26.

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Passarono due giorni e Lexa iniziò a stare meglio. Riusciva già ad alzarsi e a camminare, anche se con un po' di fatica. In quei giorni avevo visto Luna un paio di volte, ma ci evitavamo entrambe. In realtà io volevo parlarle, ma Lexa me lo vietò perchè voleva proteggermi. Inoltre aveva avuto l'idea di riportarla a Polis, ma non sapeva ancora come.
Quel pomeriggio ero ovviamente con Lexa e stavamo pianificando un modo per scappare.
C: Dovremo scappare questa sera, perchè così sarà buio e non ci vedrà nessuno. Che ne pensi?
L: Si, è una buona idea. Sai forse se c'è in giro una lista con gli orari degli infermieri?
C: Di solito sono affissi su alcun porte, per cui se vuoi posso andare a vedere.
L: Si, ma dopo aver pensato a tutto.
C: Sei sicura che sia una buona idea rapire Luna?
L: Noi non la rapiremo, ma semplicemente la riporteremo a casa.
C: Forse potrei chiedere a Maya di parlarmi un po' di Luna...magari si conoscono e può darmi alcune informazioni...
L: Si, è una bella idea.
C: Poi per il resto non ci sarà niente di complicato e potremo agire facilmente. Adesso vado a dare un'occhiata ai turni e vado a parlare con Maya e con Jackson.
Lei annuì e io andai a cercare dove potesse essere quel foglio. Fortunatamente lo trovai subito e vidi che Luna aveva il turno proprio quella sera. Sperai di non cacciarmi nei guai, ma per Lexa avrei fatto di tutto.
Proprio in quel momento vidi Maya mentre si toglieva i guanti, per cui mi avvicinai.
C: Ciao Maya, come stai?
M: Ciao Clarke. Io sto bene e tu?
C: Anche io, grazie. Hai finito il turno?
M: Si.
C: Vuoi che andiamo a prendere un caffè?
M: Va bene. Non è una problema per la tua ragazza, vero?
C: No, non preoccuparti.
Lei annuì e ci dirigemmo verso le macchinette. Avevo con me i soldi giusti per un caffè, perchè il giorno prima li avevo trovati per strada e in quel momento proprio mi servivano.
C: Maya, tu conosci quell'infermiera con i capelli ricci?
M: Chi? Luna?
C: Si, mi sembra che si chiami così...
M: Comunque la conosco poco, perchè è molto diffidente...
C: Già, l'ho notato.
Risposi con tono ironico.
C: Sai se ha una famiglia o degli amici?
M: So che tempo fa aveva un ragazzo, ma si sono lasciati...poi non credo che abbia degli amici. Ogni tanto esce con i colleghi, ma niente di più. Come mai mi fai queste domande?
C: Curiosità.
Dissi con tono indifferente.
C: Mi ha fatto piacere parlare con te. Adesso devo però andare dal dottor Jackson. Ci si vede in giro.
M: Anche me. Allora a dopo.
Le sorrisi e andai verso l'ufficio di Jackson.
C: Dottor Jackson, posso entrare?
E: Si.
C: Allora quanto tempo dobbiamo stare qui?
E: Ancora due giorni, in modo che possiamo tenerla sotto controllo.
C: Domani chiamiamo la polizia, va bene?
E: Perfetto. Speriamo che trovino il colpevole.
C: Già, lo spero anch'io...
E: Senta, volevo chiederle una cosa.
C: Si, certo.
E: Possiamo fare degli esperimenti con il sangue della sua ragazza? Perchè credo potrà essere interessante per la scienza la spiegazione di questa anomalia.
Appena lo sentii, mi arrabbiai, anche se non lo mostrai. Non potevano farle esperimenti come se fosse un animale!
C: Mi scusi, ma non posso tollerare che la mia ragazza venga usata per questi scopi. So anch'io che sarebbe interessante, ma Lexa non lo permetterebbe mai e nemmeno io.
E: Va bene. Se cambierà idea però, sa dove trovarmi.
Annuii e ritornai da Lexa.
L: Allora com'è andata?
C: Luna ha il turno questa sera.
L: Perfetto. Sai, stavo pensando che potremo attirarla da qualche parte e lì la cattureremo. Qui in giro ci saranno sicuramente delle corde o dei vestiti che potremo strappare per legarla...
C: Si, non sarà difficile trovarli.
L: Bene.

Il pomeriggio passò tranquillamente, mentre io e Lexa parlavamo e scherzavamo. Pensammo poi anche a Madi che sicuramente avrà preso paura sapendo della notizia, ma l'importante era che Lexa stesse bene.
Quando calò il buio, decidemmo che era il momento di iniziare con il nostro piano.
Aiutai Lexa ad alzarsi e andammo fino al corridoio. Ci nascondemmo e fortunatamente vedemmo passare di lì Luna. Così la chiamai e lei, non riconoscendo la mia voce, venne verso di noi. Appena si girò però, io le saltai addosso e con una mossa abile le legai le mani e la imbavagliai.
L: Adesso tu vieni con noi.
La trascinammo fino ad un ripostiglio e lì le permettemmo di parlare.
Lu: Cosa volete fare?!
L: Ti riportiamo a Polis.
Lu: Voi cosa?! Guardate che io qui ho una vita e ho anche dei diritti, per cui non potete farmi niente!
L: Sicuramente avrai una carta d'identità falsa e non avrai ne una famiglia ne amici. Io sono il tuo comandante, per cui ti ordino di venire con noi.
Lu: Mai.
L: Non preoccuparti per questo, perchè tanto ti abbiamo già legata, per cui non sarà difficile portarti via.
Lu: Non potete rapirmi!
L: Non ti stiamo rapendo. Sto solo svolgendo il mio compito da Heda e ringrazia che c'è anche Klork, perchè se non fosse per lei, tu saresti già morta.
Lu: Che grande consolazione.
Rispose con tono ironico.
L: E comunque per tua informazione, 'jus drein jus daun' non è più sempre applicata, per cui quando saremo a Polis non morirai.
Lu: Adesso vedi perchè sono scappata?! Ero stufa di ricevere minacce di morte e di ritenermi fortunata per essere ancora viva.
L: Klork, imbavagliala di nuovo per favore. Non voglio più sentirla.
Feci come mi disse e uscimmo dal ripostiglio. Ci guardammo intorno assicurandoci di non essere viste e ci dirigemmo verso l'uscita. Non riuscivamo ad andare molto veloci, a causa della ferita di Lexa, ma ero già contenta che riuscisse a camminare senza grossi problemi.
Quando fummo ormai fuori dell'ospedale però, una voce ci richiamò.
M: Clarke, dove state andando?!

Heda&WanhedaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora