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Mentre aprivo la porta, mi chiedevo che tipo fosse il comandante e se avesse avuto pietà di noi e di Pike. Anche se non sapevo minimamente cosa aspettarmi, perchè non conoscevo la loro cultura, la loro religione e le loro tradizione. Appena entrai, ciò che vidi mi lasciò quasi a bocca aperta: in quella ampia stanza, c'era in fondo un trono fatto da spade e bastoni. Su di esso c'era una ragazza che trasmetteva potenza e sicurezza. Era vestita anche lei con abiti da guerra e aveva dei dipinti neri in faccia. Aveva dei capelli castani e lunghi, decorati da alcune trecce. Aveva anche una specie di stella in mezzo alle sopracciglie.
Accanto a lei invece c'erano una donna dalla pelle scura di mezza età con i capelli corti e anch'essa con abiti da guerriera e un uomo pelato con un'espressione sospettosa che portava una lunga tunica.
Anya andò di fronte al comandante e si inchinò.
A: Heda, emo laik Skaikru.
L: Chof, Anya.
Il comandante ci scrutò molto attenatmente.
L: Io sono Lexa kom Trikru e sono il comandante. Voi invece dovete essere Clarke, John, Raven e Octavia.
Noi annuimmo.
L: Da quel che vedo, tra voi è Clarke che comanda, giusto?
C: In realtà tra di noi nessuno comanda, ma io sono la portavoce.
L: Bene, allora. Lincoln porta gli altri in un'altra stanza, perchè ho bisogno di parlare solo con una persona.
Lincoln annuì e andò via con i miei amici. In quel momento mi sentivo in imbarazzo ma ce l'avrei messa tutta per tenerci al sicuro.
L: Come puoi immaginare, abbiamo noi Pike. Non preoccuparti, sta bene. Prima di darvelo però dobbiamo discutere su alcune cose e devo farvi delle domande, dato che siete entrati nel mio territorio. Prima di tutto, come mai siete qui?
C: Stiamo facendo una viaggio organizzato dalla nostra scuola e l'obbiettivo principale era riuscire a sopravvivere in una foresta.
L: Sapevate che questo luogo è abitato?
C: Avevamo sentito delle leggende su dei popoli tribali che vivono qui, ma non pensavamo che fossero vere.
Lexa riflettè per qualche minuto e devo dire che quella è stata una delle attese peggiori della mia vita.
L: Dato che non avete delle cattive intenzioni e ci siamo incontrati solo per puro caso, ho deciso di lasciarvi andare, ma se solo mi causerete qualche problema dovrò provvedere.
I: Teik ai frag em op, Heda!
L: Shof op, Indra.
Indra si alzò e venne minacciosamente verso di me puntandomi un coltello e pensavo che mi avrebbe uccisa da un momento all'altro.
I: Heda, non possiamo fidarci di questa gente. Sicuramente uccideranno qualcuno dei nostri uomini.
L: Indra, em pleni!
Indra tornò al suo posto e Lexa si alzò venendo verso di me.
L: Quindi vuoi fare questo patto?
C: Va bene.
Lexa tirò fuori un coltello e si fece un taglio sulla mano. Ciò che vidi però mi spiazzò: aveva il sangue nero. Dopo qualche secondo in cui fissavo il suo sangue, mi accorsi che il comandante mi stava porgendo il coltello, per cui anche se titubante, lo presi e mi feci anch'io un taglio sulla mano, che però mi fece abbastanza male. Dopo di ciò, ci stringemmo la mano.
L: Se avrete bisogno di venire qui o avrete bisogno di aiuto, noi saremo lieti di soccorrervi.
C: Grazie per tutto.
L: Anya, tak Pike op.
A: Sha, Heda.
L: Adesso Anya sta andando a prendere Pike. Vieni dai tuoi amici, così poi potrete ritornare.
Il comandante mi fece strada ed entrammo in un'altra grande stanza, in cui vidi i miei amici che vennero subito ad abbracciarmi.
L: Adesso Pike sta arrivando e poi vi faremo riportare al vostro campo da Lincoln. Vi darò due dei miei cavalli.
Tutti la ringraziammo e lei se ne andò. Qualche istante dopo, Anya entrò nella stanza seguita da Pike.
P: Ragazzi, sono così contento di vedervi! Questa gente mi ha tenuto prigioniero, ma fortunatamente sto bene.
C: Eravamo tutti in pensiero per lei…almeno adesso siamo di nuovo tutti assieme.
A: Andiamo, non ho tempo da perdere.
Seguendo Anya, uscimmo dal palazzo e trovammo Lincoln ad aspettarci. Salimmo sui cavalli che ci aveva dato il comandante e io andai con Octavia e Raven andò con Murphy, mentre Pike dovette seguirci a piedi, perchè Limcoln non lo avrebbe certamente invitato sul suo cavallo.
Il viaggio questa volta durò circa un'ora e 30 perchè Lincoln ci accompagnò fino al campo. Quando arrivammo però, vedemmo Bellamy correrci incontro con una pistola in mano e capimmo subito le sue intenzioni.
C: No Bellamy, non farlo! Abbiamo un accordo!
Ma lui non volle ascoltarci e sparò colpendo Lincoln al braccio. Da un albero scese un altro uomo, che evidentemente era uno di quelli che ci stavano spiano, ma Bellamy colpì anche lui, purtroppo uccidendolo.
Rimasi scioccata da quella scena. Non avrei mai pensato che Bellamy sarebbe stato capace di uccidere qualcuno e soprattutto senza una valida ragione, ma solo perchè aveva paura. Fortunatamente non aveva ucciso Lincoln, che sembrava fosse un soldato importante, ma il problema era principalmente l'altro uomo innocente che era morto. Ebbi molta paura delle conseguenze di quell'azione, ma ormai era successo e dovevamo affrontarne le conseguenze.
C: Bellamy, perchè l'hai fatto?!
Gridai disperata.
B: Pensavo vi fosse successo qualcosa di grave, perchè non mi avevate chiamato per tutto il giorno e vedendovi arrivare con quel barbaro mi mise paura.
C: Noi abbiamo stretto un accordo con il loro comandante. Ci avrebbero lasciati liberi e ci avrebbero anche aiutati se ne avessimo avuto il bisogno, a patto che noi non avessimo fatto del male a nessuno di loro. Adesso però non so cos'aspettarmi!
B: Mi dispiace Clarke, non lo sapevo.
Bellamy sembrò veramente dispiaciuto, ma questo non cambiava niente per Lexa, perchè ormai il danno era stato fatto.
C: E adesso cosa facciamo?
Chiesi rassegnata.
P: Visto come mi hanno trattato quei barbari io propongo di prendere quello ancora vivo e ritornarglielo indietro solo a patto che ci lascino stare. Tanto ormai staranno probabilmente arrivando qui dei soldati per ucciderci…
C: Mi scusi professore, ma con tutto il rispetto, devo dirle che questo piano non è giusto nei confronti del comandante che ci ha offerto molto più di ciò che potevamo chiedere e anche nei confronti di Lincoln che ci ha accompagnati fino a qui e che adesso a causa di Bellamy ha bisogno di essere curato. Per cui lo impedirò in qualunque modo.
O: Anch'io e Raven la pensiamo come Clarke, per cui ci consegneremo e spiegheremo la situazione.
B: Non permetterò che facciate questo, perchè non posso mettere Octavia in pericolo, per cui io seguirò Pike.
In quel momento uscirono fuori dalla loro tenda anche Monty e Harper.
M: Abbiamo sentito tutto e anche noi stiamo dalla parte di Clarke.
Murphy invece non disse nulla. Tanto molto probabilmente lui avrebbe fatto qualunque cosa per salvarsi il culo, ma almeno questo voleva dire che probabilmente era dalla nostra parte.

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