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Dopo circa tre ore iniziammo a scorgere i cancelli di Polis. Mi vennero le lacrime agli occhi, perchè era da anni che sognavo quel momento e finalmente stava accadendo.
Lexa, vedendomi emozionata, mi mise un braccio attorno alle spalle e mi diede un delicato bacio sulla guancia. Mi era mancata moltissimo.
L: Monin hou, Klork kom Skaikru! (Ben tornata)
Mi sussurrò Lexa dolcemente.
C: Mochof, Lexa kom Trikru (grazie)
C: Gli altri sanno che sono tornata?
O: No, ma volevamo fare loro una sorpresa.
La guardai con sguardo interrogativo, incitandola a continuare.
O: Se per te va bene, dopo puoi aggiungerti a noi per pranzo, ma questo loro non lo sanno.
C: Certamente! Non vedo l'ora di vederli! Ma come facciamo adesso ad entrare a Polis senza che ci vedano?
I: Non preoccuparti, loro sono partiti questa mattina per andare a cacciare e non ritorneranno prima di pranzo.
C: E Madi?
I: È con loro.
Non potevo crederci che l'avessero lasciata andare...d'altra parte era ancora una ragazzina!
C: Lexa!
Appena la richiamati però, lei scoppiò in un fragorosa risata, probabilmente dovuta dalla strana espressione che avevo fatto.
L: Non preoccuparti, ormai sa difendersi.
Io annuii poco convinta, ma poi decidemmo di entrare.
Non era cambiato niente dall'ultima volta e mi sentii di nuovo a casa. È incredibile come il concetto di casa cambi in così poco tempo. Fino a qualche anno prima, per me era solo l'edificio e la cittá in cui abitavo e questo probabilmente era dovuto al fatto che ero cresciuta lì. Il problema però era che nonostante conoscessi alla perfezione quei posti e lì avessi molti ricordi, avevo sempre la sensazione di essere a disagio e non voluta. Ho capito però che la tua casa può essere una persona e non necessariamente il luogo in cui si è cresciuti. La mia è Lexa. È l'unica persona che sia mai riuscita ad amarmi così tanto e a farmi sentire voluta e per questo le devo molto. Poi ovviamente ci sono anche Madi e i miei amici. Ovunque ci siano queste persone, lì è la mia casa.
A distrarmi dai miei pensieri, fu Gustus, un fidato guerriero di Lexa, con cui avevo fatto amicizia.
G: Clarke!
Venne verso di me e appena scesi da cavallo, mi strinse affettuosamente la mano.
C: Mi sei mancato, Gustus!
G: Anche tu. E volevo dirti che mi dispiace molto per ciò che è successo.
C: Grazie, ma l'importante ora è che io sia qui.
Mi rivolse un ultimo sorriso e poi se ne andò.
Io e Lexa andammo verso la mia camera. Quando entrammo, mi emozionai, perchè rividi il posto in cui passai più tempo, ma soprattutto in cui la baciai per la prima volta.
C: Lexa
La richiamai.
L: Si?
C: Non voglio mai più andare via da qui.
L: Non accadrà. Non lo permetterò.
Le rivolsi un sorriso e dato che eravamo entrambe stanche, ci distendemmo sul mio letto e ci addormentammo.
Un paio d'ore dopo ci svegliammo e iniziammo a prepararci. Lexa in realtá era già pronta, per cui mi aiutò a scegliere i vestiti.
L: Cosa vorresti indossare?
C: Non lo so esattamente, ma voglio togliermi questi vestiti che ormai sono da troppi anni che devo indossare.
L: Che ne dici dell'armatura che usavi mentre ti allenavo al combattimento?
C: Credo sia perfetta.
La trovai subito e iniziai a cambiarmi. Mentre mi spogliavo, vedevo che Lexa mi fissava a bocca aperta e con uno sguardo malizioso.
C: Lexa, chiudi la bocca che altrimenti entrano le mosche!
Lei fece una faccia imbarazzata, che mi fece ridere moltissimo. Poi però iniziò a mordersi il labbro e se non fosse stato per il fatto che eravamo già in ritardo, le sarei già saltata addosso.
Lexa andò a sedersi sul divano e mi fece cenno di sedersi tra le sue gambe.
Feci come mi ordinò e lei iniziò a pettinarmi i capelli e a farmi alcune trecce, in modo da raccoglierli.
Poco dopo ero pronta per rivedere i miei amici.

Io e Lexa scendemmo fino alla stanza in cui si trovavano i miei amici e mia figlia

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Io e Lexa scendemmo fino alla stanza in cui si trovavano i miei amici e mia figlia. Ero emozionatissima ed entusiasta. Non riuscivo ancora a  capacitarmi del fatto che li avrei rivisti.
Lei entrò e sentii gli altri che la salutavano e poi il rumore della sua sedia che si spostava, segno che si era seduta.
L: Oggi abbiamo un ospite.
R: Chi?
L: Entra pure.
Sentii che mi chiamò e così feci un respiro profondo ed entrai. Appena mi videro, ebbero una faccia sconvolta e si vedeva che non sapevano cosa dire. Subito dopo però, Raven si alzò e con le lacrime agli occhi corse ad abbracciarmi. Mi era mancata tantissimo.
R: Non posso crederci
C: Mi sei mancata tantissimo
R: Anche tu, amica mia.
Dopo qualche minuto ci staccammo e iniziai ad abbracciare tutti quanti. L'unica che non si era mossa era Madi, così le andai vicino.
C: Madi? Ti ricordi di me?
M: Clarke?! Non ti avevo riconosciuta!
Mi abbracciò immediatamente e io iniziai a piangere. Non potevo crederci di aver perso tutta la sua infanzia e mi sentivo estremamente in colpa per questo. Era incredibile quanto fosse cambiata in soli 6 anni!
M: Non posso credere che sei di nuovo qui
C: Nemmeno io, ma non andrò più via e se vorranno dividermi da te, dovranno prima passare sul mio cadavere.
Mi sorrise e mi abbracciò ancora per qualche secondo. Poi mi sedetti tra Lexa e Madi e cominciammo a mangiare.
R: Cos'hai fatto in tutti questi anni?
C: Mi sono laureata, ma per il resto niente di particolare.
B: Abbiamo provato varie volte a venire a prenderti, ma purtroppo non ci siamo mai riusciti.
Disse Bellamy dispiaciuto, ma non potevo dare a loro la colpa.
C: Non preoccuparti Bell, non è colpa vostra. L'unica persona da incollare è mia madre.
R: Come ha potuto farti una cosa del genere? Nessun genitore dovrebbe rovinare e impedire la felicità ai propri figli. È una cosa crudele quella che ti ha fatto!
C: È vero, ma adesso per fortuna Kane mi ha promesso che le impedirà di farmi ancora del male.

Chiacchierammo ancora un po' e poi prima di uscire Murphy ci fece una proposta che tutti accettammo molto entusiasti.
J: Che ne dite di fare una festa per Clarke questa sera?

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