14.

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Il giorno seguente mi svegliai sentendo delle carezze sul mio viso e aprendo gli occhi, vidi Lexa mente mi accarezzava e mi sorrideva.
C: Buongiorno
L: Ciao Klork
Ci sordidemmo e ci osservammo per qualche minuto.
L: Adesso purtroppo devo andare a prepararmi perchè devo fare un incontro, ma se vuoi ci possiamo vedere questo pomeriggio
C: Va bene
Si alzò, si rivestì e mi lasciò un bacio prima di uscire dalla mia camera guardandomi dolcemente.
Non riuscivo a smettere di sorridere e in quel momento, pensando a ciò che era successo, mi resi conto che non potevo essere più felice. Avevo tutto ciò che si possa desiderare: degli amici fantastici, una casa, la persona di cui mi ero innamorata al mio fianco e Madi, che per me era come una figlia.
Decisi di alzarmi, feci colazione e poi andai da Raven, che trovai assieme ad Octavia.
R: Ma buongiorno, Clarke.
O: Finalmente ti sei svegliata.
Si guardarono con uno sguardo complice e cercando di trattenere una risata. Avevo paura che abbiano intuito qualcosa, ma feci finta di niente.
R: Chissà come mai hai dormito fino a quest'ora...
Disse con tono ironico me malizioso, ridendo poi con Octavia.
C: Non so di cosa stiate parlando...semplicemente avevo più sonno del solito...
O: Si, certo Clarke, sei proprio credibile.
R: Abbiamo sentito come stavi dormendo questa notte
In quel momento divenni completamente rossa e le guardai con sguardo interrogativo, in modo da farle proseguire.
O: Sai, eravamo venute a vedere se eri libera per una chiacchierata, ma arrivate davanti alla tua porta abbiamo sentito dei rumori strani...
A quella affermazione scoppiarono a ridere e anch'io iniziai a ridere, nonostante il mio imbarazzo.
R: Si Clarke, più veloce!
Disse Raven imitando Lexa.
C: Raven!
Non riuscii a trattenermi davanti alla sfacciataggine della mia amica e ridemmo tutte a crepapelle, fino a quando riuscimmo a smettere e andammo a prendere Madi, per poi andare al mercato.
Ad un tavolo in cui vendevano collane e braccialetti, vidi Madi bloccarsi guardandone uno in particolare, così decisi che gliel'avrei comprato, in modo che non mi dimenticasse mai.
M: Grazie Clarke, è bellissimo!
Mi disse entusiasta. Nonostante ciò che aveva passato, quella bambina aveva tanta gioia e vitalità e questo era anche grazie al fatto che l'avessi portata con me. Non mi ero mai pentita di averla presa con me e ormai mi ero affezionata moltissimo. Mi chiesi però con avrei fatto senza di lei, mentre sarei ritornata nella mia città...decisi però di scacciare quei brutti pensieri e di concentrarmi sul lato positivo, ovvero che in quel momento ero lì con lei.
Passammo fuori un paio d'ore e pranzammo in una taverna del centro. Poi però decidemmo di tornare a casa e andai in camera mia per aspettare Lexa.
Circa un'ora dopo, la vidi entrare e ci salutammo con un bacio.
L: Che ne dici di andare un po' fuori?
C: Va bene
Così uscimmo e andammo nel centro.
L: Non ti sei pentita per questa notte, vero?
C: No Lexa, non potrei mai pentirmi...
Mi trascinò verso un luogo in cui c'era meno gente e si avvicinò al mio viso.
L: E perchè non ti pentiresti mai?
C: Perchè io...
L: Perchè tu cosa?
Non volevo già dirle di amarla per paura che poi scappasse, ma dato che sembrava proprio quello che voleva sentirsi dire, decisi che forse era meglio così.
C: Io...
Proprio mentre stavo per dirlo, sentimmo degli spari e delle urla.
L: Cosa sta succedendo?! Qui nessuno ha delle armi da fuoco!
C: Non ne ho idea
Decidemmo di correre verso quei rumori, ma ciò che vidi mi paralizzò. Non sapevo cosa fare o dove andare, per cui restai ferma.
Vidi un gruppo di persone con dei fucili e delle pistole, ma il problema è che conoscevo quelle persone...davanti a tutti c'era mia madre, accompagnata poi dal suo fidanzato Kane, dal suo amico Jaha, da mia zia Dyioza, che vicino a sè aveva anche mia cugina Hope e c'erano anche i genitori di tutti gli altri miei amici.
Le guardie purtroppo non poterono fare niente, perchè le armi da fuoco erano più forti delle spade e sarebbero sicuramente morti.
Io istintivamente strinsi Lexa a me e mi tranquillizzai leggermente...
A: Voi due andate recuperare gli altri...
Disse a due che erano con lei.
A: Clarke. Vieni immediatamente qui!
C: No mamma, basta. Non voglio ascoltarti! Ma come avete fatto a arrivare qui?!
A: Pike mi ha contattata, ma questo adesso non importa. Tu devi venire qui, adesso!
C: Altrimenti cosa fai?
Improvvisamente mi ritrovai Jaha dietro e puntò la pistola alla testa di Lexa.
A: Altrimenti ucciso la tua amichetta e poi andrò a dire a tutti dell'esistenza di questi selvaggi.
In quel momento vidi arrivare i miei amici, nonostante cercassero di scappare. Vidi anche Pike, che guardava Lexa con aria di sfida e con un ghigno.
Guardai Lexa e mi fece sentire male vederla così impotente...
C: Lexa, non possiamo farci niente...non voglio che tu venga uccisa.
L Klork, troveremo una soluzione.
Intanto vidi i miei amici parlare con i loro genitori, con mia zia e mia cugina e con Kane. Supposi che stessero spiegando loro la situazione e li vidi più tranquilli.
K: Abby, forse potremmo lasciarli in pace...non credo che queste persone siano pericolose...
A: No Marcus, non lascerò mia figlia con questi selvaggi! E tu Clarke, muoviti!
C: Mamma, ti prego! Ascolta Kane!
A: Assolutamente no!
J: Io sono d'accordo con Abby, per cui o ti muovi o le sparo.
Iniziai a piangere disperatamente.
C: No! Mamma non puoi farmi questo!
Dato che non mi ero spostata, Jaha e Pike mi presero dalle braccia trascinandomi verso mia madre, che era vicina al cancello.
C: Noooooo! Vi prego, lasciatemiiii!
Nonostante la vista offuscata, vidi Lexa tendere una mano verso di me e anche il suo sguardo era triste.
Mentre mi trascinavano con la forza verso il cancello di Polis, vidi gli altri genitori cercare di convincere mia madre, Pike e Jaha a lasciarmi, ma loro non ne volevano sapere e addirittura li minacciarono.
C: Lexa, ti prego, prenditi cura di Madi!
L: Va bene Klork, ma stai tranquilla, tornerò a prenderti!
C: Ti amo, Lexa!
L: Sarò sempre con te! Mebi oso na hit choda op nodotaim.
La sentii dire in lontananza.
C: May we meet again
Dissi tra le lacrime, mentre venivo trascinata in una macchina appena fuori dal cancello.

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