Capitolo 26

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Ci troviamo ancora qui, sedute sulle scale, ad osservare il panorama, con il suo braccio che mi cinge da dietro e la mia testa appoggiata alla sua spalla.

I colori dell'alba si sono ormai dissolti nel cielo, abbracciando l'azzurro intenso che accompagna tutte le nostre giornate, ma non importa. Stiamo troppo bene per andarcene da qui. L'alba era stupenda, eccome se lo era, ma la maggior parte del tempo l'ho passato con lo sguardo rivolto verso sinistra, verso la mia donna.

Per me lo spettacolo naturale più bello in quel momento era Alycia, erano le sue labbra rosse e carnose, i suoi occhi verdi ancora lucidi, i suoi capelli mossi e lucenti, perfettamente ordinati e bellissimi in ogni momento della giornata. I miei occhi sono ancora incastrati tra le sue labbra e non riesco a fare a meno di mordere le mie.

Si accorge di essere osservata, si volta e sorride notando che il mio sguardo è perso e follemente innamorato. Mi lascia un bacio sulla  fronte e con la mano più vicina mi accarezza i capelli. Il suo gesto mi provoca sonnolenza e ogni tanto socchiudo gli occhi.

<Andiamo a letto?> propongo con voce assonnata.

<Va bene> sussurra sorridente Alycia mentre si alza e mi porge la mano come aiuto.

Il più silenziosamente possibile saliamo le scale e torniamo in camera. Ci mettiamo nel letto, una di fronte all'altra, a guardarci negli occhi sorridendo e lentamente ci addormentiamo.

Sono su una spiaggia isolata, probabilmente in un'isola a largo della costa orientale africana. Di fronte a me c'è una distesa immensa d'acqua splendida e cristallina, ha dei colori meravigliosi che allontanandosi si scuriscono sempre di più verso un blu intenso.

La brezza marina mi fa sorridere, chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo per permettere all'aria fresca e salata di aggrapparsi nelle mie narici.

La sabbia è calda, ma non eccessivamente, riesco a stare a piedi nudi senza il bisogno di avere qualcosa sotto i piedi che mi riparasse dal calore.

Sto per riaprire gli occhi, quando improvvisamente sento di essere afferrata da davanti, mi ritrovo sulla spalla di qualcuno che mi sta allontanando di corsa dalla spiaggia per poi buttarmi in acqua.

Risalendo i superficie i suoi occhi verdi illuminati dallo splendore dell'acqua mi colpiscono, è Alycia. Anche lei è tutta bagnata, le goccioline d'acqua incagliate alle sue ciglia fanno risaltare magnificamente il colore dei suoi occhi,  le punte dei suoi capelli mossi e scuri, che di solito arrivano fin sotto il seno, galleggiano leggiadramente nell'acqua.

Entrambe sorridiamo, ci schizziamo a vicenda. Che bella la sua risata, è così dolce e armonica. Mi avvicino a lei mettendole le braccia al collo, stringo le gambe intorno al suo corpo e le sue mani finiscono sulle mie natiche. Iniziamo a baciarci, senza paure, senza il timore che qualcuno possa vederci e far scoprire al mondo intero chi siamo veramente, come è bella la libertà.

In lontananza sento un suono ovattato, non riesco a riconoscerlo. È sempre più vicino, ormai è diventato un rumore assordante che improvvisamente mi fa aprire gli occhi e sobbalzare dal letto.

È il rumore delle pentole che sbattono proveniente dalla cucina. Chissà che ore sono, probabilmente sarà ora di pranzo e i ragazzi stanno preparando qualcosa da mangiare. Di fronte a me c'è Aly che dorme come un angioletto, siamo rimaste entrambe nella stessa posizione in cui ci siamo addormentate.

La cosa mi fa sorridere e con una mano le sposto i capelli dietro l'orecchio. Sorride e istintivamente apre gli occhi, sicuramente anche lei si è svegliata per il rumore delle pentole.

<Buongiorno> le sussurro continuando ad accarezzarle i capelli.

Lei mi guarda, in un attimo si alza dal letto e senza neanche accorgermene mi ritrovo sotto di lei, con le mie labbra incastrate tra le sue.

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