Daichi si diresse al parco, dove lo aspettava l'amico energico dalla voce possente.
Notò che, seduto sulla panchina, con la schiena ricurva, c'era Tanaka, che probabilmente era arrivato in anticipo al loro incontro.
"ehi amico, tutto bene?" chiese il moro leggermente preoccupato. Conosceva quel ragazzo da diversi anni, l'aveva sempre visto super emozionato per qualsiasi cosa, sempre con il sorriso e la parlantina. Vederlo così tranquillo, seduto sulla panchina, ma soprattutto in anticipo, aveva fatto sorgere qualche preoccupazione nel moro.
"e-ehi D-Daichi..." Tanaka teneva la voce bassa, quasi a voler nascondere ciò che diceva. Sembrava fosse a disagio e provasse vergogna per qualcosa "...ho fatto un casino"
"racconta" Daichi lo esortò a continuare a parlare. Gli si sedette accanto e gli posò una mano sulla schiena. L'aveva conosciuto ai tempi delle medie, Tanaka aveva un anno in meno di lui, era stato un ragazzino problematico per i professori, ma Daichi era sempre stato convinto fossero stati loro che non riuscivano a comprenderlo e a motivarlo con lo studio.
Tanaka sospirò e una nuvoletta di condensa si librò nell'aria fino a disperdersi e non lasciare traccia del proprio passaggio.
"ho litigato con i membri della squadra di pallavolo, me ne sono andato e..."
Il moro era a conoscenza di quanto significasse quello sport per il suo amico. Era vitale per lui saltare e schiacciare il pallone, aveva giocato al liceo e aveva continuato anche dopo, mai una partita saltata, mai un allenamento evitato, sempre presente con tutte le proprie energie, anche con la febbre lui si presentava in campo con le ginocchiere indossate. Che avesse litigato con i propri compagni, però, Daichi non aveva problemi a crederci, quel carattere esuberante non tutti riuscivano a sopportarlo.
E lui, nonostante provasse disprezzo nei confronti delle persone che riuscivano ad essere spensierate, perché per lui voleva dire che quelle persone non avevano alcun problema nella vita, voleva un gran bene a quel ragazzo, perché, sebbene avesse passato dei momenti bui, non aveva mai perso quel suo carattere esuberante, ciò voleva dire che era insito in Tanaka e non era il risultato di una vita priva di ostacoli.
Mosse la mano sulla schiena del minore disegnando dei grandi cerchi e cercando di consolarlo. Lo guardò negli occhi, ma quello sfuggiva dal suo sguardo, quasi avesse paura di un suo giudizio.
"tranquillo, vedrai che si risolverà"
"non mi faranno allenare per un mese. Daichi, io non posso stare un mese senza la pallavolo" finalmente Tanaka alzò lo sguardo e lo puntò negli occhi scuri del maggiore. Aveva sempre trovato conforto nei gesti del moro, si era comportato sempre come un fratello maggiore, quasi come un padre, nei suoi confronti, sin dal primo giorno che si erano conosciuti nei corridoi della scuola.
Daichi sospirò, quel ragazzo aveva bisogno fisico e mentale di quello sport. Sapeva che l'iperattività di Tanaka non era classificabile come normale, che sicuramente dietro a quel suo carattere esuberante c'era qualcos'altro. Chiuse per un istante gli occhi, cercò una qualsiasi soluzione e quando li riaprì sorrise a quel suo amico, lasciando che quella sua espressione potesse tranquillizzare Tanaka.
Sorridere gli era diventato arduo da quando la sua vita era diventata un susseguirsi di sventure e difficoltà, ma si era accorto che con quel ragazzo non aveva mai trovato problemi nel sorridergli sinceramente, nel modo più puro che esistesse.
"ho un'idea" disse alzandosi dalla panchina e porgendo una mano al minore, invitandolo a seguirlo. Camminarono per qualche chilometro, non si fermarono e non parlarono durante il tragitto. Ogni tanto il moro lanciava un'occhiata all'amico per assicurarsi che lo stesse ancora seguendo e che stesse abbastanza bene da poter camminare ancora.
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Before you go
Fanfiction"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?" "te" Daichi non dovette pensarci. »DaiSuga« Avvertenze! è una angst, ciò vuol dire che potreste piangere leggendo... #1 in DAISUGA (15/11/20)