3.

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La mattina seguente mi alzai prima degli altri e decisi di aspettare, ma ad un certo punto sentii due voci e mi sembrò molto strano. Sentivo che non era la nostra lingua, ma una diversa che non avevo mai sentito prima d'ora. Pensai che potevo sbagliarmi dato che erano lontane, ma non uscii dalla tenda perchè altrimenti mi avrebbero probabilmente vista. Forse erano venuti a farci delle richieste per riavere indietro Pike, ma per il momento preferii restare ferma. Nella conversazione però riuscii a comprendere una parola preoccupante…
"Emo kru laik dangerous. Oso don kom frag em op."
"Ba Heda said bilaik oso only don kom ai em op. Oso can't do disha."
"Mebi yu're right. Ba nau oso don kom ai em op en taim emo do something strange, oso don kom frag Pike op en give em his medo. Mebi emo will go away kom our land."
Credo che volessero uccidere o noi o Pike, perchè ho sentito che hanno detto 'kill', anche se non ne sono sicura, perchè stavano parlando una lingua a me sconosciuta.
Circa 30 minuti dopo anche Octavia e Raven si svegliarono e io raccontai loro ciò che era successo. Entrambe erano preoccupate per la nostra incolumità e quella di Pike.
O: Dato che ci stanno osservando, secondo me bisognerebbe catturare la loro attenzione e chiedere loro di parlare con il loro capo, perchè solo in questo modo potremo capire cosa vogliono.
C: Non se ne parla! È troppo pericoloso!
R: Clarke, io però sono d'accordo con O, perchè provare a catturare uno di loro è sicuramente molto più rischioso, dato che c'è la possibilità di essere circondati, ma solo parlando con loro potremmo salvare la vita a Pike e anche a noi stessi. Io pensa dovremmo parlare anche con gli altri di questa possibilità.
C: Mh, anche se è sicuramente una pazzia, può essere che abbiate ragione e che questo piano funzioni. Andiamo a vedere se gli altri sono svegli.
Uscimmo tutte e tre per fare colazione e per vedere se gli altri fossero svegli. Fortunatamente erano già tutti assieme e mangiammo dei biscotti che avevamo portato da casa.
C: Ragazzi, ascoltatemi. Io, Octavia e Raven abbiamo pensato che è il caso di parlare con le persone che hanno rapito Pike, perchè solo in questo modo potremo avere delle risposte.
B: Ma voi siete pazze! Non metterò mia sorella in pericolo per nessun motivo al mondo! Mia sorella è una mia responsabilità.
M: Concordo con Bellamy che sarebbe da pazzi fare una cosa del genere, però per il nostro bene voglio farlo, anche se probabilmente non finirà bene.
J: Io sono d'accordo, ma solo se per prima parlerà Clarke con loro.
Ridemmo alla sua affermazione, ma eravamo comunque tutti d'accordo, tranne Bellamy ovviamente.
C: Senti Bell, se vuoi tu puoi restare qui con Octavia e anche chi altro non se la sente.
H: Io penso che resterò qui con loro, perchè ho paura di questa gente.
M: Clarke, io vorrei tanto venire, ma voglio proteggere Harper…non voglio che quei barbari le facciano niente di male.
C: Va bene ragazzi. Quindi in conclusione siamo io, Raven e John.
O: Voglio venire anch'io…non ho intenzione di lasciarti qui da sola. E tu Bellamy, anche se ti voglio un mondo di bene, devo dirti che ormai non sono più una bambina e non ho bisogno che qualcuno mi protegga.
B: Allora vengo anch'io. Non posso lasciarti sola.
C: Bellamy, credo che sarebbe meglio che tu resti qui con Monty e Harper. Potrai renderti utile difendendo il campo in caso di attacchi e avremo anche queste due radio per comunicare, per cui se dovessimo essere in pericolo te lo dirò subito.
Anche se titubante, il ragazzo accettò, per cui adesso dovevamo solo spostarci un po' e attirare la loro attenzione. Quindi ci inoltrammo nel bosco e decidemmo di fermarci lì per chiamarli.
Con tutto il fiato che avevo in gola gridai:
"So che mi sentite! Vogliamo solo parlare con il vostro capo! Vi saremo grati se ci porterete da lui!"
Aspettammo una qualche risposta, ma sfortunatamente non la ricevemmo. Dopo qualche minuto decidemmo di andarcene, ma sentimmo dei rumori provenire da dei cespugli. Ci girammo e vedemmo un uomo ed una donna giovani che portavano degli abiti da guerra e avevano dei dipinti tribali in viso. Ci scrutarono e poi con nostra sorpresa iniziarono a parlare e conoscevano la nostra lingua.
"Abbiamo sentito il vostro richiamo. Quindi volete parlare con il comandante?" Rispose la donna scontrosamente.
Annuii debolmente.
"Allora vi porteremo nella nostra capitale, Polis." Disse l'uomo.
C: Grazie del vostro aiuto. Io comunque mi chiamo Clarke e loro sono Raven, Octavia e John."
A: Io sono Anya e lui è Lincoln." Ci rispose la donna con diffidenza.
Dopo esserci presentati, ci avviammo, ma prima andammo a prendere i loro cavalli. Io andai sul cavallo assieme ad Anya e Octavia assieme a Lincoln. Raven e John invece decidettero di seguirci a piedi, anche perchè l'altra opzione era ritornare al campo, ma loro volevano stare lì e proteggerci.
Il viaggio passò molto silenziosamente, ma dopo circa un'ora di cammino arrivammo alle porte della capitale. Ero sorpresa di vederla, perchè nessuno è a conoscenza di questo luogo ed è anche grande per essere una città abitata da un popolo tribale. La mia attenzione cadde su un enorme edificio a forma di candela, che si poteva scorgere e che probabilmente era situato nel centro. Pensai che poteva essere il palazzo del comandante, per cui preferii chiedere ad Anya.
C: Ci stiamo dirigendo verso quel palazzo?
A: Si. Quella è la dimora del comandante e lì si trovano anche la sala del trono, il tempio, varie stanze per allenarsi e molte camere da letto.
Quando arrivammo sotto al palazzo, notai che era ancora più alto di quello che sembrava.
A: Adesso seguitemi perchè il comandante vi sta aspettando.
C: Posso prima comunicare al mio amico al campo che va tutto bene!
A: Si, ma fai in fretta, perchè al comandante non piace aspettare.
Annuii e attivai la radio.
C: Bell, mi senti?
B: Si, ti sento. Va tutto bene?
C: Si, non preoccuparti. Octavia sta bene e anche noi. Adesso però devo andare perchè il comandante ci sta aspettando.
B: Va bene. E non commettere errori, perchè potrebbe essere pericoloso.
Detto questo, ci avviammo verso i piani superiori del palazzo e con precisione all'ultimo piano, fino a quando ci fermammo davanti ad una grandissima porta in legno intarsiata.
A: Aspettate qui.
Anya entrò e dopo poco ritornò da noi.
A: Il comandante ha detto che potete entrare.






Ciao. Ecco il terzo capitolo. Dubito che le frasi in trigedasleng siano giuste, ma ho usato il traduttore e delle frasi in internet, per cui vabbè.
See you next time.

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