle cuffiette che si trovavano ancora in tasca, impossibile da districare.
Il grigio sorrise e inclinò la testa. Con quel movimento socchiuse gli occhi e interruppe il contatto visivo con il moro. In qualche modo sapeva che sarebbe stata quella la risposta, anche se spesso gli era capitato di incontrare gente solo interessata al dramma e che curiosava sulla sua vita da paziente d'ospedale.
"allora ci si vede" diede le spalle al moro e cominciò a camminare con passo lento e deciso.
"no, non puoi andartene, non così. Ti ho appena detto che voglio conoscerti"
"e chi ti ha detto che io voglia conoscere te?!" non si girò nemmeno per rispondergli, continuò a camminare scuotendo la mano in aria e lasciando il moro a bocca aperta, con ancora la mano a tenere ferma la porta dell'ascensore. Chissà quanta gente era rimasta in attesa di quel mezzo per salire ai piani superiori.
Daichi inspirò, lasciò cadere la mano lungo il fianco e corse verso il grigio. Afferrò il gomito del ragazzo e lo fece voltare, senza grazia, senza preoccuparsi che fosse un paziente e che avrebbe potuto risentirne di un gesto così irruento.
"tu, l'hai detto tu. Hai detto che eri interessato a me"
"quando l'avrei detto?" il grigio inarcò entrambe le sopracciglia e allargò gli occhi, permettendo al moro di vedervi le più piccole sfaccettature al loro interno.
"poco fa"
"va bene e quindi? Che vuoi da me? Diventare amici? Farmi compagnia quando sono qui? Cosa esattamente ti attrae della nostra ipotetica amicizia?"
"il fatto che potrebbe non essere ipotetica" Daichi aveva ancora la mano intorno al gomito del grigio, poteva percepire le ossa sotto il suo tocco, la pelle chiara rivestiva benissimo quelle ossa sporgenti, lì dove non c'erano i muscoli fini.
Sugawara si girò, scrutò la famiglia oltre una porta aperta e abbassò lo sguardo, sembrava comprendere il dolore di coloro che si trovavano in quella stanza, come se lo stesse condividendo. Sospirò piano portando i propri occhi ad osservare la mano del moro che lo teneva in modo saldo.
Quando tornò a guardare negli occhi il più alto, sorrise e annuì.
"hai fame?" non sembrava lo stesso di un istante prima, aveva cambiato espressione in un istante, come se avesse compreso qualcosa solo in quel momento, forse si era reso conto che ne avrebbe guadagnato anche lui da un'amicizia con quel ragazzo.
"s-sì?" quella di Daichi sembrò più una domanda che un'affermazione. Lasciò scivolare i polpastrelli lungo il braccio del grigio percependone la pelle fredda. Solo in quel momento si rese conto che era a maniche corte, forse per la temperatura elevata che tenevano all'interno dei locali dell'ospedale, forse non usciva da un po'.
"allora andiamo a mangiare" Sugawara si incamminò verso l'ascensore, ma si fermò quando il moro lo richiamò.
"n-non hai freddo?"
Si guardò il petto e le braccia, rendendosi conto di star indossando una maglietta. Si portò una mano dietro la nuca e se la sfregò con forza, imbarazzato per ciò che era accaduto. Alzò un dito facendo capire al moro che doveva aspettare un attimo e sparì dietro l'angolo per poi tornare con una felpa, una giacca e una sciarpa.
Si coprì per bene e seguì il più alto all'interno dell'ascensore. Fu in quel momento che il moro prese i guanti e glieli porse. Per lui non c'era momento migliore per renderglieli. Il grigio li guardò curioso e poi scosse la testa.
"preferisco quello" disse indicando il cappello di lana che copriva la testa del moro. Daichi si indicò la fronte e alzò un sopracciglio, lasciando silenziosa la sua domanda.
"sì, il mio l'ho prestato ad un mio amico"
"tieni" porse il cappello al grigio e lo guardò mentre se lo infilava. Alcune ciocche fuoriuscivano oltre il bordo e si sollevavano appena. Doveva ammettere che il cappello gli donasse, sembrava gli stesse a pennello.
"li preferisco con il pompon" disse Suga passandosi una mano sopra la testa, lì dove sarebbe dovuta esserci la palletta di lana.
"quello che hai prestato lo aveva?"
"sì, è azzurro chiaro con un bellissimo e voluminoso pompon in cima" mosse le mani come a mimare la forma del pompon e sorrise socchiudendo gli occhi e marcando gli zigomi rosati.
Eccola lì la spensieratezza di cui era invidioso Daichi, ma, da quando aveva scoperto che quel ragazzo era malato, l'invidia stava mutando in qualcos'altro.
Quando giunsero all'esterno, il vento della sera li investì ed entrambi si strinsero nelle proprie giacche. Si guardarono di sfuggita e poi il grigio si incamminò senza interpellare il moro su dove andare a mangiare.
STAI LEGGENDO
Before you go
Fanfiction"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?" "te" Daichi non dovette pensarci. »DaiSuga« Avvertenze! è una angst, ciò vuol dire che potreste piangere leggendo... #1 in DAISUGA (15/11/20)