Dopo circa tre quarti d'ora, Daichi sentì un peso poggiarglisi contro la spalla, si girò piano, per non disturbare il grigio, e lo trovò addormentato. Si vedeva dalle profonde occhiaie quanto fosse stanco. Proprio come la volta precedente, lo coprì per bene con la coperta dalla fantasia infantile e, senza che Sugawara se ne accorgesse, immerse il naso tra le ciocche grigie e ne respirò il profumo. Rimase interdetto, non odorava di vaniglia come l'ultima volta, sentiva diverse fragranze, ma ce n'era una che sovrastava le altre, odorava di disinfettante e garze sterili, quello stesso odore che aveva sentito ogni giorno quando si era recato a trovare la nonna in ospedale.
Sospirò e si morse il labbro, erano più di due mesi che quel ragazzo dormiva in ospedale, che vedeva i medici al mattino e prima di recarsi a letto, non doveva essere semplice portarsi dietro anche quell'odore pungente di acqua ossigenata. Gli passò il braccio intorno alle spalle e lo strinse a sé. Ne sentì il peso premere contro il suo fianco e buttò fuori l'aria trattenuta fino a quel momento, era ancora lì, lo percepiva saldo sotto il suo tocco, ma in qualche modo si stava consumando, se ne stava andando sotto i suoi occhi e lui non poteva fare nulla.
Era proprio quello il motivo per cui aveva provato ad allontanarsi da quel ragazzo, di giorno in giorno il grigio sarebbe peggiorato, l'ospedale avrebbe consumato la sua linfa vitale e ad un certo punto, prima o poi, all'improvviso, di lui non sarebbe rimasto che il ricordo.
Daichi aveva provato ad allontanarsi, ma non c'era riuscito, era tornato a parlare e a frequentare quel ragazzo malato, no che gli dispiacesse stare con lui a vedere un film o andare a mangiare al ristorante, ma ogni volta che guardava gli occhi marroni di quel ragazzo, sentiva dentro di sé qualcosa rompersi, lo stomaco contorcersi e l'aria mancare, come se quel ragazzo fosse solo il riflesso di un futuro dolore lancinante.
Per quel motivo, per quel dolore, per quella consapevolezza, lui avrebbe voluto essere abbastanza forte da allontanarlo, ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Non lo avrebbe fatto perché quei sorrisi, che Sugawara mostrava nei momenti di spensieratezza, erano diventati indispensabili sin dal primo giorno e lui aveva finto con se stesso che non lo fossero. Non lo avrebbe fatto perché la mano, che un tempo era stata calda e salda, lo aveva sorretto nel momento del bisogno e quella stessa mano, in quel momento, si stava allungando verso di lui per chiedere aiuto, non poteva non afferrarla al volo. Non lo avrebbe fatto perché sentire di nuovo quella fragranza di vaniglia era diventata per Daichi una questione di vita o di morte, lui voleva sentire di nuovo il profumo vero di Sugawara.
Sugawara respirava piano, il naso premuto contro l'incavo tra la spalla e il collo di Daichi e gli occhi chiusi. Dormiva in quel modo rilassato che fa invidia a chiunque lo guardi. Il film terminò e Daichi decise di lasciar dormire un altro po' il grigio, non sapeva se dovesse tornare in ospedale per qualche visita o terapia, ma sperava davvero di poter rimanere con lui un altro po'.
Intorno alle sette di sera, si chinò di fronte al grigio e gli accarezzò una guancia destandolo dal suo lungo sonno. Lo vide aprire piano gli occhi e scrutarlo. Daichi gli sorrise, in qualche modo sentiva che quella fosse la prima espressione che il grigio meritava di vedere da appena sveglio.
"mi sono addormentato" disse tra uno sbadiglio e l'altro Sugawara. Si stropicciò l'occhio destro e si alzò rabbrividendo appena la coperta gli cadde dalle spalle.
"aspetta, ti prendo una felpa"
Il moro sparì oltre l'angolo e tornò con una felpa blu tra le mani. La passò al grigio e attese che la indossasse. Gli stava larga, gli ricadeva sulle spalle e l'elastico inferiore gli superava la vita. Lo guardò e dovette ammettere che però non gli stava male.
"devi tornare in ospedale? Vuoi che ti accompagni?"
"non mi va, odio quel posto" sbuffò Sugawara distogliendo lo sguardo dal moro. Le maniche gli coprivano metà palmi e si portò le mani al naso inspirando l'odore di ammorbidente della felpa di Daichi.
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Before you go
Fanfiction"ti interessa conoscere la malattia o ti interessa conoscere me?" "te" Daichi non dovette pensarci. »DaiSuga« Avvertenze! è una angst, ciò vuol dire che potreste piangere leggendo... #1 in DAISUGA (15/11/20)