LE ORIGINI
A inventare il termine sono stati, indovina un po’, gli antichi Greci, che chiamavano maghi, o magi, gli astrologi persiani. Ma c’erano maghi anche prima, almeno fin dall’antico Egitto. In un papiro antichissimo si parla di tre che si chiamavano Ubainer, Giaigia-em-Anekh e Djedi e che facevano cose straordinarie alla corte del faraone Cheope, quello della famosa piramide. Il primo creava coccodrilli con la cera (cioè, li faceva di cera e poi li trasformava in animali veri con un incantesimo), il secondo svuotava i laghi per recuperare talismani perduti e il terzo beveva 100 boccali di birra e riattaccava le teste mozzate. Niente da invidiare a quelli venuti dopo di loro, insomma.
Nella religione degli Egizi c’era persino un dio dei maghi, che si chiamava Toth. E qualcuno pensa che fosse un po’ mago anche Mosè. Ma se lo fosse stato, non sarebbe di certo andato in giro a raccontarlo. Comunque per i Greci, i magi o maghi, erano astrologi e scienziati, saggi e potenti, come i Magi del Vangelo, che sapevano che sarebbe nato un re. Non facevano tanto gli incantesimi, ma studiavano il cielo e le costellazioni e prevedevano il futuro.