29.

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Arrivata la sera, mi sedetti sul divano per aspettare Lexa, dato che doveva finire di parlare con Titus e Indra. Fortunatamente però arrivo dopo qualche minuto e quando entrò, mi salutò con un bacio, che ricambiai subito.
L: Come mai sei ancora sveglia?
C: Ti aspettavo.
L: Volevi parlarmi?
C: Si.
L: Dimmi pure.
Disse, sedendosi vicino a me.
C: Perchè non mi hai detto che tenevi prigioniera mia cugina?
L: Come lo sai?
C: Questo adesso non ha importanza. Rispondi alla mia domanda.
Le risposi iniziando ad alterarmi. Nonostante tutto, ciò mi innervosì, perchè non avrebbe dovuto tenermelo nascosto.
L: Mi dispiace Klork, ma l'ho fatto perchè non volevo che stessi male rivedendo una delle persone che ti ha causato tanta sofferenza...non volevo tenertelo nascosto senza un motivo.
Davanti al suo sguardo dolce, mi sciolsi e non potei rimamere arrabbiata, così le sorrisi e le strinsi la mano.
C: Potrai non tenerla più prigioniera?
L: Ma Klork, non credo sia il caso...
C: Per favore. È molto dispiaciuta per quello che è successo.
L: E va bene, ma solo perchè me lo chiedi tu.
C: Grazie!
Le misi le braccia attorno al collo e restammo in quella posizione per qualche minuto.
L: Ti amo, Klork.
C: Anch'io ti amo. Molto più di quanto tu possa immaginare.
Quando sentì la mia affermazione, arrossì e abbassò lo sguardo. Sapevo che ogni volta che glielo dicevo, si emozionava sempre, perchè nella sua vita non aveva mai ricevuto molto amore e a causa di questo pensava che nessuno potesse amarla. Volevo però dimostrarle che non era così.
L: Domani dovrebbero arrivare i nemici per riprendere Maya e io andrò lì assieme agli arcieri Azgeda a combattere.
C: Lexa, ti prego non andare. Avranno delle pistole e così rischieresti...
L: Non preoccuparti, starò bene, ma devo andarci perchè sono il comandante e non posso mandare in guerra gli altri, risparmiandomi così ogni rischio.
C: Allora verrò con te.
L: No, non puoi. Non voglio che ti feriscano.
C: Se moriremo, lo faremo assieme. Non ho la minima intenzione di lasciarti da sola.
L: Ne sei sicura?
C: Si. Ho imparato anch'io a combattere, per cui posso farcela.
Lei annuì, anche se vidi nel suo sguardo molta preoccupazione.
Per riposarci adeguatamente andammo a dormire e fortunatamente riuscii ad addormentarmi subito.

La mattina ci alzammo, mangiammo qualcosa con gli altri e dopo aver indossato le nostre armature e aver disegnato sul viso il nostro trucco da guerra, ci riunimmo con 30 arcieri Azgeda, Octavia e Indra.
L: Oggi arriveranno i nemici e avranno delle armi potenti, per cui dovremo essere preparati. Voi arcieri vi nasconderete sugli alberi e nei cespugli. Dovrete colpire tutti gli uomini vestiti di blu con una pistola. Poi ci saranno altre persone, che però non dovrete uccidere. Saranno almeno in due, per cui saranno Octavia e Indra a catturarli. Se ce ne saranno di più, andremo anche io e Klork. Tutto chiaro?
X: Si, Heda.
Finito di dare le istruzioni, io e Lexa salutammo Madi e andammo nella foresta. Appena trovammo un luogo con tanti alberi e delle grandi pietre, dietro a cui ci saremmo nascoste, ci fermammo e ci nascondemmo.
Ero un po' impaurita per Lexa, ma ero una guerriera, per cui mi feci coraggio e mi preparai mentalmente allo scontro.
Dopo circa mezz'ora di attesa, sentimmo delle voci in lontananza e capimmo che erano loro.
Lexa guardò sugli alberi fece un cenno con la mano, così gli Azgeda iniziarono a colpire a morte i poliziotti. Indra e Octavia uscirono da dietro la roccia e andarono a catturare gli altri.
C'era un ragazzo molto impaurito, che probabilemente era il ragazzo di Maya e poi con mia sorpresa, vidi anche il dottor Jackson.
C: Dottor Jackson? Che ci fa qua?
E: Potrei chiedere la stessa cosa...questo comunque spiega tutto...
C: Già...
L: Tu quindi sei l'uomo che mi ha salvato la vita?
E: Si, sono io.
L: Beh, allora la ringrazio.
E: È il mio lavoro...comunque dammi del lei, brutta selvaggia. Non ho idea di chi tu sia, ma non permetterti mai più di parlarmi così.
Lexa iniziò a ridere con sarcasmo.
L: Vuoi sapere chi sono, caro dottore?
E: Mi sto arrabbiando, per cui non ti conviene continuare.
La mia ragazza prese una spada e gliela puntò al collo, continuando a ridere.
L: Ai laik Heda.
E: Che?
Chiese un po' confuso.
L: Io sono il comandante dei, come li chiami tu, 'selvaggi'.
E: Ok, ma non mi interessa, perchè non sei il mio comandante.
L: Ah no? A me sembra proprio il contrario, dal momento che sei mio prigioniero.
Jackson non seppe più cosa dire e io mi eccitai per il comportamento da dura che aveva Lexa. Era capace di passare dall'essere dolce e carina all'essere una spietata assassina ed era anche per tutte queste sfaccettature della sua personalità che l'amavo.

Appena arrivammo a casa, ci dirigemmo verso la sala del trono assieme ai prigionieri e Lexa comandò di portare lì anche Maya. Quando entrò corse subito ad abbracciare i due, ma li separarono subito perchè dovevano ancora decidere cosa fare esattamente di loro.
L: Cosa dovrei fare con voi?
Chiese rivolgendosi ai prigionieri.
J: Lasciaci andare!
L: Vorrei farlo, ma non posso, perchè altrimenti direste a tutti della nostra esistenza. Se vi tenessi prigionieri però, verrebbero altri a cercarvi. Quindi questa situazione è complicata.
J: Non diremo nulla.
L: Non posso averne la certezza, però vorrei proporvi un patto.
E: Ovvero?
L: Se io vi lascio andare e voi non direte niente, potrò procurarvi qualcosa che desiderate in cambio.
M: Comandante, io non voglio niente. Ho già tutto quello che mi serve e non dirò niente di voi, perchè nonostante tutto ho capito che non siete delle cattive persone.
L: Grazie di aver capito, Maya. Te ne sono grata.
J: Ma come fai a dirlo?! Ci hanno rapiti!
Disse Jasper con rabbia.
M: È più complicato di così, Jasper. Hanno dovuto farlo e io l'ho capito, per cui se ci lasciano,ti prego non dire niente di loro.
J: Non so esattamente perchè tu li stia proteggendo, ma se lo dici tu, lo farò, perchè non fai niente senza una ragione.
L: Bene. E invece tu, dottor Jackson?
E: Non dirò niente, ma spiegatemi la faccenda del sangue nero, perchè per la professione che svolgo, potrebbe essere interessante.
L: Va bene, ma te lò spiegherà il Fleimkepa.
E: Che cos'è?
L:  Il sacerdote.
E: Ma quindi questa è una cosa religiosa?
L: Si.
Jackson annuì confuso e Titus si avvicinò.
T: Molti anni fa una grande scienziata, Bekka Pramheda, si iniettò un siero che causò una modificazione genetica e quindi il sangue nero. Grazie a questo, si può sopravvivere alle radiazioni e tutti i suoi discendenti ce l'hanno.
E: Mh, interessante. Come ultima cosa, potrei avere un campione del sangue per analizzarlo?
L: Va bene, ma non ne deve parlare con nessuno, anche se farà delle grandi scoperte grazie a questo, va bene?
E: Accetto l'accordo.
Finita la negoziazione, decisi di salutare Maya, dato che probabilmente era l'ultima volta che l'avrei vista.
C: Mi fa piacere averti conosciuta.
M: Anche a me, Clarke.
C: Grazie di mantenere questo segreto.
M: Di niente. Anzi, mi fa piacere esservi d'aiuto.
In quel momento arrivarono dei soldati che dovevano scortarli fino alla fine della foresta.
M: Addio Clarke. E mi raccomando, passa più tempo possibile con Lexa e amatevi, perchè come hai visto si rischia di perdersi da un momento all'altro.
C: Lo farò. Auguro buona fortuna anche a te e anche a Jasper. May we meet again.
Si allontanarono e finalmente realizzai che per il momento i nostri problemi con i nemici erano finiti.

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