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Un po' di tempo fa ero Clarke Griffin, una ragazza di 21 anni stufa della sua vita monotona. Ogni giorno avevo sempre la stessa routine, incontravo sempre le stesse persone e avevo un brutto rapporto con mia madre. Mio padre purtroppo era morto anni prima in un incidente e da lì io e mia madre Abby ci eravamo allontanate molto ed eravamo quasi come due sconosciute che vivevano nella stessa casa.
Da 3 anni frequentavo l'università di Washington e studiavo medicina, ma non ne ero per nulla soddisfatta perchè ero stata costretta da mia madre. Fortunatamente ero nella stessa scuola con quelli che allora erano i miei unici amici: John Murphy, Raven Reyes e Octavia Blake, che è la sorella di Bellamy, il tipico ragazzo rubacuori della scuola, che però non era mai riuscito a sedurmi.
Il 20 aprile, come tutti gli altri giorni, io e i miei amici avevamo un appuntamento nel bar vicino alla scuola per fare colazione assieme prima delle lezioni. Stranamente quel giorno erano tutti molto seri, ma il motivo era lo stesso per tutti: eravamo stufi di quella monotonia. Dopo aver mangiato, ci dirigemmo verso la scuola, anche se con poco entusiasmo.
Quando arrivammo, ci dividemmo come al solito per raggiungere le nostre classi. Io andai come al solito nella prima fila, perchè in tal modo potevo concentrarmi meglio e di conseguenza studiare di meno a casa. Quel giorno avevo alla prima ora il professore di geografia e pensavo che ci fosse stata la solita noiosa lezione, ma avrei comunque ascoltato attentamente perchè ero la studentessa più brillante. Qualche minuto dopo entrò il professor Pike, un uomo di mezza età con un carattere non molto simpatico, ma almeno era molto capace di spiegare la sua materia. Diversamente dal solito però, non iniziò subito a spiegare, ma ci scrutò attentamente uno ad uno. Dopo qualche minuto di riflessione, iniziò a spiegarci come sopravvivere da soli in una foresta per almeno una settimana. Sinceramente non ne capivo il perchè di quella lezione, ma era più interessante del solito, infatti quell'ora passò molto velocemente. Prima di uscire però, si fermò sul ciglio della porta.
P: Signorina Griffin, venga con me.
Incuriosita da quella proposta, lo seguii nel suo ufficio e mi fece subito accomodare nella sedia davanti alla sua scrivania.
P: Probabilmente si starà chiedendo come mai io l'abbia convocata qui…beh, il motivo è che ho proposto alla scuola un piccolo viaggio con solo cinque studenti e me. La destinazione è il Virginia e più precisamente la foresta."
Io lo guardai con uno sguardo un po' preoccupato ma volevo saperne assolutamente di più.
C: Quindi mi sta proponendo di fare un viaggio in cui cercheremo di sopravvivere?"
P: Esattamente. Ti dò l'opportunità di scegliere altri 4 studenti disponibili a venire con noi. Dovrai però darmi una risposta entro 2 giorni, perchè il viaggio si svolgerà tra 10 giorni."
Entusiasta da questo, lo ringraziai e accettai. Ovviamente avevo già in mente gli altri studenti da invitare: John, Raven, Octavia e Bellamy. Sperai con tutto il cuore che accettassero perchè sarebbe stata un'esperienza meravigliosa da fare con i miei migliori amici e anche un'esperienza di crescita personale.
Dopo questa conversazione ritornai in classe avendo addosso gli occhi di tutti, ma ero troppo occupata a pensare a tutto ciò, che nemmeno ci feci caso. Ovviamente ero un po' preoccupata perchè lì le foreste sono fitte e non si sa cosa riservino, per cui non sarebbe stato facilissimo trovare dei rifugi e soprattutto cibo e acqua. Avevo anche sentito delle leggende su delle popolazioni che vivevano lì senza la tecnologia e senza contatti con l'esterno. Si narrava che fossero persone crudeli che uccidevano chiunque osasse avvicinarsi alle loro terre e che usassero spade e frecce per difendersi e per torturare le persone, ma questa era solo una leggenda, anche se tutte le persone che andarono lì o morirono o ritornarono ferite o traumatizzate, quindi sicuramente c'era un fondo di verità.
Con questi pensieri in mente, passarono 5 ore e quindi arrivammo alla fine della giornata scolastica. Come eravamo soliti fare io e i miei amici, ci incontrammo all'entrata della scuola, per poi dirigerci verso il Mc Donald's.
R: Com'è andata a voi oggi?
J: Mi sono annoiato come al solito…
Tutti ridemmo davanti alla pigrizia di John, ma poi io tornai improvvisamente seria pensando al modo giusto per chiedere loro di fare questo viaggio. Purtroppo però Octavia lo notò subito…
O: Cosa c'è Clarke? Devi dirci qualcosa?
C: In realtà si, devo chiedervi una cosa.
Tutti annuirono alla mia domanda.
C: Siete entusiasti di questa vita monotona? Non vorreste staccare per un po'?
Mi guardarono con un'aria stranita, ma dissero di si in coro.
C: Bene allora, perchè il mio professore di geografia mi ha proposto di fare un viaggio in una foresta del Virginia con lui e con altri 4 studenti, per cui ho pensato subito a voi e anche a Bellamy. Che ne dite? Volete accompagnarmi in questa pazza avventura?
Chiesi con il tono più convincente ed entusiasta che abbia mai avuto.
R: E ce lo chiedi pure? Certo che veniamo, vero ragazzi?!
J: Assolutamente si! Ho voglia di fare casino!
O: Ovviamente vengo anch'io. Per Bellamy non preoccupatevi, perchè lo convincerò facilmente.
Dopo quella conversazione potevo affermare di essere una delle persone più fortunate al mondo, perchè avere degli amici così meravigliosi purtroppo non succede molto spesso.
Al Mc Donald's parlammo prima del più e del meno, ma poi l'argomento riaffiorò di nuovo.
R: Quando dovremo partire?
C: Tra 10 giorni, per cui nel frattempo dovrete procurarvi uno zaino resistente, una tenda, un coltello svizzero, degli scarponi e ovviamente dei vestiti comodi, dato che dovremo sopravvivere nella foresta.
O: Quand'ero piccola mia mamma mi raccontava sempre la leggenda di alcune tribù quasi primitive che vivono nelle foreste del Virginia…secondo voi queste storie sono vere?
C: Anch'io ne ho sentito parlare…beh, molto probabilmente se ne usciremo vivi, lo scopriremo noi.
Un paio d'ore dopo ritornammo verso casa. L'unica cosa che mancava era dirlo a mia madre. Sapevo già che molto probabilmente non ne sarebbe stata felice e che avrebbe cercato di farmi cambiare idea, ma ormai la mia decisione l'avevo già presa.
Appena aprii la porta, mi resi conto che fortunatamente sarei stata da sola per tutto il pomeriggio, perchè se mia madre non era a casa prima del mio rientro, avrebbe sicuramente lavorato fino a sera. Grazie a ciò avrei avuto tempo per iniziare a trovare il necessario per il viaggio.
Ad un certo punto però, mi venne in mente un'idea un po'azzardata, ma che sicuramente avrebbe funzionato: non avrei detto niente a mia madre, ma l'avrei avvisata con un biglietto il giorno della partenza. Probabilmente si sarebbe un po' preoccupata, ma dato che non abbiamo un bel rapporto sicuramente non sarebbe venuta a riprendermi a tutti i costi. Anzi, avrebbe continuato a svolgere la sua vita come ogni giorno.
Comunque dovevo ancora chiedere a Pike per quanto tempo saremmo stati in viaggio e dovevo avere la conferma da parte di Ottavia che Bellamy sarebbe venuto.
Qualche minuto dopo infatti, mi arrivò un messaggio di Octavia che dava conferma che anche Bell sarebbe venuto con noi.


Ciao ragazzi. Questa è una nuova storia sulle clexa. Spero vi piaccia. I capitoli saranno abbastanza brevi come questo, ma spero di riuscire a pubblicare abbastanza spesso, anche se non prometto niente.

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