La sera arrivò e io dovetti iniziare a prepararmi per l'appuntamento con Lexa. Decisi di indossare un vestito lungo, ma con uno strappo davanti, in modo da risaltare le mie gambe. In seguito mi truccai e acconciai i capelli con delle trecce e con delle ciocche rosa (Vedi immagine). Ero soddisfatta del risultato e speravo che anche a Lexa piacesse molto.
Qualche minuto dopo, arrivò Raven per prendere Madi.
R: Allora Clarke, sei in ansia?
C: Un po' si...
Si mise a sghignazzare, guadagnandosi un'occhiataccia, ma prima che potessi dire qualcosa, andò verso Madi per portarla con sè.
R: Buona fortuna e soprattutto fate le brave.
Mi guardò con un sorriso malizioso facendomi l'occhiolino e poi uscì. Mi misi subito a ridere per la sfacciataggine della mia amica, ma ormai ci ero abituata, perchè lei è sempre stata così, ma ho sempre apprezzato questo suo lato, perchè riusciva a farmi sempre ridere.
Mentre aspettavo Lexa, mi misi a ripensare a tutto ciò che era successo. Era tutto così surreale e pensai addirittura di star vivendo un sogno, ma non era così, perchè ero consapevole di essere sveglia. Se dovessi raccontare tutto ciò a qualcuno, molto probabilmente mi prenderebbe per pazza, perchè questi avvenimenti sono impensabili, però mi ritengo fortunata ad averli vissuti. Anche i miei amici ne sono sicuramente felici, perchè abbiamo tutti trovato degli amici qui e qualcuno si è anche innamorato. Purtroppo avevamo iniziato con il piede sbagliato, ma per fortuna poi si è tutto sistemato. Pensandoci, mi venne già nostalgia all'idea che prima o poi dovrò andarmene da qui, perchè anche se Polis ormai era una casa per me, dall'altra parte del paese avevo ancora un famiglia e degli amici che non vedevo ormai da un paio di mesi e probabilmente erano tutti molto preoccupati per me. Pensai anche che accettare l'invito di Lexa fu sbagliato, perchè innamorarsi in quella situazione non era la cosa migliore da fare, ma purtroppo anche se la mia testa diceva questo, il mio cuore mi diceva di andare da lei nonostante tutto e che avrei trovato una soluzione che sistemasse le cose. Però, decisi che ne avrei parlato con lei. Magari, grazie alla sua saggezza, saremmo riuscite a capire cosa fare.
A distrarmi dai miei pensieri, fu proprio Lexa, che entrò raggiante in camera. Appena la vidi, non riuscii più a parlare, impressionata dalla sua smisurata bellezza. Anche se indossava un semplice vestito, sembrava una dea e d'altra parte, per il suo popolo e la sua religione, lo era.
Anche lei non riusciva a smettere di fissarmi e ne fui felice, perchè il mio intento era proprio questo e aveva funzionato.
L: Allora Klork, andiamo?
Le sorrisi e annuii. Mi fece cenno di seguirla e andammo fino ad una stanza in uno degli ultimi piani. Quando entrammo, non riuscii a trattenere un sorriso, perchè vidi che Lexa aveva fatto preparare un piccolo tavolo sul balcone, in modo da avere una bella vista e riuscire anche a vedere le stelle.
L: Ti piace?
Non le dissi niente, ma le sorrisi lasciandole un bacio sulla guancia. A quel mio gesto, vidi che si imbarazzò, ma subito dopo mi prese per mano e ci sedemmo.
Mentre mangiavamo, continuavamo a guardarci incantate e nonostante il silenzio, non c'era imbarazzo o tensione.
L: Ti va di raccontarmi un po' di te?
C: Certamente! Allora, io vengo da una città lontana che molto diversa da qui per molte cose. È ormai da un po' di tempo che frequento l'università, ovvero un tipo di scuola. Studio medicina, ma non perchè abbia scelto io, ma perché mia madre mi ha costretta. Con lei non vado molto d'accordo, perchè da quando è morto mio padre io ho iniziato a fare molte scelte sbagliate e lei ha iniziato a chiudersi in sé stessa e a diventare più fredda, per cui abbiamo deciso che era meglio stare lontane...ma fortunatamente ho degli amici meravigliosi che mi hanno sempre aiutata...
L: Sai, ho notato sin dal primo momento che avreste fatto qualunque cosa per aiutarvi e che la vostra amicizia è molto profonda...
C: Tu invece? Mi racconti qualcosa di te?
L: Io, dato che sono nata con il sangue nero, ho iniziato ad allenarmi a combattere da quando ero molto piccola. Purtroppo, quando avevo circa 10 anni persi i miei genitori in una battaglia contro gli Azgeda, ma nonostante non fosse stato un bel periodo, decisi di continuare ad allenarmi, diventando così sempre più forte. A 12 anni invece, quando l'ultimo comandante morì, la fiamma scelse me e da quel momento dovetti guidare il mio popolo. Decisi di unificare tutti i nostri clan, in modo da non dover più combattere e fino ad ora funzionò. Come già sai, abbiamo sempre fatto in modo che nessuno sapesse della nostra esistenza e ciò mi ha portata anche ad uccidere delle persone innocenti, ma era per tutelare il mio popolo. Poi però siete arrivati voi e sono molto felice di non avervi ucciso, anche perchè se fosse andata così, non avrei potuto conoscere la ragazza più meravigliosa che abbia mai incontrato…
Mi rivolse un sorriso e io abbassai la testa imbarazzata, ma lei si avvicinò, con un dito mi sollevò il mento e mi baciò. Sentii mille brividi ricoprirmi la pelle e questo non era per il freddo. Lexa se ne accorse e sorrise sulle mie labbra. Notai però che anche lei aveva i brividi e questo mi fece sentire desiderata e soprattutto amata, anche se era un po' presto per dirlo.
Quando ci staccammo, ci guardammo un po' imbarazzate, ma si vedeva che eravamo felici.
Poi però mi vennero in mente i pensieri di prima e decisi di parlarne adesso con Lexa.
C: Secondo te quanto potrà durare?
L: Cosa?
Mi rispose con uno sguardo confuso.
C: Questa cosa che c'è tra noi…perchè purtroppo prima o poi dovremo tornare a casa, altrimenti i nostri parenti e amici si preoccuperanno molto e verranno a cercarci…
L: Non lo so, ma sento che in qualche modo ce la faremo a rivederci…sono consapevole che presto dovrete tornare, ma spero che verrai di nuovo qui…
C: Farò di tutto perciò che questo si avveri, ma il problema è mia madre…
L: Perchè?
C: È che lei vuole sempre impormi tutte le sue decisioni e vuole controllare la mia vita…
L: Mi dispiace molto. Spero però che riuscirai a convincerla…
C: Lo spero anch'io…
Detto questo, parlammo ancora per un paio d'ore e poi decidemmo di tornare nelle nostre stanze, ma Lexa insistette per accompagnarmi.
C: Allora grazie per questa bellissima serata e spero che potremmo rifarlo presto.
Le dissi sorridendole ed entrando in camera, ma lei mi bloccò per il polso e mi baciò.
L: Adesso che ci siamo salutate per bene, posso andare.
Mi disse facendomi l'occhiolino.
Io risi per la sua dolcezza e senza nemmeno pensarci, mi diressi verso il letto e mi addormentai subito. In quel momento potevo dire di essere felice.
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Heda&Wanheda
AdventureClarke Griffin, studentessa all'università di Washington e Lexa kom Trikru, comandante dei terrestri. Come faranno a incontrarsi e a innamorarsi nonostante le sfide?