17.

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Altri tre anni erano passati. Finalmente riuscii ad uscire dalla depressione e stavo meglio, anche se avevo sempre un vuoto dentro di me. Nonostante ciò, continuai i miei studi all'università e arrivai quasi alla fine dei miei studi. Ero felice di poter finalmente laurearmi e magari riuscire ad andare via dalla mia città e in questo modo sarei potuta tornare a Polis. Avevo già pensato a come poter ingannare mia madre e il mio piano mi sembrava ottimo. Non riuscivo a credere che entro qualche mese, avrei di nuovo rivisto tutte le persone a cui tenevo di più, ma non volevo ancora illudermi inutilmente. Purtroppo non riuscivamo nemmeno a comunicare, perchè loro non avevano il mio numero di telefono e da lì non potevano mandarmi nemmeno delle lettere. L'unica cosa a cui potevo agrapparmi erano i ricordi e un'altra cosa che ringraziai di avere, fu il vestito di Lexa, infatti ogni notte ci dormivo abbracciata e per quel poco che servisse, mi faceva sentire meno sola.

Il giorno della mia laurea arrivò. Mi preparai e andai con Wells fino davanti all'aula in cui avrei dovuto sostenere l'ultimo esame orale. Lo salutai e feci l'esame. Nonostante l'ansia, andò molto bene e tutti gli insegnanti si complimentarono con me. Anche Pike era presente e dovetti rivolgergli un sorriso falso, perchè lo odiavo dal profondo del mio cuore, infatti era lui la causa del mio allontanamento da Polis.
Finito l'esame, dovetti ritornare a casa. Durante il tragitto mi sentii seguita, ma non ci diedi particolare importanza, perchè probabilmente era solo la mia fantasia a farmi questo scherzo, ma mentre cercavo le chiavi della porta, sentii una presenza dietro di me. Mi preoccupai molto, ma cercai di sembrare disinvolta e di trovare presto le chiavi. Ad un certo punto però, sentii quella persona parlare e rimasi paralizzata.
X: Heya, Klork. (Ciao, Clarke)
Non potevo crederci. Non era possibile. Mi diedi un pizzicotto per vedere se stessi dormendo, ma non era così. Quella voce l'avrei riconosciuta tra mille. Ma come poteva essere? Per verificare che non avessi avuto una visione, decisi di girarmi lentamente e dopo qualche istante la vidi. Era vestita con una maglietta e dei jeans e aveva i capelli raccolti in uno chignon. Mi vennero gli occhi lucidi e vidi che anche lei stava piangendo.
C: Lexa
Riuscii solo a sussurrare, ma lei mi sentì, perchè mi rivolse un flebile sorriso. Tutta la rabbia che potevo provare nei suoi confronti per avermi abbandonata sparì. In quel momento avevo come l'impressione che il cuore mi stesse scoppiando, ma non ci feci caso. Non riuscii più a trattenermi e corsi ad abbracciarla. La strinsi come se fosse la cosa più preziosa che potesse esserci e per me era proprio così.
Misi la testa nell'incavo del suo collo e iniziai a singhiozzare sempre più forte.
C: Com'è possibile? Non può essere vero.
L: Lo so, anche per me è un sogno, ma è tutto vero.
C: Mi sei mancata tanto.
L: Anche tu non hai idea quanto.
Un pensiero però mi passò per la mente e mi fece incupire. Mi staccai dall'abbraccio e la guardai per qualche secondo, ma poi decisi di parlare.
C: Come facciamo con mia madre?
L: Non preoccuparti, prima di venire qui ho parlato con Kane e mi ha assicurato che si sarebbe preoccupato lui di tenerla a bada.
Sentita la sua rassicurazione, l'abbracciai di nuovo e ricominciai a piangere, ma in quel momento le mie erano lacrime di gioia.
L: Klork, vuoi tornare con me a Polis?
C: Si Lexa, non aspettavo altro da 6 anni
L: E allora vai a prendere le cose che ti servono e partiamo subito
C: Va bene. Prima però vorrei salutare il mio migliore amico
L: Mh, va bene
Le sorrisi e chiamai Wells.
C: Puoi venire a casa mia? Ho una cosa importantissima da dirti e una persona da presentarti.
W: Va bene. Tra dieci minuti sono lì.
Chiusi la chiamata e ritornai da Lexa. Decisi che non mi sarei mai più allontanata da lei.
C: Ho un cosa da restituirti
L: Che cosa?
Mi rispose guardandomi stranita.
C: Vieni con me
Salimmo fino in camera mia e le mostrai il suo vestito. Il suo viso si illuminò e si avvicinò un po' a me.
L: Anch'io ho ancora il tuo a Polis. Sai, ogni notte ci dormivo abbracciata...
C: Anch'io con il tuo.
Ci guardammo intensamente e ci avvicinammo sempre di più, fino a far scontrare di nuovo le nostre labbra. Sentii le farfalle nello stomaco e un'immensa gioia. Mi erano mancate tantissimo e finalmente potevo sentir di nuovo il suo sapore.
A interromperci però, fu il suono del campanello, così anche se con difficoltá, ci staccammo e andammo ad aprire a Wells. Quando entrò, come sempre mi abbracciò, ma vidi lo sguardo di Lexa cambiare immediatamente. Sicuramente era gelosa e questo mi fece sorridere.
C: Wells, lei è Lexa.
W: Ciao Lexa, piacere di conoscerti. Sai, Clarke mi ha sempre parlato molto di te.
L: Piacere.
Sembrava molto distaccata mentre lo guardava e dentro di me ridevo, perchè quando era gelosa era ancora più tenera.
W: Cosa volevi dirmi?
C: Ecco...io e Lexa partiamo.
W: Cooooosa? Ma così non potremo più vederci...
C: Non preoccuparti per questo, perchè potrai venire a trovarmi qualche volta...
Annuì poco convinto, ma poi mi sorrise.
W: Allora vi lascio. Vi auguro il meglio e soprattutto di essere felici assieme. Clarke, mi mancherai...
C: Anche tu, ma ci rivedremo presto.
Ci abbracciamo e poi lui se ne andò.
C: Lexa, andiamo?
L: Va bene, ma non prendi niente?
C: No, non voglio avere niente che mi ricordi questo brutto periodo. Prendo solo il telefono.
Lei annuì e uscimmo finalmente da quella maledetta casa. Chiamammo il taxi, ci dirigemmo in aereoporto e dato che Lexa aveva già i biglietti, prendemmo subito l'aereo. Ci sedemmo vicine e per tutto il tempo ci tenemmo per mano.
C: Come sta Madi?
L: Bene, adesso è cresciuta molto e ha dodici anni, ma non si è per nulla scordata di te e mi chiede sempre dove sei e di raccontarle delle storie su di te. Lei ancora non sa che stiamo arrivando.
A sentire quelle parole mi scesero delle lacrime, ma dato che eravamo in aereo cercai di trattenermi. Già immaginai la bella sorpresa che stesse per ricevere, ma soprattutto il fatto che presto l'avrei rivista.
C: Ma mi spieghi come sei riuscita ad arrivare fino a qui?
L: Beh, dobbiamo ringraziare principalmente Raven, perchè è stata lei a darmi il tuo indirizzo e a farmi avere i vostri vestiti. Poi ho preso l'aereo e sono venuta da te.
Ci sorridemmo e mi strinsi ancora di più a lei. Finalmente ero di nuovo vicina alla donna che amavo e non potevo esserne più felice.

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